GoalControl: come funziona la tecnologia che ha visto il gol fantasma di Francia-Honduras
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GoalControl: come funziona la tecnologia che ha visto il gol fantasma di Francia-Honduras

Si chiama GoalControl, è sviluppata da un’azienda tedesca e sorveglierà le aree di rigore delle partite dei Mondiali attraverso 14 telecamere puntate sulle porte

È il secondo minuto del secondo tempo di Francia-Honduras. I Bleus sono in vantaggio per un gol a zero quando Benzema entra in area come una scheggia e calcia di sinistro una palla che pare destinata a infilarsi nell’angolo opposto della porta difesa da Valladares. E invece , per quegli strani scherzi del destino che sembrano architettati dagli irriverenti dei del calcio, il pallone va a sbattere sul palo e torna fra le mani dell’estremo difensore honduregno che con un movimento un po’ goffo respinge male la sfera facendola rotolare verso la linea di porta. Sembra gol, anzi no, il portiere forse ha smanacciato la palla prima che varcasse completamente la linea bianca.

Ma l’arbitro, il brasiliano Sandro Ricci, non ha il benché minimo dubbio. Dopo aver dato una rapida occhiata al suo orologio digitale punta il dito verso il dischetto di centrocampo: è gol. Determinazione? Intuito? Fortuna? No, l’arbitro Ricci ha avuto semplicemente la possibilità di avvalersi dell’aiuto di 14 occhi infallibili piantati sugli spalti dello stadio Beira-Rio di Porto Alegre. Sono gli obiettivi delle telecamere installate da GoalControl, l’azienda tedesca che ha ricevuto dalla FIFA il compito di implementare - per la prima volta in una competizione ufficiale - una tecnologia in grado di fornire un giudizio insindacabile sui cosiddetti gol fantasma.

Goalcontrol è tecnicamente un sistema di visione: 14 telecamere (7 per porta) posizionate intorno al campo e sulla copertura dello stadio sorvegliano per tutta la durata della partita le due porte, fornendo - in caso di gol-non-gol - una valutazione precisa sulla posizione della palla rispetto alla linea di porta. Ciò è reso possibile sia dalla precisa ubicazione dagli obiettivi - che puntano sia dietro, in mezzo e davanti alla porta - sia grazie a un sistema di elaborazione centralizzato che ha il compito di ricevere le immagini provenienti dalle telecamere, elaborarli e inviare un messaggio (goal o non goal) a uno speciale smartwatch legato al polso dell’arbitro. Il tutto in tempo pressoché reale.

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Spiega in un comunicato la FIFA: "La posizione della palla è continuamente e automaticamente registrata in tre dimensioni non appena si approssima alla linea di porta. Se la palla attraversa completamente la linea di porta, la CPU invia i dati in meno di uno secondo al ricevitore indossato dall’arbitro. Il quale, in ogni caso, avrà sempre l'ultima parola per convalidare o meno il gol".

L’eventualità che i direttori di gara possano ribaltare la decisione sancita dagli strumenti tecnologici appare però piuttosto remota. C’è da scommettere che quello di Benzema e tutti gli altri casi dubbi di questi mondiali verranno risolti perentoriamente da GoalControl (quale arbitro correrà il rischio di opporsi a una tecnologia nata col preciso scopo di ovviare ai naturali limiti dell’occhio umano?). Quanto alla sicurezza, rassicura l’azienda tedesca, non c’è alcun rischio che il sistema possa essere in qualche modo hackerato dall’esterno. I dati inviati dalle telecamere ai server GoalControl, infatti, sono criptati, così da evitare sabotaggi.

Sembrerebbe, insomma, che il mondo del football abbia finalmente trovato una soluzione definitiva a un problema che in non pochi casi ha finito per condizionare risultati e tornei (qualcuno si ricorderà della finale dei Mondiali del ’66 o del goal di Lampard contro la Germania non convalidato agli scorsi mondiali in Sudafrica). Ma non è proprio così. Nemmeno l’occhio imparziale della tecnologia sembra aver messo tutti d’accordo, né fra i tifosi (c’è chi, vedendo e rivedendo le immagini, non è ancora convinto dell'effettiva regolarità del gol di Benzema), sia soprattutto fra gli addetti ai lavori.

I vertici della Bundesliga, ad esempio, hanno recentemente comunicato che non adotteranno il sistema durante il prossimo campionato tedesco e anche il presidente dell’Uefa, Michel Platini, si è dichiarato piuttosto scettico sull’impiego della tecnologia nelle competizioni europee. Il problema, ha spiegato l’ex campione juventino alla CNN, risiederebbe sia nella perdita di autorità di tutto il movimento arbitrale sia negli alti costi della tecnologia (circa 70 milioni di euro per la copertura della sola Champions League). “Preferirei spendere questi soldi per migliorare i campi da gioco o per creare nuove infrastrutture da dare ai giovani”, ha sottolineato Platini.

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Proprio per questi motivi appare difficile, se non impossibile, che anche i vertici della FGCI si pronuncino a favore dell’ingresso delle telecamere negli stadi italiani. Che, ancor prima della tecnologia GoalControl, avrebbero forse bisogno di una grande opera di ristrutturazione per adeguarsi agli standard europei. E poi, diciamoci la verità, che campionato sarebbe senza le immancabili e stucchevoli polemiche sui gol fantasma che ormai fanno parte del Bar Sport all'italiana?

 

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Roberto Catania

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