Google Chromecast, le 3 principali differenze  rispetto all'Airplay di Apple
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Google Chromecast, le 3 principali differenze rispetto all'Airplay di Apple

Google lancia un dispositivo per la visualizzazione di video online su TV, a un prezzo ridicolo. Sulla carta si presenta come un'alternativa migliore a Airplay di Apple, ma per ora Apple offre un ventaglio più ampio di contenuti

Costa 35 dollari, a guardarlo di sfuggita assomiglia a una chiavetta USB, in realtà è dotato di un connettore HDMI, lo attacchi al tuo televisore e, se hai una connessione WiFi, sei già pronto a guardare video online sul televisore di casa. Si chiama Chromecast ed è una delle novità più interessanti che Google ha presentato all’evento di San Francisco di ieri. Dopo aver tentato per anni, inutilmente, di piazzare il proprio scatolotto nelle case dei propri utenti, Google se n’è uscito con una soluzione che rende molto più facile (ed economico) trasferire la fruizione dei contenuti video online da PC, tablet e smartphone, allo schermo TV.

Chromecast funziona in modo estremamente semplice : togli la chiavetta dalla scatola, la colleghi al tuo TV, lo connetti al tuo router WiFi e a quel punto sei già pronto a guardare video online utilizzando qualunque dispositivo mobile come telecomando. Se ad esempio sei sul divano e stai utilizzando un’app con supporto Chromecast (una su tutte, YouTube), quando selezionerai un contenuto l’app riconoscerà automaticamente la presenza di un dispositivo Chromecast e farà apparire un pulsante per la condivisione su TV. Una funzionalità analoga è stata integrata nel browser Chrome, in modo da poter lanciare filmati direttamente dal proprio PC.

Si potrebbe dire che Google ha finalmente scoperto l’uovo di Colombo, se non l’avesse già scoperto Apple, tre anni fa, con Airplay . I due sistemi puntano allo stesso risultato, ma sono piuttosto differenti, ed è proprio su queste differenze che Google potrebbe impalcare la sua scalata verso il trionfo nel settore dell'online TV.

PREZZO
Inutile girarci intorno, il prezzo di un dispositivo che punta a scalzarne uno già radicato sul mercato è un aspetto cruciale. Per questo Google ha deciso di lanciare Chromecast con un prezzo folle: 35 dollari. Al prezzo di due Blu-Ray qualunque utente può connettere il laptop o un qualsiasi dispositivo mobile al TV (sempre che abbia una presa HDMI) e vedere i contenuti YouTube e Netflix scorrere sul televisore. Non c’è bisogno di un set-top box, né di qualsivoglia abbonamenti, compri Chromecast e sei a posto. Con Airplay la questione è differente: Airplay è un software, implementato in tutti i dispositivi iOS e nei computer dotati di iTunes (ma solo per i contenuti audio), che può essere utilizzato per inviare contenuti audio e video. Per poterli fruire però è necessario un dispositivo ricevente, che può essere un Apple TV o uno dei dispositivi sviluppati da produttori terzi a cui Apple ha concesso licenza. Se si considera che il set-top box Apple TV da solo costa 99 dollari, è chiaro che Google sul prezzo è entrato a gamba tesa.

FLESSIBILITA'
Mario Queiroz, VP di Google, l’ha detto chiaro e tondo: “Non vi costringeremo ad avere lo stesso sistema operativo su tutti i vostri dispositivi.” Tradotto: Chromecast è compatibile con qualsiasi tipo di piattaforma: sia essa Android, Windows, Chrome OS, e sì, anche iOS. In confronto, Airplay è compatibile unicamente con dispositivi iOS e OS X. Durante l’evento di ieri, Queiroz ha infilato abbondantemente il dito nella piaga della compatibilità mostrando come Chromecast consenta di visualizzare video YouTube sul proprio TV utilizzando un iPhone.

CONTENUTI
Ma se anche Google ha fatto in modo di presentarsi sul mercato con una serie di assi nella manica, per quanto riguarda l’offerta di servizi streaming deve accontentarsi di assaggiare la polvere di Apple. La funzionalità Chromecast per ora è stata implementata solo nelle app di YouTube e Netflix (e in Chrome), mentre Airplay è supportato anche da Huluplus, HBOGo, Spotify, Pandora e Rdio. Per colmare questa disparità Google dovrà stringere legami più stretti con i produttori di contenuti in modo da poter schierare un’offerta ampia almeno quanto quella di Apple. Nel frattempo, però, Google sta lavorando anche su un altro fronte: quello hardware, trattando con i produttori di apparecchi televisivi (come Samsung) affinché integrino la tecnologia Chromecast direttamente nei propri TV.

 

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Fabio Deotto