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(Ansa)
Economia

La verità nascosta sul prezzo della benzina e del gasolio

Le oscillazioni dei prezzi di questi giorni sono legati a mille fattori, non solo le accise

Ogni volta è la stessa storia: il prezzo della benzina si impenna e fior di commentatori iniziano a denunciare la presunta speculazione ai danni degli automobilisti. «Ma come, la quotazione del petrolio ora è diminuita eppure la benzina e il diesel non scendono, come mai? Colpa dei petrolieri e dei distributori» è l’unanime coro. Ora, che qualcuno faccia il furbo in situazioni di mercato così concitate è possibile. Però bisogna anche evitare di fare facili semplificazioni. La benzina e il diesel non solo il petrolio, sono prodotti che derivano dal greggio ma sono anche frutto di una serie di lavorazioni nelle raffinerie e poi vengono trasportati. Estremizzando, uno potrebbe chiedersi come mai il prezzo di un’auto non scende quando cala il prezzo dell’acciaio, la materia prima di cui è fatta la vettura. In misura molto minore un ragionamento del genere andrebbe fatto anche sulla benzina. Non solo. Come ogni prodotto, il prezzo della benzina e del diesel sono sensibili alla domanda: quando come in questi giorni c’è una forte richiesta di gasolio e questo manca a causa del calo di forniture dalla Russia, la sua quotazione sale e addirittura supera quella della benzina.

Diamo un po’ di numeri. Il 16 marzo il prezzo della benzina alla pompa era di circa 2,18 euro al litro, di cui 1,12 di imposte. Togliamo la parte di imposte e restano 1,06 euro. Questo è il costo netto della benzina. Di questo costo netto il petrolio rappresenta circa il 50%: se un barile di petrolio viene valutato 100 dollari e contiene 159 litri, il greggio costa circa 60 centesimi di dollaro al litro, cioè 53 centesimi di euro. Per i consumatori europei c’è anche l’effetto cambio a peggiorare la situazione: nel 2008 un euro valeva anche 1,5 dollari, oggi vale 1,1 dollari. E di conseguenza per noi oggi il greggio è più caro.

Ma a parte le fluttuazioni delle monete, al prezzo del petrolio occorre aggiungere i costi della raffinazione, del trasporto e della distribuzione del prodotto finito. Tra l’altro la raffinazione è un’industria energivora, e con l’aumento dei prezzi dell’energia ii suoi costi salgono. Lo stesso vale per il trasporto.

In conclusione, il prezzo del greggio incide per meno di un quarto sull’andamento del prezzo della benzina e del gasolio. E non è detto che ad un suo calo corrisponda anche una diminuzione immediata dei costi di raffinazione e di trasporto. E nel frattempo il dollaro potrebbe rivalutarsi vanificando il ribasso della materia prima. Insomma, signora mia, come al solito le cose sono più complicate di quanto sembri in un dibattito in tv.

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Guido Fontanelli