Lameplast e la rivoluzione del farmaco monodose
Nasce a Modena l'invenzione dei contenitori calibrati per ogni singolo dosaggio terapeutico
Un movimento del polso, un po’ di pressione e la confezione di farmaco monodose si apre con una sola mano. Banale? Per niente, piuttosto il frutto di anni di ricerca e innovazione che hanno fatto di Lameplast Group di Novi di Modena l’azienda leader nella roduzione di contenitori sterili per prodotti farmaceutici. “E pensare che tutto comincia quasi 50 anni fa, quando l’azienda in cui lavoravo come dipendente ha chiuso” racconta il fondatore e presidente Giovanni Ferrari, oggi 72enne.
“Mi sono messo allora a fabbricare con alcuni soci macchinari per il settore farmaceutico ma ho capito subito che si lavorava tantissimo per guadagnare pochissimo. Allora ho venduto, sono partito per Milano ed ho studiato il settore. Ho scoperto che le aziende farmaceutiche avevano un gran bisogno di confezionamento in ambiente a contaminazione controllata, ma allora nessuno lo faceva. Nemmeno i gruppi più affermati”.
Detto, fatto. Ferrari costituisce e avvia Lameplast, azienda che oggi fattura 50 milioni, conta 290 dipendenti, 3 stabilimenti con 45 linee produttive, una controllata negli Usa (LF America) e una divisione cosmetica. Il suo segreto è l’innovazione continua, che ha portato il gruppo ad essere il primo a pensare e realizzare un contenitore monodose per i farmaci e quindi ad avviare una “filiera” che garantisce ai clienti la copertura di tutte le fasi di confezionamento: “Noi studiamo lo stampo, realizziamo il contenitore monodose, lo riempiamo con macchinari ad hoc, che anche progettiamo e vendiamo, e studiamo anche il packaging” continua Ferrari.
In poche parole, meglio lasciare poco spazio alla concorrenza. “In un mondo globalizzato, meglio essere forti”. Una forza che Lameplast ha fatto esplodere 35 anni fa, quando ha partorito l’idea del contenitore monodose “Garantiva per la prima volta un dosaggio calibrato, costante, senza sbavature oltreché la facilità di trasporto e la garanzia di non contaminazione dopo l’apertura”. Allora fu una rivoluzione. Oggi i contenitori monodose sono un’abitudine consolidata. La prossima innovazione? “Un materiale innovativo a effetto barriera, quindi di massima protezione”.