Kiss The Elder Flop
Kiss, Ansa
Musica

Kiss, The Elder: un flop di 40 anni fa diventato un album cult

Un disco misterioso e affascinante rivalutato nel corso dei decenni dopo essere stato stroncato senza appello nel 1981

Sono passati 40 anni dall'uscita di uno dei dischi più misteriosi e per certi versi incomprensibili della storia del rock.

Stiamo parlando di The Elder, il concept album dei Kiss pubblicato nel 1981 e basato sull'epica avventura di un giovane eroe impegnato in un viaggio iniziatico che lo porterà a combattere le forze del male.

Niente di più di lontano da quello che i Kiss avevano inciso negli otto album precedenti. Il tutto avallato da uno dei più grandi producer musicali di tutti i tempi, Bob Ezrin, reduce dai fasti con Alice Cooper e soprattutto da The Wall, l'opera monumentale dei Pink Floyd.

C'è pure lo zampino di Lou Reed che ai tempi mise il suo sigillo scrivendo i testi per tre brani. Mr. Blackwell (pezzo "legnoso" quanto ipnotico e affascinante) A world without heroes e Dark Light.

Cori maestosi, atmosfere medioevali, archi, arrangiamenti orchestrali, cavalcate hard metal e piglio epico nelle linee vocali. Questo quel che arrivò nei negozi e alle orecchie dei fan dei Kiss. Che, come i critici, rimasero sconcertati.

Era il 1981 e l'ultimo disco della band era Unmasked, un album "leggero" tra rock e disco music. Peter Criss non era più nel gruppo ed Ace Frehley stava per lasciare.

La batteria di The Elder è suonata da Eric Carr e Allan Schwartzberg. Il contributo di Frehley, stando ai racconti dell'epoca, avvenne a distanza senza che il chitarrista partecipasse mai di persona alle session d'incisione. Persino il producer, Bob Ezrin (che con i Kiss aveva lavorato al best seller Destroyer) non si fece vedere più di tanto in studio preferendo lavorare da casa.

Risultato? Un flop monumentale in classifica: numero 75 in America, numero 51 in Inghilterra, numero 23 in Italia e numero 11 in Australia. Uscito a novembre 1981, l'album sparì dalle chart nel febbraio 1982.

Detto questo, ci sono molte ragioni per riscoprire e rivalutare THE ELDER: la prima sono le canzoni.

The Oath è una cavalcata hard rock sorretta da un riff micidiale di chitarra e da una linea vocale di rara potenza. Just a boy, voce e chitarre cristalline, non sfigurerebbe in un album dei Jethro Tull,Odisseyè una epic ballad con Paul Stanley al massimo della sua estensione vocale, mentreIè un gospel-funk hard rock di grande impatto.

Brillano anche la slow song cantata da Simmons,A world without Heroese il rock grezzo diDark Lightcon Ace Frehley alla voce. Ottima anche la strumentaleEscape from Island, senza dimenticare l'atmosfera ipnotica diMr Blackwell, l'incedere epico diUnder The Rosee la bellezza diOnly You, un mid tempo magistralmente interpretato da Simmons.


Polygram
Il retro della cover di The Elder
L'artwork interno di The ElderPolygram
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Gianni Poglio