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(Ansa)
Economia

La busta paga di un operaio perde 1.250 euro in un anno

E’ il risultato di un anno di Covid e della guerra in Ucraina con l'inflazione che ha eroso il potere d’acquisto delle famiglie, e le cose sono destinate a peggiorare

Il potere d’acquisto degli stipendi degli italiani non riesce a stare al passo con l’impennata dell’inflazione, o almeno non tutti gli stipendi ci riescono.

Un operaio, ad esempio, in un anno è come se avesse ricevuto sul conto corrente una mensilità in meno rispetto a quanto in realtà accaduto visto che il potere d’acquisto del suo salario è diminuito di 1.251 euro in dodici mesi. E’ quanto emerge dal più recente rapporto sulle retribuzioni in Italia di Odm Consultig che ha analizzato l’evoluzione degli stipendi in Italia divisi per fasce di reddito partendo dai dirigenti per arrivare agli operai.

Stipendi: un’Italia a due velocità

L’analisi, anticipata da Corriere della Sera, fa riferimento a due dati chiave della retribuzione dei dipendenti ovvero la retribuzione base annua (Rba) e la retribuzione totale annua (Rta), cioè quella che tiene conto anche della componente variabile della busta paga.

A fronte di operai più poveri, però, le fasce reddituali più elevate, - dirigenti e quadri – hanno visto crescere ulteriormente i propri stipendi chiudendo l’anno in territorio ampiamente positivo.

Se, infatti, la retribuzione base di un dirigente è cresciuta dell’1,2% (i dati si riferiscono al 2021) quella di un operaio è diminuita del 2,7%.

Tradotto in moneta sonante ai piani alti delle aziende le buste paga sono “ingrassate” di 1.456 euro in dodici mesi, mentre quelle degli operai sono “dimagrite” di 740 euro.

Il rapporto tra inflazione e potere d’acquisto

Questi numeri, poi, vanno messi in relazione con l’inflazione che nel 2021 è cresciuta del 2,6%. In termini reali, quindi, calcolando l’impatto dell’inflazione, a fronte dell’aumento dei prezzi, si è generata una perdita del potere d’acquisto per la classe a reddito più basso (ovvero gli operai) pari a 1.251 euro.

Ecco, quindi, categoria per categoria, come si è modificata la busta paga dei lavoratori dipendenti e quanto potere d’acquisto è stato perso in un anno.

Come sono cambiate le buste paga nel 2021

Dirigenti: crescita della retribuzione base (Rba) dell’1,2% mentre la Rta (retribuzione totale annua) si conferma in lieve aumento (+ 0,8 %);

Quadri: aumento del Rba (+1,9%), inferiore il progresso del Rta (+1,5%) in quanto si sono visti corrispondere una quota variabile inferiore all’anno precedente;

Impiegati: la retribuzione base annua (Rba) cresce dello +0,6% mentre la variabile aumenta dello +0,8%;

Operai: diminuzione del 2,7% della retribuzione base annua (Rba) e crollo della retribuzione totale annua (Rta) – 3,7%.

In termini di stipendio base la differenza tra il 2020 e il 2021 si è tradotto, per i dirigenti, in un aumento pari a 1.456 euro; per i quadri, invece, la crescita è stata pari a 1125 euro. Ridotto l’aumento per gli impiegati che si attesta intorno ai 200 euro. Penalizzati gli operai che hanno visto crollare il loro stipendio di 740 euro.

E così lo stipendio reale dei lavoratori - in rapporto all’inflazione che, lo scorso anno, è stata del 2,6%, - ha subito una perdita del potere d’acquisto per gli operai pari a 1.251 euro, di 411 euro per gli impiegati, appena 5 euro per i quadri e 780 euro per i dirigenti.

E le cose sono destinate ad andare sempre peggio. Secondo gli ultimi dati Istat, infatti, nel 2022 l’inflazione schizzerà al 5,2% per l’indice generale e aumenterà del 2,0% per la componente di fondo erodendo ulteriormente la forza del portafogli delle famiglie italiane.

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Barbara Massaro