La quotazione di Rai Way: le 5 cose da sapere
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La quotazione di Rai Way: le 5 cose da sapere

L’esordio in Borsa ha visto protagonisti soprattutto investitori esteri e ha portato a un incasso di 240 milioni di euro

1 - Il progetto di quotazione
Il programma di privatizzazione di Rai Way può essere considerato un piccolo successo personale di Luigi Gubitosi, il direttore generale della Rai. Solitamente infatti nel nostro Paese i tempi che passano tra l’annuncio di una privatizzazione e quelli della sua reale attuazione sono lunghissimi. In alcuni casi addirittura alcuni annunci sono rimasti solo sulla carta. Nel caso di Rai Way invece dal momento in cui si è parlato di una sua quotazione a quello dell’esordio effettivo in Borsa sono passati soltanto cinque mesi. Complice forse anche la necessità della Rai in questa fase di reperire nuove fonti di finanziamento a fronte della richiesta di spending review arrivata dal governo dell’ordine di 150 milioni di euro.  

2- Valori di Borsa
Il titolo Rai Way è stato collocato in apertura di seduta a quota 2,95 euro per un incasso complessivo pari a circa 240 milioni di euro. Il valore iniziale è stato poi presto superato, dimostrando il grande interesse che anche, e forse soprattutto, a livello internazionale ha suscitato questa privatizzazione. Le azioni nel corso della giornata hanno toccato un picco di 3,116 euro, chiudendo a fine seduta con un aumento del 4,68% a quota 3,008. Sul calo di fine seduta hanno influito certamente le notizie del ricorso al Tar che il Cda della Rai ha deciso di inoltrare contro il governo in seguito alle citate richieste di spending review. Una notizia che in parte ha certamente frenato gli entusiasmi dei mercati finanziari.

3 - Chi ha investito
L’Ipo di Rai Way è arrivata dopo un road show internazionale che ha visto come tappe più significative tutte le maggiori piazze finanziarie: da Francoforte a Londra, da Parigi a New York fino a Boston. Appuntamenti nei quali era emerso chiaramente l’interesse di investitori stranieri per il titolo Rai Way. Non è un caso allora che in fase di collocazione la parte del leone l’abbiamo fatto proprio fondi statunitensi, con in testa Black Rock, e anglosassoni. Per l’Italia invece gli acquisti sono stati molto più modesti. Tra i più attivi da citare il fondo Kairos, l’unico investitore nostrano a superare la soglia del 2% di partecipazione. A seguire molte altre realtà finanziarie, come Anima, Fideuram, Azimut, Ubi, Mediolanum e Unipol, tutte però con investimenti decisamente minori.

4 - Cosa fa Ray Way
Ray Way è una società per azioni diventata pienamente operativa il 1 marzo del 2000. Nasce come    controllata della Rai e il suo compito è quello di gestire le torri di trasmissione della tv pubblica. Si tratta di un ruolo chiave perché stiamo parlando di una complessa infrastruttura costituita da centinaia di stazioni collegate tramite ponti radio e in fibra ottica. E’ quello che si dice un gestore di rete, attività questa diventata sempre più strategica. Non a caso negli ultimi anni alcune aziende che controllavano reti pubbliche sono state messe sul mercato e sono diventate entità autonome, il tutto per favorire la nascita di una vera concorrenza nei vari mercati. Casi emblematici in questo senso sono Terna, che controlla la rete elettrica del Paese, oppure Rfi, che gestisce la rete ferroviaria della Penisola. La decisione dunque di mettere sul mercato e di privatizzare Rai Way ha avuto per una parte questo obiettivo, e per altro, inevitabilmente, quello di generare risorse finanziarie fresche per la Rai.

5- Progetti futuri
Sull’onda del vero e proprio successo del collocamento, il presidente di Rai Way Camillo Rossotto ha voluto sottolineare quello che appare al momento come uno dei progetti futuri più significativi a cui la sua azienda sarebbe interessata. Si tratta dell’acquisto delle torri di trasmissione di Wind. Una gara in questo senso è stata avviata e Rossotto ha confermato che Rai Way è “parte del processo in maniera attiva”. Insomma un modo per assicurare gli investitori di Borsa che i soldi spesi in azioni potrebbero essere presto ripagati dallo sviluppo delle attività gestite dalla società.  

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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