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FRANCO TANEL/ANSA
Economia

Gioco d’azzardo, quanto spendono gli italiani

La spesa per slot e bingo vale l’1,5% del Pil e costa ogni anno a ciascuno di noi in media 340 euro

Resta alto l’allarme sul fenomeno del gioco d’azzardo che nel nostro Paese continua ad avere un seguito decisamente importante. Stando infatti alle cifre fornite dall’Agimeg, l’Agenzia giornalistica sul mercato del gioco, l’esborso per slot e bingo, insieme a tutte le altre forme di gioco, avrebbe un valore pari a circa l’1,5% del Pil nazionale. Inoltre, se si considera la spesa pro capite di questo vero e proprio vizio sociale, risulta che la differenza tra quanto giocato e quanto vinto, è pari ad un deficit di circa 340 euro per ogni singolo cittadino. Insomma, un costo sociale davvero notevole, il cui contenimento dovrebbe diventare un obiettivo anche di carattere politico.

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Ma lo Stato ci guadagna
Un impegno però non facile da mantenere se si pensa che da sempre proprio la posizione dello Stato nel rapporto con il gioco d’azzardo è messa sotto accusa. Per un verso infatti, le amministrazioni pubbliche spesso si impegnano in campagne di sensibilizzazione contro i rischi del gioco. D’altro canto però, proprio le accise previste sui giochi, rappresentano una delle entrate più consistenti per il nostro fisco. L’anno scorso da questa fonte è arrivato infatti un gettito di poco inferiore ai 20 miliardi di euro.

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Dove si gioca di più
Secondo i dati dell’Agimeg, la Regione italiana con la spesa media per il gioco d’azzardo più alta è stata la Lombardia, con 420,67 euro. A seguire, in questa poco encomiabile classifica troviamo l’Abruzzo con 419,25 euro e l’Emilia Romagna con 393,08 euro. In fondo al gruppo si posiziona invece la Calabria, che fa segnare un esborso pro capite pari a circa 186,74 euro. Se guardiamo invece ai valori assoluti e complessivi, in testa troviamo ancora una volta la Lombardia con 3,5 miliardi di euro, al secondo posto il Lazio con 1,8 miliardi e al terzo la Campania con 1,7 miliardi di euro giocati.

A cosa si gioca
Nel 2016, sempre secondo le rilevazioni Agimeg, la spesa totale reale, cioè la differenza tra quanto giocato e quanto vinto, degli italiani per il gioco è stata di circa 19 miliardi di euro, di cui circa 18 miliardi sulla rete fisica e poco più di 1 miliardo di euro sul gioco online. Per quanto concerne la rete di vendita del gioco in Italia, essa è composta da 206 sale Bingo, 9.159 esercizi per i Concorsi pronostici (Totocalcio, ecc), 33.881 per giochi numerici a totalizzatore (SuperEnalotto, ecc), 3.397 punti, tra negozi e corner, per il gioco ippico, 4.431 corner e 1.333 agenzie di scommesse sportive, 33.920 ricevitorie Lotto, 62.975 punti dove si vendono i Gratta e Vinci, 85.025 esercizi con le Newslot e 4.934 sale Vlt (Video lottery terminal). Si tratta naturalmente di dati che in moltissimi casi sono da sovrapporre, visto che nello stesso punto gioco si possono trovare, ad esempio, Lotto, Gratta e Vinci e Scommesse.

Un fenomeno da frenare
Proprio per cercare finalmente di arginare il gioco d’azzardo, e per intervenire in particolare sulle slot machine, considerate tra le attività d’azzardo a più alto impatto sociale, il governo presenterà un pacchetto di misure concordato in particolare con i sindaci delle città. Tra le altre cose si prevede la totale eliminazione, nell'arco di tre anni, delle slot da bar e tabacchi, la riduzione delle macchine del 30% al 31 dicembre 2017, la riduzione del 50% dei punti vendita e la classificazione delle sale da gioco in classe A e classe B, intendendo con la prima categoria quelle certificate. Inoltre sarà stabilita una distanza minima dalle scuole delle sale gioco, che dovrà valere tanto per quelle di classe A che di classe B.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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