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(Getty Images)
Economia

Innovazione in Cina

La Rubrica - Un Europeo in Cina

Dato che la tecnologia sta diventando un punto nevralgico sempre piu’ importante nel rapporto tra Europa e Cina, è dunque imperativo comprendere il ruolo che le aziende europee svolgono nell'ecosistema dell'innovazione cinese. In questo contesto, la Camera di Commercio dell'Unione Europea in Cina ha pubblicato il suo ultimo rapporto di settore intitolato “China's Innovation Ecosystem: Right for many, but not for all”, evidenziando, in base a un sondaggio tra i membri e delle interviste approfondite, quelle aree sulle quali le aziende europee devono prestare attenzione, sebbene ci siano molti aspetti positivi nell'intraprendere attività di Ricerca e Sviluppo (R&S) in Cina.

Pertanto, dal punto di vista degli investitori europei, qual è lo stato attuale dell'ecosistema dell'innovazione cinese? Quali sono le priorità nell’innovazione più significative per le aziende europee e, soprattutto, quali sono le opportunità e le difficolta’ individuate dalle aziende europee nel mercato cinese?

Ecosistema dell'innovazione cinese

Innanzitutto, le aziende europee vedono l’enorme valore della Cina per la varietà di business partners reperibili sul territorio (il 71% degli intervistati collabora con partners cinesi quali centri di ricerca, università, centri accademici indipendenti o laboratori statali) ed altri aspetti positivi degni di nota come le dimensioni del mercato cinese e la rapidità nella commercializzazione dei nuovi sviluppi, come riporta il 68% degli intervistati.

Di conseguenza, sebbene la maggior parte delle aziende effettui R&S in Cina per perfezionare prodotti già esistenti, alcune aziende europee stanno incrementando l’impiego di sviluppi fatti in Cina nelle loro operazioni internazionali, includendo sempre più spesso nuovi beni e servizi elaborati in Cina nei loro portafogli globali.

Complessivamente, l’opinione dei partecipanti al sondaggio e alle interviste è stata positiva per quanto riguarda l’R&S in Cina, ma di fatto il vantaggio che le aziende europee possono trarre dalla loro partecipazione dipende molto dal loro settore di appartenza. Infatti, il riscontro positivo viene in gran parte dai settori più diffusi, ovvero quello chimico (29% degli intervistati), l'automotive (13% degli intervistati) e il settore dei macchinari (16% degli intervistati). Questi sono i campi in cui le aziende europee hanno avuto notevole successo nel mercato cinese, godendo di un accesso facilitato e di condizioni sempre più favorevoli negli ultimi anni.

Tuttavia, i settori come quello delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC), quello delle telecomunicazioni e tutto ciò che è “digitale” si trovano sempre più esclusi dal mercato e stanno incontrando, di conseguenza, difficolta’ nell’R&S locale.

Sebbene il livello raggiunto dalla Cina nel settore TIC e delle telecomunicazioni renda più ardua la concorrenza da parte delle aziende europee, questo può però portare le aziende europee a puntare di più su R&S in Cina attingendo alle risorse locali e traendo vantaggio dall'essere parte di questo ecosistema.

Imprese europee che sviluppano in Cina

Le strategie di esternalizzazione e localizzazione sono diventate sempre più diffuse per aumentare la propria competitività in Cina, infatti le aziende europee devono adattare costantemente i propri prodotti per soddisfare le complicate esigenze dei consumatori cinesi, che richiedono ricerca e sviluppo locale e hanno spinto molte aziende ad aumentare il proprio budget per l’R&S.

Nonostante in Europa ci sia stato un calo di budget per ricerca e sviluppo dall'inizio della pandemia, il 73% degli intervistati afferma che la propria spesa R&S in Cina è aumentata, e si prevede che incrementerà ulteriormente durante il corso del 2022 per il 77% degli intervistati.

Inoltre, mentre le attività di innovazione in Cina degli intervistati sono ben integrate nelle loro strategie globali, con livelli di integrazione moderati (45%) o elevati (55%), alcuni intervistati prevedono un leggera diminuzione dell'integrazione nei prossimi cinque anni. Ciò è dovuto, probabilmente, ad alcuni aspetti come il decoupling e la divergenza creati dal gap tecnologico tra le nazioni, i quali rappresentano una vera preoccupazione per gli investitori poiché la Cina persegue l'autosufficienza tecnologica. Alcune aziende europee stanno addirittura studiando come separare le loro attività di ricerca e sviluppo in Cina da quelle globali. È necessario un ulteriore impegno UE-Cina su questo fronte, tuttavia, se tali questioni non vengono affrontate, le aziende potrebbero dover prendere decisioni difficili sulle loro strategie di ricerca e sviluppo in Cina e in quelle globali.

Difficoltà nel mercato

Va notato, tuttavia, che nell'ecosistema dell'innovazione cinese esistono anche diversi fattori negativi, come la debolezza di tutela dei diritti di proprietà intellettuale, segnalata da un terzo degli intervistati.

Sebbene i risultati della Business Confidence Survey della Camera europea mostrino come il sistema cinese dei diritti di proprietà intellettuale sia migliorato costantemente anno dopo anno dall'inizio dell'indagine nel 2004, gli intervistati delle industrie chimiche ed energetiche hanno riportato una persistente debolezza nella tutela e nell'applicazione dei segreti commerciali che continua a danneggiare le loro attività in Cina. Ciò è particolarmente vero per quanto riguarda le clausole di non concorrenza per ingegneri e ricercatori, i quali spesso lavorano presso concorrenti statali portando con sé il know-how europeo. Le aziende dovrebbero quindi determinare come massimizzare le opportunità di un vivace ecosistema di innovazione riducendo al minimo i rischi di perdite e furti di informazioni che possono derivare dall'avere una grande presenza sul mercato. Per le PMI nel mercato cinese tali rischi sono incommensurabilmente più elevati in quanto, potendo esse produrre e sviluppare solo una o due tecnologie cruciali, un eventuale furto di proprietà intellettuale non solo sarebbe estremamente dispendioso in termini di risorse impiegate per contrastarlo, ma potrebbe anche far perdere loro il vantaggio nella competizione di mercato.

Un altro aspetto negativo degno di nota è la mancanza di giovani ingegneri hardware qualificati, poiché, sebbene il sistema educativo cinese fornisca laureati in ingegneria con buone conoscenze teoriche, essi risultano avere poca esperienza pratica. I membri della Camera europea hanno riferito di aver impiegato 1 o 2 anni per portare i giovani laureati a un livello adatto a lavorare in maniera affidabile e contribuire alle attività di innovazione dell'azienda. Ad esasperare ulteriormente la questione è il blocco del rilascio dei visti per gli studenti europei che intendono entrare in Cina legato alle misure anti-pandemiche della Repubblica Popolare e la mancanza di voli internazionali che rende complicato per gli ingegneri di un’azienda spostarsi avanti e indietro tra Europa e Cina per monitorare le operazioni in prima persona, formando un ulteriore livello di decoupling tra l'UE e la Cina.

Sono inoltre presenti disparità e limiti di accesso ai regimi governativi di sostegno all'innovazione, e solo una minoranza degli intervistati ha indicato di aver ricevuto risorse dal governo cinese o dagli istituti accademici/di ricerca del paese.

Poca chiarezza nelle informazioni e nelle procedure di istanza, limitazioni esplicite che impediscono alle società straniere di accedere agli incentivi e, addirittura, regimi di supporto non annunciati pubblicamente ma comunicati solo alle aziende locali: questi sono alcuni dei fattori che hanno spinto gli intervistati a considerare l'adesione a partenariati locali per beneficiare delle agevolazioni governative sull’accesso all'innovazione. Ciò viene riconfermato dalla maggior parte degli intervistati (42%) , i quali riportano che le aziende locali riescono ad accedere molto più facilmente ai regimi statali di sostegno all'innovazione.

Conclusioni

Il mercato R&S in Cina non è per tutti ed è necessaria un'attenta pianificazione strategica per definire la posizione della propria azienda in questo ampio ecosistema. Questo è un primo passo importante per determinare se/quanto investire in attività di R&S in Cina poiché questo mercato è molto sensibile al settore di appartenenza.

Per coloro che hanno buone ragioni per impegnarsi in un importante lavoro di ricerca e sviluppo in Cina, è imperativo determinare la strategia da adottare. Nelle aree in cui le imprese cinesi sono a parità tecnologica con l’azienda europea, o sono a un livello similare, potrebbe essere necessario un impegno completo per essere competitivi. Tuttavia, nelle aree in cui le aziende cinesi sono ancora indietro, potrebbe essere più sensato lasciare alcune delle attività di ricerca e sviluppo più critiche nel proprio mercato interno per mitigare i rischi di eventuali perdite.

Detto questo, la tutela della proprietà intellettuale sta diventando sempre più importante per la propria azienda, in quanto, sebbene il sistema di tutela dei diritti di proprietà intellettuale cinese sia sempre più maturo su deposito e applicazione di brevetti ci sono ancora criticità nel far valere i propri diritti nei tribunali cinesi. Inoltre, la protezione dei Segreti commerciali è ancora da migliorare, specialmente nei casi di ricercatori e ingegneri che lavorano per aziende concorrenti violando talvolta il patto di non-concorrenza.

A cura di: Avv. Carlo D’Andrea, Vice Presidente della Camera di Commercio dell’Unione Europea in Cina

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