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Economia

Lotta al caporalato: tra le soluzioni, la raccolta meccanizzata

Parla Maurizio Gardini, presidente di Conserve Italia, il gruppo che trasforma circa 750 mila tonnellate di frutta e pomodori l’anno

Il triste fenomeno del caporalato va combattuto con reti del lavoro di qualità e con l’impegno di tutti, e puntando anche sulla raccolta meccanizzata.

“Siamo molto preoccupati dall’effetto distorsivo generato in tutto il comparto agricolo dallo sfruttamento dei lavoratori migranti. La filiera del pomodoro non è l’unica ad essere interessata da questa piaga sociale ed economica, che va debellata una volta per tutte. Per combattere e sconfiggere il caporalato, occorre un impegno comune e costante di tutti gli attori della filiera, dalle rappresentanze delle aziende agricole fino alle istituzioni”, dichiara a Labitalia il presidente di Conserve Italia, Maurizio Gardini, in riferimento alle tragiche notizie relative allo sfruttamento dei lavoratori migranti nelle campagne.

Lotta allo sfruttamento

“Conserve Italia - sottolinea Gardini - è da sempre in prima linea nella lotta senza quartiere al caporalato e a tutte le forme di sfruttamento del lavoro. I contratti sottoscritti dall’azienda con le organizzazioni dei produttori prevedono clausole molto stringenti che obbligano a rispettare gli articoli del Codice penale sullo sfruttamento del lavoro, la legge sul caporalato del 2016, la normativa vigente in tema di responsabilità sociale e il nostro Codice etico aziendale". 

I numeri di Conserve Italia

Conserve Italia, consorzio cooperativo leader in Italia nel settore della trasformazione alimentare, associa 14.000 produttori agricoli e trasforma circa 570.000 tonnellate di frutta, pomodoro e vegetali, che vengono lavorati in 12 stabilimenti produttivi, di cui 9 in Italia, 2 in Francia e uno in Spagna. Il fatturato complessivo aggregato del Gruppo Conserve Italia è di circa 900 milioni di euro, per il 40% generato dall’export. Conserve Italia dà lavoro in Italia complessivamente a circa 3.300 persone tra fissi e stagionali e detiene marchi storici del made in Italy come Cirio, Valfrutta, Yoga e Derby Blue.

Le regole da rispettare

“In particolare -prosegue il presidente di Conserve Italia- i soci produttori che conferiscono la materia prima a Conserve Italia non possono in alcun modo ricorrere al lavoro minorile e forzato, e sono tenuti a garantire condizioni che salvaguardino la salute e la sicurezza dei dipendenti, a consentire la libertà di associazione e rappresentanza, a rispettare le norme in materia di orari di lavoro e retribuzione, a non esercitare alcun tipo di discriminazione. Chi non rispetta queste regole viene espulso dalla nostra filiera".

Gli accordi sindacali

"Inoltre, tra gli elementi di maggior valore inseriti nell’accordo integrativo sottoscritto alcuni mesi fa con le organizzazioni sindacali (che hanno espresso grande soddisfazione per questo risultato), spicca l’adesione di Conserve Italia alla ‘Rete del lavoro agricolo di qualità’ istituita dall’Inps in un’ottica di contrasto all’illegalità. Ci siamo fatti carico di promuovere l’adesione a questa Rete anche presso le cooperative socie e le aziende agricole della nostra filiera”, aggiunge Gardini.

Gli investimenti

“Negli ultimi anni - conclude Gardini - Conserve Italia si è impegnata molto a diffondere tra le aziende che conferiscono materia prima, i sistemi di raccolta meccanica del pomodoro, incentivando così i soci produttori ad investire nell’innovazione tecnologica. Attualmente, oltre l’85% del nostro pomodoro è raccolto con apposite macchine, l’obiettivo è quello di arrivare a coprire l’intera produzione”.


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a cura di LABITALIA/ADNKRONOS