Marijuana
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Economia

Marijuana: cresce la produzione e calano i prezzi

Gli operatori iniziano a ipotizzare nuove forme di riorganizzazione del mercato negli Stati Uniti

Negli Stati Uniti, il prezzo della marijuana continua a calare. Fra i grossisti, una libra di cannabis è passata da 2.500 a mille dollari lo scorso anno. Nello stato di Washington, addirittura, il prezzo è sceso da 25 dollari al grammo dell’agosto del 2015 ai sei dollari attuali. Il settore inizia, dunque, a risentire dell’ingresso di nuovi produttori. Coltivare marijuana in realtà, è un’operazione costosa, non solo per la tecnologia utilizzata, ma anche per i sistemi di tracciamento del prodotto e per le difficoltà di accesso al credito da parte delle banche che non sono disposte a finanziare mutui in questo settore. Solo i produttori più grandi, in realtà, hanno le risorse per implementare le economie di scala necessarie a garantire un ritorno.

Bisogno di differenziazione

“Il numero dei consumatori continua ad aumentare, ma i prezzi calano a un ritmo superiore e raggiungono nuovi record al ribasso”, ha dichiarato un operatore del settore a Forbes, che dedica un articolo all’argomento. Le richieste, in pratica, non crescono allo stesso ritmo della produzione. I dispensari, a loro volta, stanno imparando che accumulare scorte di marijuana è come vendere marche private nei supermercati: la marijuana, negli stati il cui uso è stato legalizzato, è diventato un prodotto fungibile. Per sopravvivere, i produttori puntano sulla diversificazione dell’offerta. E’ un esempio l’endorsement da parte delle celeb: nomi come il rapper Snoop Dog, il clan Marley e l’attrice Whoopi Goldberg, infatti, prestano il proprio nome a garanzia di prodotti biologici e privi di pesticidi per cui i consumatori sono disposti a pagare un prezzo premium. L’alternativa, che contribuisce a spiegare perché il panico non si sia ancora impadronito dei produttori, è la vendita di prodotti a base di marijuana. La richiesta di prodotti commestibili, come le gomme da masticare e concentrati, che si possono usare in diversi tipi di pipe, non mostra segni di indebolimento. Il prezzo di questi prodotti è relativamente stabile e i produttori beneficiano di una materia prima più economica. 

Il mercato nero gode di ottima salute

Ma non sono solo i produttori e gli investitori quelli che si preoccupano dell’andamento dei prezzi della cannabis. Anche gli stati, infatti, tengono d’occhio il mercato, in quanto gli introiti della tassazione sono legati al prezzo del prodotto. Un settore in cui la domanda di cannabis non ha segnato un rallentamento, invece, è il mercato nero. In base ai dati di ArcView Research, infatti, l’87% delle vendite di marijuana (pari a circa 46 miliardi di dollari), avviene nei canali illegali. In confronto a questi numeri, i 6,9 miliardi del giro d’affari del mercato legale appaiono decisamente limitati. L’ipotesi, dunque, è che la domanda si trovi al di fuori degli stati che hanno legalizzato la sostanza.

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Stefania Medetti

Sociologa e giornalista, ho barattato la quotidianità di Milano per il frenetico divenire dell'Asia. Mi piace conoscere il dietro le quinte, individuare relazioni, interpretare i segnali, captare fenomeni nascenti. È per tutte queste ragioni che oggi faccio quello che molte persone faranno in futuro, cioè usare la tecnologia per lavorare e vivere in qualsiasi angolo del villaggio globale. Immersa in un'estate perenne, mi occupo di economia, tecnologia, bellezza e società. And the world is my home.

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