Tra Freddie e Michael c’era di mezzo un lama
Ansa
Musica

Tra Freddie e Michael c’era di mezzo un lama

Mercury e Jackson si incontrarono una sola volta, nel 1983, per registrare un duetto, poi rimasto inedito. Ma l’intesa tra i due si interruppe per colpa di uno strano quadrupede, presente in sala d’incisione. Ora, dopo trent’anni, si potranno finalmente ascoltare quei brani.

Tutta colpa di Louie. Se non si fosse messo in mezzo, Freddie Mercury e Michael Jackson avrebbero registrato insieme molte canzoni, forse un album intero da consegnare alla storia del pop. Ma Jackson non si separava mai da Louie. Ecco perchè lo aveva piazzato al centro della sala d’incisione, muto e immobile, unico e ingombrante testimone dell’incontro tra lui e il vocalist inglese. Ma chi era Louie? Un lama, ospite dello zoo privato di Jackson.

Jim Beach, manager dei Queen dal 1978, rievoca così la concitata telefonata di Freddie Mercury che mise bruscamente fine alla collaborazione con il re del pop: "Manda qualcuno a prendermi. Subito. Sto cantando da due ore a fianco di un lama con un nome bizzarro, Louie. Non mi sento a mio agio, capisci? Vorrei andarmene in fretta. Tirami fuori di qui". "Tutto si svolse in poche ore a Encino, in California, nella sontuosa residenza di Jackson. Era il 1983, l’anno del boom di Thriller" racconta a Panorama Brian May, chitarrista e amico fraterno di Mercury. "In poco tempo riuscirono a registrare qualcosa di speciale e molto intenso. Ora che le questioni burocratiche e legali si sono appianate, credo proprio che tra qualche mese il mondo potrà ascoltare quelle registrazioni. Io e Roger Taylor (il batterista dei Queen, ndr) stiamo lavorando duramente con il musicista e compositore William Orbit per trasformare quei provini in brani finiti".

Erano da soli nello studio, Jackson e Mercury. Le loro voci, un pianoforte e qualche base preregistrata. Unica eccezione, a parte il lama, Peter Freestone, l’assistente personale del cantante dei Queen. "Mi chiesero di battere sullo stipite della porta con il pugno per cinque minuti, tenendo sempre lo stesso tempo. Avevano bisogno di una base percussiva e non c’era un batterista" racconta Freestone. Una full immersion esaltante ma anche impegnativa, quella di Brian May e Roger Taylor, che da settimane ascoltano e riascoltano le registrazioni dello storico meeting. I due protagonisti di quell’incontro non ci sono più, e questo pesa: "Emotivamente sto pagando un prezzo molto alto" dice May. "Freddie è nei miei pensieri ogni giorno e risentire la sua voce rimette in circolo tutti i ricordi di decenni condivisi. Giorno per giorno, ora per ora".

Il rapporto tra i Queen e Michael Jackson era iniziato nel 1980 con una diatriba prettamente musicale. "Eravamo indecisi" spiega Roger Taylor "sulla canzone da scegliere per promuovere il nostro album The Game. Michael, che lo aveva ascoltato tutto, alla fine di un party a Los Angeles, mi prese da parte per dirmi: "Voi avete una canzone come Another one bites the dust e non volete pubblicarla come 45 giri? Ma siete ammattiti?". Gli risposi che si sbagliava, non avrebbe mai funzionato, che stava prendendo un abbaglio gigantesco. Alla fine, seguimmo il suo consiglio. Adesso, tutti sanno com’è andata: quel pezzo è uno dei più grandi successi della nostra carriera". Una carriera che si Ë interrotta, almeno per quanto riguarda i concerti (Mercury Ë morto nel 1991 di aids), la notte del 9 agosto 1986 a Knebworth, in Inghilterra: "Dopo l’ultimo concerto del Magic Tour, Freddie scese dal palco dicendo che non avrebbe più retto uno sforzo del genere, che aveva dolori in ogni parte del corpo" ricorda May. "Non ci preoccupammo, già in altre occasioni si era lamentato dello stress fisco a cui si sottoponeva durante gli show. No, quella sera non abbiamo intuito che era l’inizio della fine".

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Gianni Poglio