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Economia

Spesometro, le ragioni del rinvio

Sul sito utilizzato per inviare le fatture continuano i disservizi e su pressione dei commercialisti ora sulle scadenze interverrà anche il governo

Il caos che si è prodotto sul sito dell’Agenzia delle entrate utilizzato dai commercialistiper inviare le fatture relative allo spesometro dei propri assistiti, sta avendo conseguenze imprevedibili.

Dopo un giorno di vivace protesta da parte degli stessi commercialisti infatti, l'Agenzia delle entrate aveva deciso di concedere una proroga dei termini, originariamente fissati al 28 settembre: la nuova scadenza per il momento era stata prevista al 5 ottobre.

Ben dieci giorni in meno però rispetto alle richieste degli stessi commercialisti, che data la gravità della problematica, avevano infatti proposto come nuovo termine di consegna delle fatture il 15 ottobre.

Ora però la situazione è tornata ad essere di allarme, con il sito che ripropone le stesse problematicità dei giorni scorsi. E a questo punto sembra inevitabile un nuovo stop agli invii, con il governo che è interevenuto per bocca del viceministro dell'Economia Luigi Casero, affermando che, una volta ristabilità la piena funzionalità del sito, verrà sicuramente concesso un numero congruo di giorni in più ai commercialisti per espletare le operazioni di invio delle fatture. Ma vediamo di capire come si è originato il problema legato allo spesometro e quali conseguenze ha avuto finora.

Privacy a rischio

Tutto ha avuto inizio il 22 settembre scorso quando ci si è resi conto che sul sito utilizzato dai commercialisti per inviare le fatture relative allo spesometro si era aperta una pericolosa falla. In effetti, bastava inserire il codice fiscale di un contribuente per poterne visionare tutti i dati fiscali, anche quelli più riservati.

Un vero e proprio caso di violazione della privacy che ha portato l’Agenzia delle entrate a bloccare immediatamente la fruibilità del sito stesso. A cascata ovviamente ne è seguito un ritardo sostanziale nell’invio delle documentazioni, che ha spinto i commercialisti immediatamente a chiedere una proroga dei termini di consegna delle fatture stesse.

Nuove scadenze: un compromesso traballante

Dopo una prima fase di studio e analisi della situazione, l’Agenzia delle entrate aveva deciso in effetti di concedere una proroga che, come già accennato, spostava i termini per l’invio delle fatture dal 28 settembre al 5 ottobre. Una concessione che però non aveva convinto in pieno i commercialisti, che erano rimasti sul piede di guerra, ancorati alla loro proposta originaria, di spostare cioè al 15 ottobre la scadenza ultima della consegna.

Una posizione che in realtà non aveva trovato del tutto contraria l’Agenzia delle entrate che aveva comunicato che per casi particolari per i quali si fossero riscontrate obiettive difficoltà per i contribuenti o la presenza di meri errori materiali, non sarebbero state comunque applicate le sanzioni, anche se l’invio delle fatture fosse avvenuto dopo il 5 ottobre, ma entro 15 giorni dall’originaria scadenza del 28 settembre. Un compromesso che in ogni caso sembrava non aver accontentato in pieno i commercialisti.

La situazione attuale

Intanto, i tecnici informatici dell’Agenzia delle entrate avevano provveduto a ripristinare l’efficienza del sito finito sotto accusa. In particolare sembrava fossero state ristabilite le garanzie circa la privacy dei contribuenti. Mancavano invece all’appello alcune funzionalità come ad esempio la modifica dei dati fattura attraverso interfaccia web.

In questo ore invece, come accennato più sopra, l'amara constatazione che le difficoltà dei giorni scorsi sono tornate a manifestarsi, con forti rischi soprattutto per la garanzia della privacy dei contribuenti. Da qui, il promesso intervento del governo, che d'altro canto era stato invocato con forza proprio dagli stessi commercailisti. Vedremo ora nei prossimi giorni come si risolverà la vicenda oppure eventuali nuovi sviluppi inattesi.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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