Globetrotter a costo zero. Qualche ora di volontariato in cambio di vitto e alloggio.

Globetrotter a costo zero. Qualche ora di volontariato in cambio di vitto e alloggio.

Se alla voglia di viaggiare (che coglie quasi tutti in questo periodo di vacanze natalizie) uniamo l’impulso a fare qualcosa di utile ma siamo a corto di contanti per realizzare i nostri sogni di globetrotter… beh, una soluzione ci sarebbe: …Leggi tutto

Se alla voglia di viaggiare (che coglie quasi tutti in questo periodo di vacanze natalizie) uniamo l’impulso a fare qualcosa di utile ma siamo a corto di contanti per realizzare i nostri sogni di globetrotter… beh, una soluzione ci sarebbe: fare del volonturismo. Cioè girare il mondo a costo zero facendo volontariato. In pratica, si partecipa a un progetto umanitario (o si aderisce a iniziative a favore dell’ambiente, della ricerca o altro) nel proprio Paese o in una terra lontana, dall’India alla Nigeria alla Nuova Zelanda (nella foto sopra), e si soggiorna gratuitamente in cambio di alcune ore di lavoro. Un’esperienza che permette d’immergersi totalmente nella realtà locale, a contatto diretto con persone, culture e tradizioni, ma anche con problemi e difficoltà del vivere quotidiano.
Perché questo tipo di vacanza si riveli un’esperienza di vita che lasci il segno è importante rivolgersi a organizzazioni o strutture di provata serietà. Poi è fondamentale capire quali sono gli ambiti che ci interessano veramente: a volte, spinti dall’entusiasmo di voler rendersi utili, ci si ritrova a svolgere “lavori“ lontani dalle proprie attitudini… trasformando il proprio contributo in un impegno inutilmente faticoso.

Chi ama la natura ed è sensibile alle tematiche legate all’ambiente, in particolare all’agricoltura, biologica e non, alle tecniche di coltivazione o alla cura di animali da cortile o da allevamento può rivolgersi al World Wide Opportunities on Organic Farms (Wwoof) un’organizzazione radicata in 53 Paesi  di tutti i cinque continenti  che opera da oltre 40 anni (già questa è una garanzia) con lo scopo di diffondere l’interesse per le pratiche biologiche e rendere accessibile il lavoro agricolo a chiunque lo desideri. Wwoof può contare su una rete di oltre 12.000 fattorie biologiche in tutto il mondo (l’elenco si trova sul sito) pronte ad ospitare wwoofers (volontari) di qualsiasi nazionalità per periodi che vanno da pochi giorni, a settimane, a mesi: viene offerto vitto e alloggio in cambio di alcune ore (quante? di solito 4 ore al giorno per 5 gg, ma il numero cambia da Paese a Paese e dagli accordi presi) di lavoro agricolo o in fattoria.

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Wwoof india

Non sono richieste né esperienza né capacità specifiche, non ci sono limiti di età, basta aver voglia di collaborare. Magari mettendo a disposizione le proprie conoscenze in materia (molto apprezzate nei Paesi più arretrati). E in molte fattorie si possono portare anche i propri figli.
Anche se è meglio prenotare un paio di mesi prima della data scelta, è facile comunque trovare posto in fattoria anche pochi giorni prima della partenza. Ma c’è chi preferisce fare viaggi itineranti e presentarsi direttamente in una delle aziende aderenti al Wwoof concordando al momento la durata della permanenza. Per poi spostarsi in un’altra zona o  addirittura un altro Paese.

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Wwoof Mexico

Quali sono le mansioni più comuni da svolgere?
Vendemmiare, seminare, ripulire l’orto dalle erbacce
Pulire la stalla, nutrire gli animali: mucche, maiali cavalli
Dare da bere alla piante.
Tagliare i rami secchi degli alberi o l’erba del prato
Costruire recinti
Raccogliere frutta e verdura
Costruire piccole abitazioni
Pascolare pecore o capre

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Carla Brazzoli

Sono nata in estate, al mare, e da subito ho respirato aria di vacanza. Naturale che abbia la fissa del viaggio, non importa dove, basta andare. E faccio bene perché tutte le volte che sono partita ho raccolto spunti e ricordi indelebili.

Dalla Tanzania alla Birmania, dal Messico all’Indonesia, ho sempre portato a casa nuove emozioni e nel cuore conservo gli sguardi che ho incrociato, i sorrisi che mi sono stati regalati e il dispiacere degli addii. Immancabilmente, ogni aereo in decollo che riesco a intercettare dalla finestra del mio ufficio di Segrate, che guarda verso Linate, mi fa sussultare.

Viaggiare apre la mente, è un vero doping per lo spirito. Ogni luogo, anche il più banale, nasconde l’imprevedibile. Basta saperlo trovare. Viaggiate gente, viaggiate.

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