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Il web che non odia: 10 regole per comportarsi bene in rete

Il web che non odia: 10 regole per comportarsi bene in rete

A Trieste è nato il Manifesto della Comunicazione non ostile promosso dall’iniziativa “Parole Ostili”. Morandi testimonial d’eccezione

Il concetto alla base del cyberbullismo è che i ragazzi usano i social network come maschera, dietro cui nascondersi per sfogare la loro rabbia. Non è sempre così. I bulli online sono di tutti i tipi, anche 50enni frustati dal lavoro, casalinghe che tra un piatto della Clerici e un cazziatone dello chef Cannavacciuolo decidono di prendersela con la blogger di turno e politici che si sentono il diritto di criticare chiunque, pure i neolaureati che vanno all’estero alla ricerca di un futuro migliore. Con un motivetto intrigante ce lo ha spiegato persino Gabbani a Sanremo quando canta “risposte facili, dilemmi inutili”. Insomma, internet specchio della società odierna o sacco dell’indifferenziata dentro cui buttare tutto?

Vademecum essenziale

A rimettere un po’ di ordine nella complessità dialettica della rete c’ha pensato “Parole ostili”, un appuntamento che ha riunito a Trieste decine di volti conosciuti del web nostrano, politici, cantanti e semplici navigatori, convinti che vi sia la necessità di una nuova netiquette digitale, un vademecum da seguire principalmente sulle piattaforme 2.0 ma valido un po’ ovunque, perché risultato di metriche che dovrebbero valere sempre, rientranti nel sempre più raro campo dell’educazione.

Il Manifesto della Comunicazione non ostile

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Apollo Scribe/Flickr

Virtuale è reale. Dico o scrivo in rete solo cose che ho il coraggio di dire di persona

Il Manifesto della Comunicazione non ostile

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Esther Vargas/FLickr

Si è ciò che si comunica. Le parole che scelgo raccontano la persona che sono: mi rappresentano.

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Transformer18/Flickr

Le parole danno forma al pensiero. Mi prendo tutto il tempo necessario a esprimere al meglio quel che penso.

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Uncalno Tekno/Flickr

Prima di parlare bisogna ascoltare. Nessuno ha sempre ragione, neanche io. Ascolto con onestà e apertura.

Il Manifesto della Comunicazione non ostile

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irisgazer/Flickr

Le parole sono un ponte. Scelgo le parole per comprendere, farmi capire, avvicinarmi agli altri.

Il Manifesto della Comunicazione non ostile

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charming meiler/Flickr

Le parole hanno conseguenze. So che ogni mia parola può avere conseguenze, piccole o grandi.

Il Manifesto della Comunicazione non ostile

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Pascal Paukner/Flickr

Condividere è una responsabilità. Condivido testi e immagini solo dopo averli letti, valutati, compresi.

Il Manifesto della Comunicazione non ostile

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ahmed mando/Flickr

Le idee si possono discutere. Le persone si devono rispettare. Non trasformo chi sostiene opinioni che non condivido in un nemico da annientare.

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The Javorac/Flickr

Gli insulti non sono argomenti. Non accetto insulti e aggressività, nemmeno a favore della mia tesi.

Necessità della netiquette

Eppure agli albori dell’internet moderno, quando si chattava su mIRC e si scambiavano opinioni e pareri sui forum tematici, eravamo tutti più attenti ai modi di scrivere, per paura che il gestore della pagina potesse sbatterci fuori (in gergo bannare) per aver usato solo caratteri maiuscoli (sul web è come urlare) oppure offeso altri utenti. Cos’è cambiato? Forse la convinzione che nella globalità dei servizi odierni non esista un vero censore; anche su Facebook e Twitter, dove le uniche modalità di protezione dell’io digitale sono rappresentate da una denuncia al portale e alle forze dell’ordine che, seppur sempre consigliate, faticano a tenere il passo dei commenti e della viralità dei messaggi.

Sulle note di Morandi

La Presidente della Camera Laura Boldrini e la Presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia Debora Serracchiani hanno introdotto a Trieste il “Manifesto della Comunicazione non ostile” che vanta, tra gli oltre 400 giornalisti, manager, politici, docenti, comunicatori e influencer, il beneplacito di Gianni Morandi, presente in Friuli per raccontare la sua fresca esperienza di vip iperconnesso, che pure ha dovuto affrontare tanti bulli a cui dava troppo fastidio che il ragazzo di Monghidoro fosse così attivo a postare i momenti più divertenti della propria vita. 

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