Le scuse di Tarantino per l'incidente di Uma Thurman
E l'attrice via Instagram precisa: "Il vero responsabile è stato Harvey Weinstein". Ecco perché
E' pentito e ha chiesto scusa. All'indomani dell'intervista rilasciata al New York Times da Uma Thurman il regista Quentin Tarantino è entrato nel merito dell'ormai celebre scena della corsa in macchina di Kill Bill vol.2. Si trattava di una corsa in auto durante la quale Uma (cui era stata negata la controfigura) ha perso il controllo della vettura che si è schiantata contro una palma ferendo l'attrice.
Le scuse di Tarantino
"Dissi a Uma che sarebbe andato tutto bene, che la strada era dritta e sicura - ha ammesso il regista in una intervista a Deadline - Ma non lo era. Ho sbagliato. Non l’ho costretta a salire in macchina, ma lei accettò perché si fidava ciecamente di me".
E il regista premio Oscar poi prosegue spiegando: "È uno dei più grandi rammarichi della mia vita, uno degli errori più orribil. Quando ho provato la scena ho pensato che ce l'avrebbe potuta fare, non sarebbe stato un problema. Sono andato nel suo camerino, c'era anche la sua truccatrice Ilona Herman. Non ero certo arrabbiato, ero sorridente e ho cercato di incoraggiarla. L'incidente ha deteriorato il rapporto tra me e Uma per i tre anni successivi. Abbiamo continuato a parlarci, ma si era rotto qualcosa".
Uma Thurman parla su Instagram
La stessa Uma, via Instagram, conferma la tesi di Tarantino e precisa: "Quentin si è profondamente pentito e continua a pentirsi per questo evento sfortunato. Le condizioni in cui è stata girata quella scena sono state negligenti fino alla criminalità, ma non credo ci fosse malizia".
Secondo la Thurman il vero responsabile è Harvey Weinstein colpevole di - si legge su Instagram: "Aver mentito e distrutto prove per non essere ritenuto responsabile del danno permanente che quella scena mi ha causato. Hanno insabbiato tutto con cattiveria e la vergogna spero che lo perseguiti per l'eternità".
Proprio nel corso dell'intervista al New York Times Uma aveva rivelato di essere stata più volte molestata dall'ex produttore Harvey Weinstein.
Le molestie di Weinstein
Le accuse dell'attrice sono pesantissime. Secondo quanto dichiarato al quotidiano newyorchese Weinstein avrebbe tentato di abusare di lei non quando era una giovane e inesperta interprete, ma all'apice del successo, in quegli anni magici che andavano dal 1994, anno di Pulp Fiction, al periodo precedente alle riprese del primo capitolo di Kill Bill poi uscito nel 2003.
Il primo attacco, con le consuete modalità dell'accappatoio avvenne in una stanza d'hotel a Parigi quando Uma si trovò di fronte a un Weinstein post doccia che le chiese di seguirlo in sauna.
Thurman, però, spiega che in un primo momento non si era sentita minacciata perché sembrava la richiesta "Di un vecchio zio un po' eccentrico". L'attrice, poi, fece notare a Weinstein quanto fosse ridicola la situazione di lui nudo in sauna e lei completamente vestita ad ascoltarlo e, semplicemente, se ne andò.
La violenza di Londra
L'orco, però, aveva in serbo un nuovo attacco. L'interprete venne chiamata con insistenza dalle assistenti del produttore affinché si vedessero a Londra presso l'hotel Savoy. Thurman però chiese che l'incontro avvenisse presso il bar dell'hotel e non nella camera del produttore e, per essere sicura, portò con sé la sua assistente. Una volta arrivata al luogo dell'appuntamento, però, Weinstein, con una scusa, la fece salire in camera e lì, racconta Uma al New York Times: "Mi ha sbattuta giù. Ha provato a lanciarsi su di me e a mettersi nudo. Ha fatto ogni tipo di cose sgradevoli. Ma in realtà non mi violentò. Era come se fossi un animale che provava a sfuggire via, come una lucertola".
Dopo la pubblicazione dell'articolo i legali di Weinstein hanno diffuso una nota in cui si legge: "Il signor Weinstein riconosce di avere fatto delle avance alla signora Thurman dopo avere mal interpretato il suo comportamento a Parigi. Si è immediatamente scusato".
Le ripercussioni sulla relazione con Tarantino
Questi episodi di violenza con l'allora patrono della Miramax minarono profondamente anche il rapporto tra Uma e Quentin Tarantino. Il regista aveva bisogno della protezione del suo produttore per poter lavorare e Uma si sentì messa in secondo piano quando Tarantino minimizzò i fatti.
Il fastidio provato dalla Thurman nei confronti del regista si moltiplicò col tempo per arrivare all'episodio dell'incidente automobilistico in Messico.
L'incidente sul set
Secondo quanto dichiarato in un primo momento al New York Times dalla Thurman Tarantino avrebbe tentato di ucciderla e l'abuso del suo potere perpetrato a suo danno è stato pericoloso e incosciente nei confronti. "Era furioso - spiega Uma - perché gli stavo costando un sacco di tempo e mi promise che l'auto era a posto e mi convinse a girare la scena dicendomi di 'procedere a 64 km/h perché solo a quella velocità i tuoi capelli sventoleranno nel modo giusto, non sbagliare sennò girerai di nuovo la scena fino a quando non andrà come voglio io'.
Ma quella era una trappola mortale. Il sedile dell'auto non era correttamente incardinato al pianale. Era una strada sabbiosa e non dritta".
Dopo una manciata di secondi di corsa è arrivato l'impatto a proposito del quale l'attrice ricorda: "Mi ritrovai stritolata con il volante contro la mia pancia e con le gambe incastrate sotto di me con un dolore infernale e pensando che non avrei più camminato.
Quando tornai dall'ospedale avevo un collarino e le mie ginocchia erano danneggiate e con un enorme bernoccolo sulla testa. Volevo vedere l'auto ed ero sconvolta. Accusai Quentin di aver cercato di uccidermi".
Le conseguenze
Il New York Times quindi spiega che due settimane dopo l'incidente il legale della Thurman scrisse alla Miramax asserendo che l'attrice si riservava il diritto di citarli in giudizio. La Miramax si offrì di mostrarle le immagini girate ma solo se avesse firmato un documento "In cui li sollevavo da ogni responsabilità per le conseguenze future dell'incidente". Lei però non firmò.
Quello che oggi fa soffrire Uma è il fatto di non aver trovato prima la forza per venire allo scoperto e denunciare sia Weinstein sia Tarantino. Al New York Times ha infatti dichiarato: "Il sentimento complesso che ho su Weinstein deriva da quanto male mi sento per tutte le donne che sono state attaccate dopo di me. Io sono una delle ragioni per cui una giovane donna ha potuto entrare nella sua stanza sola, come io ho fatto".