L'album del giorno: Pink Floyd, Wish You Were Here
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L'album del giorno: Pink Floyd, Wish You Were Here

Il nono disco della band inglese è aperto e chiuso da "Shine on you crazy diamond", incentrato sulla follia di Syd Barrett, e da molti considerato il migliore brano della loro carriera

Non era nato sotto i migliori auspici Wish you were here, il nono album dei Pink Floyd. "Fu un periodo molto difficile per noi –ha sottolineato David Gilmour- Tutti i nostri sogni d'infanzia si erano realizzati e avevamo pubblicato il disco che più aveva venduto al mondo. Le ragazze e i soldi non ci mancavano, e tutto quel genere di cose... fu difficile trovare gli stimoli per andare avanti, fu un periodo di grande confusione". Invece anche in Wish you were here, dopo il trionfo inaspettato di The dark side of the moon, il miracolo si è ripetuto, con 44 minuti e 19 secondi di musica di abbacinante bellezza. I temi dell'assenza, dell'innocenza e della purezza ormai perdute, la critica nei confronti dell'industria musicale, ma soprattutto il declino mentale dell'ex membro della band Syd Barrett costituiscono il cuore tematico dell'album, composto da soli 5 brani. Pubblicato il 12 settembre del 1975, Wish you were here fu l'unico disco dei Pink Floyd a raggiungere, negli anni Settanta, il primo posto sia in Usa che in Uk. Fu un successo immediato, tanto che la EMI non riuscì a stampare un numero di copie sufficienti per soddisfare la domanda. I membri della band Richard Wright e David Gilmour hanno dichiarato entrambi che Wish You Were Here è il loro album dei Pink Floyd preferito. Sono in molti a considerare Shine on you crazy diamond il miglior brano mai realizzato dai Pink Floyd, uno straordinario viaggio sonoro di ben 26 minuti, diviso in 2 parti e 9 movimenti.

Mentre The dark side of the moon raccontava la follia nella società, Shine on You Crazy Diamond era incentrato sulla follia di Syd Barrett, l'ex leader del gruppo estromesso per i suoi problemi di droga, verso il quale tutti gli altri nutrivano un forte senso di colpa, consapevoli che il successo lo dovevano in gran parte a lui. Al "diamante pazzo" è legato uno degli aneddoti più celebri della storia del rock. Il 5 giugno 1975, durante il missaggio finale di Shine on You Crazy Diamond e poco prima del party voluto da Waters per festeggiare il suo matrimonio con Ginger, negli studi di Abbey Road entrò uno strano individuo sovrappeso, avvolto in un impermeabile da cui spuntava uno spazzolino da denti, con cranio e sopracciglia rasate, scarpe bianche e un sacchetto di plastica in mano. Era proprio Syd Barrett, ormai reso irriconoscibile a causa dei fantasmi della sua mente. Roger Waters e David Gilmour, dopo averlo riconosciuto, scoppiarono a piangere. Barrett rimase al party, ma non disse una parola. Visto che si continuava a pulire i denti con lo spazzolino, a chi gli chiese il motivo rispose che a casa aveva un frigo gigante pieno di carne di maiale. Il testo di Wish you were, costruito da Waters intorno al riff inventato da Gilmour, è indirizzato a Syd Barrett e a sé stesso. Il bassista e leader sentiva che qualcosa dentro di lui si stava rompendo, si vedeva ormai come una rockstar fredda, viziata e insofferente, tanto da allontanare perfino un amico come Barrett dalla band. La celebre introduzione, chiamata in gergo Radio Sequence, fu registrata puntando un microfono verso la cassa dello stereo nella macchina di Gilmour. Nel cambio di frequenze si riconosce un frammento della Quarta Sinfonia di Tchaikovsky.

Waters, a causa dello stress al quale la sua voce era stata sottoposta durante l'incisione del cantato in Shine On, chiese a Gilmour di eseguire Have a cigar al suo posto nel disco, ma lui si rifiutò, a causa del testo particolarmente polemico del brano, così la scelta ricadde sul collega ed amico Roy Harper, che accettò di cantarla. Harper stava incidendo il proprio album in un altro studio di Abbey Road e Gilmour aveva precedentemente partecipato al suo disco con alcune parti di chitarra. In seguito Waters si pentirà della decisione perché una voce "estranea al gruppo" ha fatto perdere la tipica atmosfera di un album dei Pink Floyd. La band registrò nel 1975 anche i brani Raving and Drooling e You Gotta Be Crazy. Waters non ne era del tutto convinto, così mise da parte quelle due canzoni e si concentrò sullo sviluppo di Shine on You Crazy Diamond. Gilmour non la prese bene, convinto della bontà dei brani (che diventeranno Sheep e Dogs nel successivo album Animals). Tra Waters e Gilmour ci fu così una litigata leggendaria."Eravamo in un momento cruciale –dichiarò Waters- e arrivammo persino a pensare di doverci scioglierci". L'iconica copertina dell'album, avvolta dal cellophane nero con un solo adesivo a indicarne il nome, realizzata dal celebre studio Hipgnosis di Storm Thorgerson, fu ispirata dall'idea che le persone tendono a nascondere i propri reali sentimenti, per paura di rimanere "scottati", concretizzandola nell'immagine di due uomini d'affari che si stringono la mano mentre uno di loro prende fuoco. Per realizzare la copertina fu ingaggiato uno stuntman di professione, Ronnie Rondell, che prese letteralmente fuoco per permettere a Powell di scattare 15 fotografie ai Warner Bros. Studios di Los Angeles, mentre una squadra di 34 soccorritori, muniti di estintori, era pronta ad intervenire. Il retro di copertina mostra un rappresentante di commercio senza volto denominato "Floyd Salesman", che, nelle parole di Thorgerson, "vende la propria anima nel deserto" (il deserto di Yuma in California). L'assenza di polsi e caviglie segnala la sua presenza come mero involucro, un "vestito vuoto", che sembra uscito da un quadro metafisico di De Chirico.

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Gabriele Antonucci