Il problema delle risate registrate.

Il problema delle risate registrate.

Il mio primo ricordo va al caro e vecchio Drive In. Mi ricordo dei giovinastri, gente sui 18 anni, tutti con dei ciuffi di capelli resi antiproiettili da dosi esagerate di gel vestiti con felpe della Best Company (wow) …Leggi tutto

Il mio primo ricordo va al caro e vecchio Drive In. Mi ricordo dei giovinastri, gente sui 18 anni, tutti con dei ciuffi di capelli resi antiproiettili da dosi esagerate di gel vestiti con felpe della Best Company (wow) che si sganasciavano dalle risate per ogni battuta di Ezio Greggio  o Gianfranco D’Angelo. Che va benne tutto, io che avevo sei anni all’epoca ero anche giustificato a trovarli divertenti, ma una volta raggiunti gli otto anni già si è in difficoltà. Ma c’era da fare i conti con le risate registrate. Non solo i giovani si contorcevano in preda alle convulsioni per sketch imperdonabili come le Aste Toste: Oggetti Tosti per Tutti i Gosti!, ma le loro risa erano anche sottolineate da traccie audio di risate altrui, che aumentavano la resa dei numeri comici in questione. Avete capito? Sì, forse non sono stato chiarissimo, ma in realtà si tratta di un concetto semplicissimo e che il pubblico di tutto il mondo conosce perfettamente. La stragrande maggiornaza delle Sit Com utilizza le risate preregistrate. Lo scopo è quello di sottolineare le gag e soprattutto di aumentarne la loro efficacia. Lo sapete anche voi che le risate sono contagiose, no? Ma facciamo un esperimento: proviamo a togliere da una classica Sit Com come The Big Bang Theory e leviamoci la traccia delle risate.

Non è la cosa più deprimente di sempre? Già. Pensate che io dopo questa visione ho deciso di non guardare mai più serie Tv con le risate registrate. Ma c’è chi ha fatto di peggio. O di meglio, dipende dai punti di vista. C’è chi ha aggiunto le risate a una serie drammatica come The Wire. Volete vedere il risultato?

A voi le conclusioni.

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Federico Bernocchi

Federico Bernocchi è un giovane di 35 anni. Conduce la trasmissione televisiva Cloud su Coming Soon TV, scrive per Rivista Studio, Wired e Vogue. Sacrifica la sua vita sociale e le sue ore di sonno guardando insistentemente film e serie televisive.

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