bitcoin
(iStock)
Economia

Bitcoin: da dove nasce l'entusiasmo di Musk e gli altri

E quali sono i rischi per i piccoli investitori

Una moneta virtuale garantita e sicura (Bitcoin) che serve per scambiare denaro unicamente in maniera digitale attraverso una banca dati mondiale (blockchain) senza passare attraverso le banche.

Perché si parla di Bitcoin

Il Bitcoin, la criptovaluta di cui tutti parlano, dopo un primo momento d'entusiasmo dei mercati al suo debutto nel 2008 e una lunga fase di declino, è tornata in maniera prepotente a dominare le prime pagine dell'informazione finanziaria.

La verità è che il miliardo e mezzo investito da Elon Musk in Bitcoin è arrivato al momento giusto in un periodo di grande crisi della finanza globale sia a livello economico sia e livello filosofico e ha acceso una miccia d'interesse da parte dei superbig a partire da Apple, passando da Google per finire in Amazon che considerano il Bitcoin un potenziale investimento estremamente redditizio e si stanno organizzando per arricchire il proprio portafogli

L'applicazione pratica dei Bitcoin

Ora anche il mondo delle carte di credito (Mastercad, Visa, Paypal) ha ufficializzato di essere pronto ad accettare pagamenti in criptovalute e transazioni in Bitcoin rendendo noto che sono quasi a punto circuiti di database in cui tali transazioni possono avvenire.

La maniera in cui questo avverrà non è ancora stato chiarito visto che al momento le applicazioni pratiche del Bitcoin sono tutt'altro che scontate. L'entusiasmo da parte del credit ha determinato una nuova ondata di acquisti che ha spinto la criptovaluta fino a un massimo storico oltre quota 48mila dollari (un anno fa era sotto 10mila).

Perché è sconsigliato investire in Bitcoin

La voglia in investire in bitcoin, però, parrebbe andare a scontrarsi con la prudenza cui continuano ad appellarsi banche e analisti finanziari che sconsigliano ai piccoli investitori di mettere il denaro nel mondo delle criptovalute.

I motivi sono paralleli e antitetici. Da una parte c'è una ragione squisitamente ideologica. Pensare a un mondo di scambi in criptovalute vorrebbe dire eclissare il sistema bancario mondiale e la moneta stampata uscirebbe di scena così come gli enormi costi che ha il sistema credizio per i risparmiatori. In sintesi significherebbe sovvertire la base stessa della finanza così come la conosciamo. E' ovvio quindi che nessuna banca consiglierà mai di investire denaro che non può controllare in prima persona. Al livello di sviluppo attuale del potere del bitcoin sui mercati, del resto, si tratta della battaglia di Davide contro a Golia.

Inoltre le incognite di un investimento in Bitcoin sono troppe e i rischi sono enormi, sia in termini di sicurezza (nonostante le garanzie che arrivano dagli algoritmi dei blockchain) sia in termini di tracciabilità vista la difficoltà di individuare un soggetto che possa rispondere di eventuali problemi.

Quindi in questo momento investire in Bitcoin è più che altro un modo che le grandi e grandissime aziende hanno per diversificare il wallet più che un tentativo di tradurre in denaro contante l'investimento del piccolo risparmiatore e proprio per questo, secondo gli analisti, si potrebbero generare potenti speculazioni e bolle finanziarie cui i grandi investitori potrebbero aver puntato.

I più letti

avatar-icon

Barbara Massaro