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Economia

Fiducia dei consumatori e imprese a novembre

Aumenta la prima, resta stabile la seconda. Nelle famiglie maggiore propensione ai consumi. "È ingannevole" denunciano Federconsumatori e Adusbef

L'indice del clima di fiducia dei consumatori, aumenta a novembre 2015 a 118,4 da 117,0 del mese precedente. L'indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane invece mostra una sostanziale stazionarietà (107,1, da 107,0 di ottobre).

Gli indicatori dell'ISTAT risentono solo in minima parte dei fatti eccezionalmente gravi avvenuti intorno alla metà del mese, in quanto il periodo di rilevazione dei dati è concentrato nei primi 15 giorni.

I consumatori sono più ottimisti

Tutte le stime delle componenti del clima di fiducia dei consumatori aumentano, con un incremento maggiore per quella economica (a 158,3 da 153,3) e più contenuto per quella personale (a 105,0 da 103,9), per quella corrente (a 111,6 da 109,3) e per quella futura (a 128,0 da 127,2). Migliorano le stime sia dei giudizi sia delle attese sull'attuale situazione economica del Paese (a -20 da -31 e a 31 da 28, i rispettivi saldi).

I giudizi sui prezzi nei passati 12 mesi restano al livello di ottobre (a -19). Quanto alle attese sui prezzi nei prossimi 12 mesi, il saldo passa a -20 da -23. Diminuiscono le attese di disoccupazione (a -8 da -3).    

Alti e bassi tra le imprese

Riguardo le imprese, il clima di fiducia cresce nelle costruzioni (a 121,4 da 119,8) e, più lievemente, nei servizi di mercato (a 113,7 da 113,1), mentre scende nella manifattura (a 104,6 da 105,7) e nel commercio al dettaglio (a 115,0 da 116,3).

Nelle imprese manifatturiere peggiorano sia i giudizi sugli ordini (a -11 da -10 il saldo) sia le attese sulla produzione (a 13 da 14), mentre i giudizi sulle scorte rimangono stabili (a 3). Nelle costruzioni migliorano i giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione (a -29 da -35, il saldo) ma peggiorano le attese sull'occupazione (a -11 da -7).

Nei servizi di mercato crescono le attese sugli ordini, (a 9 da 4), ma si contraggono i giudizi sugli ordini (a 4 da 7) e restano stabili (a 27) le attese sull'andamento generale dell'economia. Nel commercio al dettaglio migliorano i giudizi sulle vendite correnti (a 32 da 24) e peggiorano sensibilmente le attese sulle vendite future (a 24 da 40); in ulteriore decumulo sono giudicate le scorte di magazzino (a 3 da 7).

Il Codacons: segnali positivi

I dati confermano in pieno le indagini del Codacons su un maggiore ottimismo delle famiglie e su una possibile ripresa dei consumi in vista delle prossime festività natalizie. "I numeri forniti oggi dall'Istat, secondo cui l'indice della fiducia ha toccato il livello più alto di sempre, assumono una immensa importanza perchè la fiducia delle famiglie si riflette in modo diretto sulla propensione alla spesa e sull'intera economia nazionale - spiega il presidente Carlo Rienzi - Proprio nel mese di novembre il Codacons aveva registrato un clima di generale ottimismo da parte dei consumatori, e una maggiore predisposizione all'acquisto in vista delle feste di Natale, tendenza che ora viene certificata in modo incontrovertibile dall'Istat".

La critica di Federconsumatori e Adusbef

"Basta con annunci ingannevoli e incitazioni all'ottimismo", hanno invece commentato Federconsumatori e Adusbef. "I dati diffusi oggi dall'Istat ci sembrano sovrastimati non solo per l'Italia, ma addirittura per lo stesso stato dei ricchi sceicchi di Abu Dhabi. Una stima simile, riflia, risulta infatti palesemente inverosimile, oltre che del tutto fuori luogo".

I cittadini, aggiungono i consumatori, "continuano a vivere una situazione drammatica, piena di incertezze e di criticità. In primo piano si trova sempre l'elevato disoccupazione, problema principale che incide sui redditi, sulla domanda e sulla fiducia. Non c'è nessuna giustificazione, di fronte a questa realtà, per la diffusione di dati tanto lontani dalla vera situazione in cui si trovano le famiglie". "Ripetere che va tutto bene significa allontanare la necessità di interventi per una vera e duratura ripresa, creando così danni enormi ai cittadini e al Paese intero", dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef. "Stiamo valutando, per questo, un'azione per contrastare la propagazione di dati ingannevoli", concludono.

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Redazione Economia