Il crollo dei Bitcoin mette nei guai El Salvador
Economia

Il crollo dei Bitcoin mette nei guai El Salvador

Lo scorso settembre il paese centro-americano ha dato corso legale alla criptovaluta, acquistando nel tempo una riserva che è costata più di 105 milioni di dollari e ora si sta polverizzando(Ansa)

Una mossa utile per richiamare l'attenzione mondiale ma rischiosa per il futuro del paese e dei suoi cittadini. I riflettori sono arrivati subito quando lo scorso settembre El Salvador ha annunciato di voler dare corso legale a Bitcoin, equiparando la principale criptovaluta al dollaro, ora invece è il momento della sofferenza, dovuta alla volatilità delle moneta digitale. Con la discesa di Bitcoin sotto i 21.000 dollari, valore minimo dal dicembre 2020, il paese si ritrova con un portafoglio digitale che vale il 50% rispetto ai dollari sborsati in precedenza dal paese per l'acquisto della stessa criptovaluta.

Al momento El Salvador detiene nel complesso 2.301 Bitcoin, il cui valore complessivo (nel momento in cui si scrive Bitcoin è leggermente risalito a 22.189 dollari) è pari a poco più di 71 milioni di dollari. Considerando che sommando le diverse fasi di acquisto di moneta digitale, il paese centro-americano ha sborsato 105,6 milioni di dollari il conto è presto fatto. E la conseguenza è che le casse statali versano in condizioni peggiori rispetto al passato. Il presidente Nayib Bukele è un fervido sostenitore delle criptovalute, tanto da aver lanciato il piano per la costruzione della prima Bitcoin City, e lo scorso ottobre ha deciso di procedere all'acquisto di Bitcoin nel momento di massimo splendore della moneta digitale.

Pur di allargare le riserve statali, El Salvador ha sborsato più di 60.300 dollari per ognuno dei 420 Bitcoin acquistati, un investimento assai più costoso rispetto ai 500 Bitcoin comprati lo scorso maggio a poco meno di 31.000 dollari ciascuno.Il ministro delle finanze di El Salvador, Alejandro Zelaya, ha provato a spegnere le proteste diffuse sui media nazionali parlando di 'rischi fiscali estremamente superficiali', a fronte di un investimento complessivo in Bitcoin che non arriva allo 0,5% della raccolta fiscale annuale del paese. La precisazione dell'esponente governativo è che El Salvador "non ha perso decine di milioni di dollari perché non ha venduto nessun Bitcoin”, guardando alla possibile inversione di tendenza e all'attesa risalita della criptovaluta.

Resta il fatto che la scelta di introdurre Bitcoin nella società salvadoregna non è stata accolta con trasporto dalla popolazione locale (con una buona fetta che non ha neppure l'accesso al web), che ha sfruttato il piccolo gruzzolo regalato lo scorso autunno dal governo per stimolare l'utilizzo e la diffusione della moneta digitale. A ciò si aggiunge la criticità generata con il Fondo Monetario Internazionale, che ha richiesto più volte a Bukele di rinunciare alla scommessa Bitcoin per evitare rischi per la stabilità, l'integrità finanziaria e la tutela dei consumatori, mettendo sul piatto anche il possibile rifiuto di elargire i prestiti necessari a far ripartire la stagnante economia del paese centro-americano.

Tornando alle montagne russe di Bitcoin, non c'è nulla di sorprendente e imprevedibile, poiché scommettere su una criptovaluta significa mettere in conto le continue oscillazioni del mercato. A pesare sul bilancio complessivo è il particolare momento storico, con l'inflazione da record, i riflessi dell'invasione russa in Ucraina che hanno complicato l'assetto geopolitico internazionale e soprattutto la crisi del settore hi-tech (che dall'inizio dell'anno ha bruciato valanghe di soldi e rivisto al ribasso le capitalizzazioni di mercato delle più importanti società del ramo) a innescare una crisi dei prezzi che colpisce prima e più di tutti i comuni mortali. Quanto al mercato delle criptovalute, nell'ultimo periodo ha subito forti scossoni, con il crollo della stablecoin Terra e i recenti problemi di grandi exchange come Binance, una delle principali piattaforme per il trading di criptovalute, che ha sospeso i prelievi di Bitcoin. Sono scossoni prevedibili per un settore in divenire, fin troppo affollato di alternative nate per speculare e non sostenibili sul medio e lungo periodo. Il tempo aiuterà a eliminare le mele marce e migliorare il mercato, proprio perché resisteranno solo le aziende lungimiranti. Per quanto serviranno anni per correggere le storture, l'auspicio è che gli speculatori segnino il passo quanto prima, per lasciar spazio ai progetti più solidi e affidabili.

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Alessio Caprodossi