Così Google vuole trasformare le nostre città
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Tecnologia

Così Google vuole trasformare le nostre città

Non solo auto che si guidano da sole. A Mountain View c’è chi studia come migliorare la qualità della vita in città a 360 gradi. Diminuendone i costi

Qui non esiste il traffico, i servizi di trasporto sono efficienti, gli addetti comunali così come tutti gli altri dipendenti pubblici rispondono in tempo reale alle richieste dei cittadini, ma soprattutto il costo della vita è in continua diminuzione.

Benvenuti a Googleland, la città del futuro, destinazione ambita da chiunque abbia minimamente a cuore il concetto di qualità della vita. No, non stiamo parlando di Mountain View - Comune della Contea di Santa Cruz che dal 2004 è sede del quartier generale della software-house più potente del Pianeta, ma del modello di smart city immaginato da Larry Page e soci.

Sull’argomento le informazioni sono ancora poche e abbastanza riservate, quel che è certo è che Google ha deciso di riservare una fetta dei suoi investimenti in ricerca e sviluppo ad un vero e proprio laboratorio dedicato alle tecnologie che possono rivoluzionare (in meglio) il vivere cittadino. Si chiamerà SideWalk Labs e sarà a tutti gli effetti una startup controllata da Google creata con il preciso scopo di realizzare progetti innovativi legati al tema della città intelligente.

Il componenti del team di questo laboratorio, guidato da Daniel L. Doctoroff, ex vice sindaco di New York per lo sviluppo economico e amministratore delegato di Bloomberg LP, descrivono l’iniziativa come un vero e proprio centro di innovazione urbana il cui obiettivo primario sarà quello di abbattere l’inquinamento, ottimizzare i consumi energetici, migliorare il trasporto pubblico e ridurre il costo della vita per i cittadini.

Le tecnologie su cui lavorerà il team di sviluppo di di SideWalk Labs - si legge nel comunicato stampa rilasciato a margine dell’annuncio - permetteranno alle città e ai cittadini di affrontare i problemi in tempo reale sfruttando la connettività ubiqua, la condivisione, l'Internet delle cose, la gestione dinamica delle risorse, la costruzione di edifici e infrastrutture flessibili. Alcune di queste verranno sviluppate ex-novo spiega lo stesso Doctoroff al New York Times, altre verranno acquisite, in altri casi si procederà con accordi specifici.

Google, che come noto sta lavorando da qualche anno al progetto dell’auto che si guida da sola, è evidentemente convinta che il concetto di qualità della vita in città si giocherà a tutto campo: viabilità quindi, ma anche, efficientamento di tutte le strutture e infrastrutture che fanno parte del living metropolitano. Un modello che vuole trasformare ogni aspetto del vivere cittadino, persino il modo di cercare e trovare una casa in vendita o in affitto: nella città immaginata dalla grande G ci sarà un'app che mostrerà in tempo reale quali sono gli appartementi più interessanti per prezzo e dimensioni, il tutto ovviamente georeferenziato su Google Maps.

Un progetto a dir poco ambizioso, non c’è che dire, per non dire utopistico. Sempre che si possa ancora parlare di utopia davanti a una società che ha già mappato più volte il pianeta terra, e che fra i suoi sogni nel cassetto ha anche quello di portare il segnale Web in ogni angolo del pianeta attraverso una flotta di mongolfiere e connettere a Internet qualsiasi oggetto del nostro vivere quotidiano, dai vestiti alle scarpe, fino alle lenti a contatto.

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Roberto Catania

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