In Università nasce l'olio d'oliva spalmabile
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In Università nasce l'olio d'oliva spalmabile

Si chiama Reolì, è come il burro ma non contiene grassi animali. Un'idea sviluppata dai ricercatori della Calabria e diventata un'impresa

Ci sono storie capaci di meravigliare, storie di intuizione e di collaborazione. Ed è questo il caso di Reolì, azienda fondata da un gruppo di imprenditori agricoli calabresi che si sono messi a dialogare con l’università e i ricercatori. Quello che ne è uscito è Reolì, un prodotto che reinventa il concetto di “burro spalmabile” e che vuole ritagliarsi uno spazio nella grande distribuzione italiana ma soprattutto nei Paesi nordici, la cui alimentazione basata sul burro ha bisogno di un prodotto che la renda più sana senza cambiarne le abitudini.

“Le università italiane e i loro laboratori sono una fucina di innovazione e di novità piene di potenziale” racconta Eugenio Conforti (foto), presidente e azionista di Reolì. “Quello che io e altri amici abbiamo fatto, è stato impedire che l’ennesimo buon risultato finisse a morire nel cassetto di qualche multinazionale, cercando invece di sviluppare nuova impresa italiana”.

Reolì, sede e stabilimento a Corigliano Calabro, è nata nel 2015 dallo spin off accademico R&DCal, composto dal team dei ricercatori del laboratorio di reologia (studia l'origine, la natura e le caratteristiche di deformazione dei corpi sotto l'azione di forze esterne) e ingegneria alimentare dell’Università della Calabria che, con il brevetto dello “spread bio-oil”, hanno rivoluzionato il processo per la produzione di grassi vegetali semisolidi e realizzato un “burro” spalmabile a base di olio di oliva e quindi naturalmente privo di colesterolo, lattosio, allergeni, grassi idrogenati e del tanto discusso olio di palma.

“Attorno a loro si è raccolta  quindi una decina di imprenditori, tra cui io, attivi nel settore agricolo e, attraverso Rinnovare energy farm, anche in quello delle energie rinnovabili” continua Conforti. “In tutto abbiamo investito circa 2 milioni, serviti per realizzare lo stabilimento e a far partire l’attività, detenendo complessivamente una quarantina di quote della società”.

La produzione è appena partita, dopo che Reolì è stato presentato al Sial di Parigi, la fiera di settore, e la prima fornitura è destinata a una catena di supermercati locali. “Abbiamo però già avviato molte e nuove trattative, anche con importanti gruppi nazionali” aggiunge il presidente. "E senza certamente trascurare l’estero, soprattutto il nord Europa, che siamo convinti apprezzerà molto un prodotto come Reolì che ci aspettiamo copra il 50 per cento del nostro business”.

Reolì, è infatti un sostitutivo di alcuni condimenti derivati da proteine animali, come il burro, o ricchi di grassi idrogenati, come le margarine, i cui consumi in Italia si aggirano tra i 4,1 e i 4,3 chili a persona. “Siamo anche un’alternativa più sana ai prodotti a base di olio di palma (le cui importazioni in Europa sono triplicate), di olio di colza o di cocco” sottolinea ancora il presidente “e soprattutto siamo il prodotto ideale per chi segue un’alimentazione vegana”.

I prodotti Reolì si prestano a tutto, spalmati sul pane, utilizzati nei dolci, per far saltare le verdure in padella, per confezionare gelati o surgelati, per la panificazione e chi più ne ha più ne metta. “Per questo ci rivolgiamo non soltanto alla grande distribuzione, ma anche alla ristorazione e all’industria del food, con l’obiettivo di arrivare a fatturare 10 milioni entro i prossimi tre anni”.

L’aspetto di Reolì è quello del burro e il prodotto viene presentato in due formulazioni, tutte caratterizzate da un tenore di grassi pari al 79 per cento costituito al 60 per cento da olio di oliva o da olio di girasole, mentre il resto è burro di cacao, acqua al 19 per cento, vitamina E e mono e digliceridi degli acidi grassi. “Reolì olio di oliva non teme confronti, contiene olio d’oliva extravergine al 60 per cento quando altri preparati si fermano  al massimo a 20. Viene proposto come sostitutivo del burro, mentre Reolì Girasole (con olio di semi di girasole) sostituisce le margarine ricche di olio palma” dice Conforti. “Crediamo molto in questi prodotti, orgogliosi di  poter dimostrare che si può fare industria, innovazione e made in Italy di qualità anche in Calabria”.

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Antonella Bersani

Amo la buona cucina, l’amore, il mirto, la danza, Milan Kundera, Pirandello e Calvino. Attendo un nuovo rinascimento italiano e intanto leggo, viaggio e scrivo: per Panorama, per Style e la Gazzetta dello Sport. Qui ho curato una rubrica dedicata al risparmio. E se si può scrivere sulla "rosea" senza sapere nulla di calcio a zona, tennis o Formula 1, allora – mi dico – tutto si può fare. Non è un caso allora se la mia rubrica su Panorama.it si ispira proprio al "voler fare", convinta che l’agire debba sempre venire prima del dire. Siamo in tanti in Italia a pensarla così: uomini, imprenditori, artisti e lavoratori. Al suo interno parlo di economia e imprese. Di storie pronte a ricordarci che, tra una pizza e un mandolino, un poeta un santo e un navigatore e i soliti luoghi comuni, restiamo comunque il secondo Paese manifatturiero d’Europa (Sì, ovvio, dietro alla Germania). Foto di Paolo Liaci

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