L'album del giorno: The Who, Live at Leeds
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L'album del giorno: The Who, Live at Leeds

Uno dei migliori dischi dal vivo di sempre: la fotografia dello stato di grazia di una band straordinaria. Era il 1970...

Live at Leeds non è un classico live album, Live at Leeds è uno dei dischi dal vivo più belli di sempre. Per tante ragioni, a cominciare dalla leggendaria cover che ha il sapore di un bootleg, di una registrazione clandestina.

Registrato all'University Leeds Refectory il 14 febbraio del 1970, Live at Leeds cattura una delle performance più ispirate della storia del rock. Pura energia e adrenalina portati sul palcoscenico da quattro giganti della musica contemporanea: Roger Daltrey, Pete Townshend, John Entwistle e Keith Moon.

Nel corso dei decenni il disco è stato ripubblicato più volte e in varie versioni con l'aggiunta di nuove tracce rispetto alla versione originale che ne conteneva sei. Quel che emerge dall'album è l'incontenibile potenza di un gruppo al suo apice, che in scena vive uno stato di grazia irripetibile. Basta ascoltare il fenomenale drumming di Moon e la chitarra devastante di Townshend nei sedici irresistibili minuti diMy Generation per comprendere quanto fosse in palla la band in quella magica serata del 1970.

Live at Leeds in termini di qualità della performance ha la stessa forza di Pink Floyd Live at Pompei, di Made in Japan dei Deep Purple, di At Folsom Prison di Johnny Cash, di Live and Dangerous dei Thin Lizzy, di It's Alive dei Ramones o di Live Rust di Neil Young.

E allora è bello perdersi nelle improvvisazioni che imperversano negli otto minuti di Magic Bus (con Daltrey all'armonica) o nella contagiosa vitalità di I can't explain o anche di Substitute. Senza tralasciare l'approccio punk prima del punk di Heaven and Hell o di Young Man Blues. Nelle deluxe edition del disco brillano una versione rough di Pinball Wizard, le vibrazioni di Shakin' all over e l'acustica Tommy can you hear me? Imperdibile!


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Gianni Poglio