Anonymous: la guerra all’Isis si fa con il crowdfunding
Poster Boy, Flickr
Tecnologia

Anonymous: la guerra all’Isis si fa con il crowdfunding

Prima gli hacker hanno diffuso una lista di 9.200 account Twitter vicini alla jihad poi avviano una campagna per sponsorizzare la loro rimozione

La notizia è tra quelle passate inosservate forse perché non pubblicizzate direttamente da Anonymous. A quanto pare il gruppo di attivisti hacker più famoso sul web avrebbe messo in piedi una campagna di crowdfunding per racimolare fondi da destinare alla chiusura degli account Twitter che sponsorizzano la jihad. Ma in che modo? L’idea sarebbe quella di comprare banner pubblicitari da mostrare in rete per spingere il social network e le autorità ad agire contro i presunti sostenitori dell’Isis, individuati grazie ad un archivio di almeno 9.200 account raccolto dal collettivo CtrlSec vicino ad Anonymous.

I cyber sospettati

Il file, al quale nel frattempo se ne è aggiunto uno più aggiornato, dimostra l’alto numero di presunti sostenitori dello Stato Islamico sul web, pronti a giurare fedeltà digitale al Califfato. I due database assieme contano quasi 19.000 account pro-Isis di cui più di 12.000 già sospesi grazie alle segnalazioni degli utenti. E i restanti? Degli oltre 6.000 ancora attivi molti verranno “spenti” nel breve periodo visto che Twitter non tende a procedere in maniera indipendente nel bannare account che comunque generano traffico sulla piattaforma; il modus operandi è invece quello di raccogliere le segnalazioni degli iscritti o quelle delle forze dell’ordine che bastano per incentivare la cancellazione di un profilo e relativi post.

Sicuri che sia Anonymous?

L’obiettivo della campagna di crowdfunding sarebbe dunque quello di accelerare il processo di bonifica del microblog lanciando chiari messaggi sulla necessità di bloccare i cyber jihadisti prima che i loro post prendano piede. È stato l’hacker XRSone ad informare la rete sull’avvio della raccolta fondi intervenendo durante una trasmissione dell’emittente Newsmax andata in onda venerdì 13 marzo. La cosa strana è che seppur il ragazzo si sia presentato come membro di Anonymous nessun comunicato ufficiale da parte del gruppo ha mai validato l’intervista rilasciata ad Ed Berliner via Skype in cui XRSone ha parlato della questione Twitter e crowdfunding.

Hacker solitario, non interno

A rendere tutto molto più complicato c’è la sottolineatura espressa dalla stessa Newsmaxqualche giorno dopo in cui si spiega che l’hacker ha una certa connessione con gli Anonymous ma agisce “da solo, al margine come attore indipendente”; un singolo quindi che ha attivato un programma per raccogliere soldi sul web da destinare all'etica pratica di rimozione dei profili su Twtter. C’è da fidarsi? Perché gli Anon non hanno espresso il loro supporto all’iniziativa?

#OpIceIsis

Di certo ad oggi c’è il prosieguo della campagna #OpIceIsis con cui gli hacker continuano a segnalare gli account considerati vicini ai terroristi. Nonostante il tentativo di affermazione di Kilafahbook, il primo esempio di piattaforma 2.0 totalmente dedicata al Califfato nata e defunta nel giro di pochi giorni, restano Facebook e Twitter le piazze migliori dove reclutare nuove leve, soprattutto quelle che abitano in Europa e negli Stati Uniti. Ed è per questo che sia Dick Costolo che Mark Zuckberger si sono esposti in prima linea per difendere le loro creature come luoghi in cui regnano la libertà di parola ma anche una necessaria forma di controllo contro degenerazioni dialettiche molto pericolose.

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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