Libri e vacanze: 5 atlanti per un viaggio immaginario
Lifestyle

Libri e vacanze: 5 atlanti per un viaggio immaginario

Tempi difficili per chi ama viaggiare. Ma c'è una cartografia che permette di abbracciare il "teatro del mondo" tutto insieme, con l'immaginazione

'Atlante delle emozioni', di Giuliana Bruno

Un viaggio tra arte, architettura e cinema ma soprattutto un'avventura capace di trasformare la visione in viaggio e viceversa, esplorando l'intima connessione tra movimento (motion) ed emozione (emotion). In altre parole, un libro affascinante come una caverna inesplorata. Solo immergendosi senza filtri tra le sue digressioni, respirando l'odore della carta, quella spessorata dalle parole e quella patinata dalle raffinate illustrazioni, soppesandone la texture di quasi seicento pagine, solo così si arriva al cuore della psicogeografia o geografia emozionale.

Nessuno prima di Giuliana Bruno, scrittrice e ricercatrice italiana che vive a New York e insegna ad Harvard, aveva mai proposto una storia culturale delle arti visive e dello spazio (geografia, architettura, cinema ma anche letteratura e poesia, moda, design, costume, cartografia...) ispirata a una mappa così speciale: un atlante capace di "costruire un ponte tra linguaggio accademico e discorso soggettivo e perfino autobiografico". La sua ricerca mette in discussione la centralità dell'occhio e il primato dello sguardo: per passare alla visione autentica è necessario affinare, più che la vista, quella vibrazione interiore che nel movimento produce un'emozione. In questo travelogue visivo si dischiude così la magia di atti apparentemente solitari - la scrittura, il viaggio, la scrittura di viaggio - che invece brulicano di presenze e di affetti.

Giuliana Bruno
Atlante delle emozioni
Johan & Levi Editore
592 pp., 30 euro

compra il libro

'Atlante immaginario', di Giuseppe Lupo

Dedicato a "chi cerca mondi, progetta utopie o sogna la Storia", è un formidabile inventario di luoghi immaginari, cioè immaginati da scrittori e viaggiatori di ogni tempo. Una raccolta di storie pubblicate a puntate su una rubrica domenicale dell'Avvenire, che ora dispiega nel formato libro tutta la sua energia mitopoietica. Mondi, profezie, visioni, un inventario delle cose perdute da Marco Polo a Kafka, da Omero a Borges, da Calvino a Garcia Marquez, da Adriano Olivetti a Luciano Bianciardi e mille altri.

La geografia fantastica della letteratura annovera utopie e fantasmi, leggende ed effimere apparizioni di paesi come Craco e Coldrerio, o pezzi di America immaginaria come furono negli anni Settanta i quartieri operai di Milano e Torino, avamposti del boom nelle nebbie della pianura padana. Perché Le latitudini della memoria falsificano il passato, come s'intitola il pezzo numero 36. Ed è proprio vero, per fortuna dei lettori: la memoria labile e trasfigurante è ciò che permette allo scrittore, al cineasta, al pittore, di creare un mondo fingendo di ricordarlo.

Giuseppe Lupo
Atlante immaginario
Marsilio
160 pp., 15 euro

compra il libro

'Atlante tascabile delle isole remote', di Judith Shalansky

È l'edizione formato tascabile di un raffinato volume vincitore qualche anno fa in Germania di un premio per il design. Schede, mappe e storie di 50 isole "dove non sono stata e mai andrò", come recita il sottotitolo, ubicate nei più remoti atolli dei grandi oceani e dei mari artici. Bella nella prefazione la disquisizione sulle differenze tra cartografia (interpretazione - non riproduzione! - della realtà per mezzo di linee), atlante (riproduzione poetica ma deformata del mondo) e mappamondo (il corrispettivo pornografico dell'atlante, con i suoi rilievi e avvallamenti "palpabili in un modo addirittura osceno").

Bello anche il titolo che contiene il succo della storia: Il paradiso è un'isola. Anche l'inferno. Se sull'infinita sfericità della Terra ogni punto può diventare centro, la magia del luogo inesplorato e perfetto coincide spesso con la desolazione del luogo più solitario e inospitale. Quale spunto più adatto per un romanzo?

Judith Shalansky
Atlante tascabile delle isole remote
Bompiani
240 pp., 15 euro

compra il libro

'Atlante delle città perdute', di Aude De Tocqueville

Un bel modo di rileggere la storia, soprattutto antica ma con qualche incursione nel contemporaneo, attraverso il racconto di quaranta grandi città scomparse. Il fascino segreto di un luogo abbandonato risiede nei misteri che reca con sé, nei quali l'immaginazione può insinuarsi senza chiedere permesso. Altro che città morte: da quando non esistono più, molte città sono diventate luoghi ideali, afferma l'autrice aggirandosi per i meravigliosi padiglioni di Fatehpur Sikri. Questa perla effimera, nata nel 1572 dal sogno di un imperatore illuminato, Akbar, fu l'espressione architettonica di un mondo in cui le influenze persiane, arabe e indù convivevano sotto il segno della tolleranza religiosa, fondendosi in maniera sublime nell'immaginifica urbanistica a scacchiera e nell'originale contrapposizione di spazi e volumi. Non esistevano strade, gli edifici erano collegati fra loro da terrazze e spianate, cortili, scale, giardini.

Da Cartagine a Tehotihuacàn, Angkor, Pompei, questo libro regala un viaggio nel tempo inseguendo il misterioso istante in cui il passato si impone sullo spazio. Non per forza tragico ma spesso sì: come quel giorno di trent'anni fa in cui si interruppe di colpo la storia di Pryp'jat', un tempo prosperosa cittadina a tre chilometri da Cernobyl', oggi riscoperta dal turismo "delle catastrofi". Nel suo panorama desolato fa impressione un luna park arrugginito che non fu mai utilizzato perché la sua inaugurazione era prevista per l'estate del 1986...

Aude De Tocqueville
Atlante delle città perdute
Bompiani
144 pp., 22 euro

compra il libro

'Atlante dei paesi che non esistono', di Nick Middleton

Che cos'è un paese? si chiede l'autore nell'introduzione. Il concetto è antico ma sfuggente, non appena credi di averlo afferrato spuntano eccezioni, anomalie, discrepanze. In realtà è l'idea stessa di confine a mostrarsi fluida, una cosa che ha sempre fatto impazzire i cartografi: niente è per sempre e più che mai i confini e le sue rappresentazioni. Questo libro presenta una cinquantina di aspiranti stati-nazione - ciascuno con la sua bandiera e la sua "legittima rivendicazione di territorio" - che per un motivo o per l'altro non hanno superato l'esame di ammissione con la storia, cioè non sono riusciti a demarcare un confine riconosciuto a livello internazionale.

Ci sono fra gli altri luoghi noti alla storia, alla geografia e alle cronache come la Transnistria e la Crimea, il conteso Sahrawi tra Marocco e Mauritania, Rapa Nui, il Tibet, il Sikkim e perfino Groenlandia e Antartide. L'ultimo territorio censito, Elgaland-Vargaland proclamato nel 1992, abbraccia tutte le terre di confine geografiche, mentali e digitali, parolina-spia di un presente che ha eroso definitivamente l'importanza degli stati-nazione basati sulle frontiere. Un mondo virtuale, globalizzato, senza barriere. Eppure c'è sempre qualcuno che minaccia di erigere un nuovo muro. Quel paese in continuo mutamento fondato da due artisti rappresenta allora la nuova utopia 2.0, il sogno di un paese senza confini. Ogni volta che entrate in un'altra forma dell'essere come quella del sogno, conclude l'autore, "diventate l'ennesimo visitatore di questa nazione".

Nick Middleton
Atlante dei paesi che non esistono
Rizzoli
232 pp., 24,90 euro

compra il libro

I più letti

avatar-icon

michelelauro