Se Equitalia sparisce e viene assorbita dall’Agenzia delle entrate
E’ cominciato oggi in aula alla Camera, tra dubbi e incognite, l’iter di un disegno di legge che mira all'abolizione dell'ente di riscossione
Tecnicamente il disegno di legge porta la seguente dicitura: “Soppressione della società Equitalia Spa e trasferimento delle funzioni in materia di riscossione all'Agenzia delle entrate”. Si tratta dunque di un ddl la cui titolazione dice in fondo già tutto, ed è stato proposto da un gruppo di parlamentari del Movimento Cinque Stelle con la prima firma della deputata grillina Maria Pia Cancelleri. In realtà la presentazione del progetto legislativo porta la firma dell’11 aprile scorso, anche se è oggi che la norma ha iniziato il suo iter di approvazione nell’Aula di Montecitorio. Una circostanza che costringerà ovviamente ora anche il governo a prendere in esame la materia e a rendere pubblica una propria posizione sulla vicenda.
EQUITALIA E I PROGETTI DI UNA SUA RIFORMA
La scelta di optare per una soluzione che preveda in pratica l’abolizione di Equitalia, si è concretizzata, è giusto sottolinearlo, sull’onda di un malcontento popolare intorno alle modalità di riscossione delle tasse che in effetti spesso hanno lasciato molto a desiderare. Sono stati infatti fin troppo i casi di cronaca, purtroppo nera, che hanno visto protagonisti contribuenti giunti a gesti estremi di fronte alle richieste pressanti degli ispettori dell’ente di riscossione. Da qui dunque il progetto, condiviso non solo dai grillini, ma anche da altre aree politiche, di giungere ad una completa abolizione di Equitalia, le cui funzioni, come spiega bene il testo del ddl Cancelleri, verrebbero assorbite all’interno dell’Agenzia delle Entrate.
QUANDO IL FISCO DIVENTA UN CAPPIO AL COLLO
Quest’ultima dunque sarebbe chiamata a svolgere un doppio ruolo: da una parte quello di accertamento di eventuali evasioni fiscali, e dall’altro, quello attualmente ancora in capo a Equitalia, di riscossione materiale di eventuali multe e arretrati. Una circostanza che se per qualcuno appare semplicemente come una sorta di efficientamento dell’attività dell’Agenzia delle entrate, per qualcun altro suona invece come una vera e propria bestemmia fiscale. Tra i più accaniti oppositori di questo scioglimento di Equitalia all’interno dell’Agenzia delle Entrate c’è Enrico Zanetti, noto tributarista, che attualmente però ricopre l’incarico di sottosegretario all’Economia. E’ dunque da fonti molto autorevoli che giungono le critiche più severe al progetto lanciato dal M5S.
ITALIA, PAESE DI EVASIONE FISCALE
Le ragioni di questa avversione sono presto spiegate. Secondo Zanetti e i tanti che la pensano come lui, la commistione che si creerebbe tra ruolo di accertamento e compiti di riscossione sarebbe pericolosissima. Spesso infatti l’Agenzia delle entrate si pone degli obiettivi di gettito da raggiungere attraverso accertamenti e ispezioni che dovrebbero portare alla luce nuovi evasori fiscali. La tentazione però, avendo a disposizione le armi potentissime di cui dispone oggi Equitalia, potrebbe essere quella di accanirsi, nel caso gli obiettivi di budget prefissati non potessero essere raggiunti, su soggetti già noti al fisco. In sostanza, invece di andare a scovare i citati nuovi evasori fiscali, magari del tutto ignoti all’Agenzia delle entrate, nel tentativo di fare semplice gettito, si andrebbe a fare le pulci ai contribuenti che già pagano il dovuto alle casse dello Stato.
E siccome si sa che, scava scava, qualche magagna può sempre venire alla luce, ecco che a rimetterci potrebbero essere tutti gli onesti contribuenti che potrebbero di default entrare nel mirino dei nuovi ispettori preposti alla riscossione. Un rischio effettivamente reale di cui si dovrà tenere conto, quando si andranno a definire i dettagli della nuova norma. Sempre che si vada avanti sulla strada dell’assorbimento di Equitalia da parte dell’Agenzia delle Entrate. Una decisione sulla quale infatti potrà incidere non poco il cambio al vertice dell’Agenzia che dovrà essere deciso nei prossimi giorni: Attilio Befera lascerà infatti l’incarico di direttore generale ad un successore che sarà scelto dal governo. E chissà che nell’occasione non si decida anche come affrontare la partita di Equitalia.