Pirelli, le linee chiave del nuovo piano industriale
(Erica Canepa, Bloomberg via Getty Images)
Economia

Pirelli, le linee chiave del nuovo piano industriale

Dopo che il 2019 si è chiuso in linea con le attese il piano industriale per il 2022 si annuncia delicato e coerente con la crisi produttiva derivata dalla situazione cinese

Cresce il fatturato di Pirelli e il +2,5% del 2019 è il biglietto d'ingresso per presentare il piano industriale per il 2022.

L'anno che si è concluso si è chiuso infatti in linea con le attese.

Secondo i risultati preliminari, il gruppo ha realizzato ricavi per 5,323 miliardi, in crescita del 2,5% sul 2018, e un ebit rettificato a 917,3 milioni, pari al 17.2% dei ricavi.

Diminuisce l'indebitamento finanziario netto a 3,024 miliardi per un rapporto tra debito netto e ebitda rettificato ante costi di start up a 2,42 volte, anche in questo caso in linea con i target.

Il flusso di cassa netto ante dividendi e impatto IFRS16 è stato pari a 332,9 milioni di euro, in linea con il target di 330-350 milioni di euro; il rapporto fra posizione finanziaria netta ed Ebitda ante costi di start up in linea con il target.

Il nuovo piano industriale invece, come spiegato dal Presidente Marco Tronchetti Provera "E' basato su una interpretazione assai realistica della difficile situazione attuale".

Il riferimento è ovviamente alla situazione cinese con la diffusione del Coronavirus che già ora ha avuto un impatto notevole sul bilancio del trimestre nell'ordine di 30 milioni a livello di Ebit e due stabilimenti su tre fermi in Cina.

Per il triennio, quindi, Pirelli conferma la centralità dell'High Value, con un consolidamento della leadership anche attraverso un ulteriore rafforzamento delle barriere competitive, l'utilizzo delle tecnologie digitali anche in ottica predittiva rispetto alla tipologia e alla localizzazione della domanda, lo sviluppo di prodotti e processi sempre più sostenibili.

Nel segmento High Value Pirelli prevede di sovraperformare il mercato di circa 3 punti percentuali, con un tasso di crescita medio annuo dei volumi pari a circa il 9% (circa 6% la crescita stimata del mercato).

Nello Standard Pirelli proseguirà la riduzione, ma cogliendo le opportunità legate ai 17 pollici e potendo contare su fonti produttive low cost (Russia e Latam).

I ricavi sono previsti in crescita a circa 5,4 miliardi nel 2020 e circa 5,8 miliardi nel 2022, con un tasso medio di crescita annuo pari a circa il 3%.

I ricavi High Value saranno pari a circa il 73% dei ricavi complessivi a fine piano rispetto al 69% previsto nel 2020 (circa 67% nel 2019).

Le attese sui volumi complessivi sono di una crescita media annua nell'arco di piano compresa tra +1,5% e +2%.

E' inoltre previsto un flusso di cassa netto ante dividendi complessivo pari a circa 1,5 miliardi di euro, di cui circa 400 milioni nel 2020, circa 500 milioni nel 2021 e circa 600 milioni nel 2022. La politica dei dividendi prevede un pay out confermato pari al 40% dell'utile netto consolidato.

La previsione di investimento è di circa 900 milioni e l'azienda, ha spiegato Tronchetti Provera, si svilupperà attraverso tre direttive chiave: competitività dei costi, sviluppo commerciale e innovazione tecnologica.

In particolare sul fronte costi il piano industriale prevede una riduzione dei costi per 510 milioni nel triennio al 2022, pari a circa l'11,5% del totale della base costi, con un impatto al netto dell'inflazione pari a circa 290 milioni, circa il 6,5% del totale base costi.

C'è poi l'attenzione all'ambiente, tema centrale anche per Pirelli che prevede un utilizzo crescente di materiali derivanti da fonti rinnovabili e riciclati.

Entro il 2025 l'obiettivo è quello di utilizzare per oltre il 40% materiali rinnovabili (oltre il 60% l'obiettivo al 2030) nelle nuove linee di prodotto.

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Barbara Massaro