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Dieselgate Fca e Volkswagen: le differenze

Per un verso l’azienda di Marchionne rischia una multa più contenuta, dall’altro viene colpita l’immagine della società nel suo mercato principale

Fin dai primi istanti in cui negli Stati Uniti sono cominciate a filtrare le notizie su un possibile nuovo scandalo sulle emissioni legato al marchio Fca, è stato spontaneo mettere in relazione questa vicenda con quella che ha visto protagonista la Volkswagen. Insomma, si è pensato subito a un nuovo dieselgate con le stesse caratteristiche. Un accostamento però azzardato che non a caso l’ad di Fca Sergio Marchionne si è affrettato a smentire con nettezza, cercando di allontanare dalla propria società qualsiasi sospetto di frode anche solo lontanamente paragonabile a quello della casa di Wolfsburg. E allora è forse il caso di spiegare nel dettaglio perché in effetti le due vicende sono profondamente diverse, anche se gli effetti, non tanto in termini di multe e di controversie legali, ma quanto a immagine, potrebbero, purtroppo per Marchionne, risultare alla fine analoghi.  

Violazione: penale o amministrativa?

La prima rilevante differenza tra il dieselgate Fca e quello Volkswagen è che nel primo caso si tratterebbe di una mancata comunicazione e di un superamento delle emissioni di ossido di azoto. Nulla a che vedere dunque con la vera e propria frode commerciale di cui è stata accusata e riconosciuta colpevole la Volkswagen. Per la società di Sergio Marchionne, saremmo dunque di fronte a violazioni di carattere amministrativo, e non certo penale come accaduto per la casa automobilistica di Wolfsburg.

Entità di un’eventuale multa

Chiarita la natura giuridica dell’eventuale violazione commessa da Fca, ne discende anche che l’eventuale sanzione a cui potrebbe essere condannata nel caso fosse riconosciuta colpevole nulla avrebbe a che vedere con la montagna di risarcimenti che la Volkswagen è stata costretta a patteggiare. Fca, nel caso più estremo, rischierebbe infatti una multa massima pari a 4,6 miliardi. Niente a che vedere con i circa 15 miliardi di dollari che invece la Volkswagen è stata costretta a mettere sul piatto per chiudere l’intera vicenda Oltreoceano.

Modelli coinvolti

Altro elemento di forte differenziazione, è quello che riguarda i modelli coinvolti. Nel caso di Fca si tratta di due soli tipi di auto: la Jeep Grand Cherokee e il pickup Dodge Ram 1500 con motori diesel da 3 litri prodotti negli anni dal 2014 al 2016. Il tutto per un totale di circa 104mila veicoli. Nel caso di Volkswagen invece i modelli coinvolti furono circa una ventina, appartenenti tra l’altro ai vari brand del Gruppo tedesco, per un totale di più di 500mila veicoli immatricolati a partire dal 2009.

Rilevanza del mercato

Se finora le differenze hanno giocato tutte a favore di Fca, ce n’è che invece potrebbe avere effetti più negativi proprio sulla casa guidata da Sergio Marchionne. In termini di immagine infatti, mentre per Volkswagen gli Stati Uniti pesano solo per meno del 10%, per Fca si tratta invece non solo di un proprio mercato nazionale, ma anche di quello più importante in termini di vendite. È evidente dunque che sul piano commerciale, se le accuse venissero confermate, Fca potrebbe subire un colpo durissimo in termini di immagine e di affidabilità. Una circostanza che spiega chiaramente perché lo stesso Marchionne abbia fin dall’inizio respinto con tanta forza le accuse.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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