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ANSA/EPA/SANJEEV GUPTA
Economia

E-commerce e pubblicità online: ecco quanto vale l’economia digitale in Italia

Nel 2018 l’industria del web nel nostro Paese investirà 65 miliardi di euro, ovvero l’11,6% in più del 2017

In Italia l’economia digitale c’è, e da qualche anno batte anche colpi che si sentono distintamente, soprattutto dai fronti legati all’e-commerce e alla pubblicità online.

Quindi, nonostante tutti i problemi infrastrutturali legati a un deficit ancora marcato in tema di cablaggio a banda larga del territorio nazionale, nel nostro Paese le attività industriali e commerciali che passano dal web sembrano godere di buona salute e potenzialmente possono solo crescere.

A testimoniarlo ora, ci sono anche i risultati di una ricerca congiunta di Ey e Iab Italia. Ebbene, lo studio conferma che per il terzo anno consecutivo l’industria dell’online in Italia cresce, con 65 miliardi di euro investiti nel 2018 in attività del tutto digitali, ossia un significativo +11,6% rispetto al 2017.

Tra l’altro questa crescita ha effetti positivi anche sull'occupazione con 285mila professionisti impiegati lo scorso anno, rispetto ai 253mila del 2016, ovvero un sonante +12,6%.

Il traino di pubblicità ed e-commerce

Come accennato, pubblicità online ed e-commerce si confermano, per il secondo anno, i veri e propri propulsori di questa evoluzione positiva del digitale. I due settori citati infatti fanno registrare incrementi, rispettivamente, del 13% e del 15% rispetto al 2017.

Inoltre, l’industria digitale genera anche un indotto di 89 miliardi di euro, con una stima sull'occupazione di più di 675mila persone. In questo senso infatti, le attività online portano con sé rinnovamento e trasformazione in tantissimi altri settori adiacenti, stimolando la produttività in aziende non necessariamente votate all'innovazione, un concetto questo sottolineato con forza dal presidente di Iab Italia, Carlo Noseda.

Un futuro di competenze e formazione

Dallo studio emerge che tra le imprese italiane ci sarebbe una progressiva presa di coscienza del valore dell’economia digitale. In questo senso, ha notato il managing partner mercati e clienti per la regione Mediterranea di Ey, Andrea Paliani "sono stati fatti passi avanti sul fronte delle nuove competenze, ma occorre ancora investire molto per superare il divario culturale digitale".

Secondo una recente ricerca di Ey-Iab e Spencer Stuart infatti, il 70% delle imprese ha attivato proprio iniziative concrete per l'integrazione culturale e organizzativa di nuovi professionisti più digitali e il 30% ha avviato piani di sviluppo interno delle competenze.

C’è poi un 27% di aziende che ha avviato specifici programmi di re-skilling, ossia di riconversione professionale delle proprie risorse, per formare persone e sviluppare competenze in grado di massimizzare appunto il ritorno di investimento del processo di digitalizzazione delle imprese.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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