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Economia

Edilizia, quanto ci costa lo stop ai cantieri pubblici

Secondo l’Ance risultano bloccati lavori per 21 miliardi, che potrebbero dare lavoro a 330mila persone. Allarme per le scuole

Il tema dello sblocco dei lavori di tutte le opere pubbliche, non solo di quelli riguardanti i grandi cantieri, rimane al centro del dibattito politico-economico del nostro Paese, anche perché spesso proprio alla soluzione di questo nodo si lega il possibile rilancio di un’economia nazionale che continua a risentire degli effetti della crisi.

A rinfocolare l’interesse per l’argomento ci ha pensato l’Ance, l’Associazione nazionale dei costruttori che, attraverso il sito Sbloccacantieri.it, dove semplici cittadini, imprese e rappresentanti degli enti locali possono segnalare i cantieri fermi, ha effettuato una sorta di monitoraggio sulla condizione dei lavori pubblici in Italia.

Numeri allarmanti

Ebbene, dal censimento realizzato negli ultimi tre mesi, risulta che sarebbero almeno 270 le opere pubbliche bloccate, spesso per ragioni puramente burocratiche, e che rischiano di diventare classici lavori incompiuti di cui purtroppo è già disseminato il territorio italiano.

Un insieme di cantieri che vale complessivamente 21 miliardi di euro (alcuni da soli valgono dai 2 ai 5 miliardi) e che se venisse sbloccato riverserebbe sul territorio italiano 75 miliardi di euro, generando 330mila nuovi posti di lavoro.

E tra l’altro, secondo la stessa Ance, volendo ci sarebbero anche le risorse finanziarie per riavviare questi lavori al palo ormai da tempo. Ci sarebbero infatti ben 140 miliardi di euro da spendere, che restano invece bloccati spesso, come già accennato, per semplici disfunzioni procedurali.

Il dramma delle scuole

Sconfortante poi è il panorama se si va ad analizzare nello specifico quali siano le opere pubbliche avviate e che ora risultano bloccate per le più svariate ragioni.

A fianco infatti all'autostrada regionale Cispadana, al mercato ittico di Viareggio o a uno storico circolo tennis romano, solo per citare qualche esempio, si scopre che la quota più elevata di cantieri incompiuti riguarda purtroppo l’edilizia scolastica. Il 30% dei casi segnalati è infatti rappresentato proprio da opere di manutenzione e messa in sicurezza di edifici scolastici.

Tra l’altro, tra questi casi ci sono anche 21 interventi sulle scuole danneggiate dal sisma del Centro Italia che dovevano essere realizzati in tempo per la riapertura dell'anno scolastico 2017-2018 e che invece sono ancora fermi. Per non parlare del fatto che scorrendo la lista dell'Ance, risultano bloccati anche i lavori di adeguamento sismico di 50 scuole sul territorio friulano (per un valore di 65 milioni di euro).

Acqua e strade

Nella lista dei cantieri fermi, subito dopo le scuole ci sono poi i lavori di gestione delle acque con il 29% delle segnalazioni concentrate principalmente nel Mezzogiorno, poi gli interventi per la viabilità che riguardano la messa in sicurezza, la manutenzione e la realizzazione di strade statali, provinciali e comunali (il 15% dei casi segnalati) e infine le opere idrogeologiche (11%).

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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