Lamborghini, perché il governo ha pronti 100 milioni di incentivi
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Lamborghini, perché il governo ha pronti 100 milioni di incentivi

Attraverso sgravi fiscali si punta a convincere la VW a far costruire in Italia il nuovo Suv della casa del Toro

La notizia è di quelle che non passano di certo inosservate in un periodo che purtroppo continua ad essere di crisi: secondo alcune indiscrezioni rilanciate dall’agenzia Bloomberg, il governo italiano sarebbe infatti intenzionato a mettere sul tappeto circa 100 milioni di euro di incentivi fiscali per far costruire in Italia il nuovo Suv della Lamborghini. L’intento è quello di convincere la Volkswagen, proprietaria del marchio, a mantenere nel nostro Paese la produzione di vetture che rappresentano un vero e proprio fiore all’occhiello del nostro Made in Italy. Attualmente infatti, i circa 2.500 modelli di Lamborghini, tra tra Huracán e Aventador, che ogni hanno vengono immessi sul mercato, vengono tutti realizzati in quel di Sant’Agata Bolognese, nel cuore del distretto emiliano dell’automotive.

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Da circa tre anni però, la casa del Toro, sta pensando di entrare nel settore dei Suv con un proprio modello che, in via del tutto sperimentale, è stato anche già presentato in qualche appuntamento fieristico di settore e dovrebbe chiamarsi Urus. In attesa però che dal quartier generale di Wolfsburg, i vertici Vw diano il via libera definitivo al progetto, qualche serio dubbio è cominciato a circolare sulla possibilità che il nuovo modello venga prodotto in Italia, sede naturale per la realizzazione di Lamborghini di prestigio. La stessa Vw infatti è proprietaria di uno stabilimento a Bratislava in Slovacchia, dove attualmente vengono realizzati altri tre modelli Suv del Gruppo, ossia l’Audi Q7, il VW Touareg e il Porsche Cayenne, quest’ultimo vero e proprio capostipite delle sport utility vehicle. La soluzione più naturale, da un punto di vista logistico e industriale, sarebbe dunque quella di assemblare il nuovo Suv marchiato Lamborghini su quella stessa catena di montaggio già ampiamente sperimentata.

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Una tentazione non da poco per i manager Vw, a cui però ora il governo italiano potrebbe proporne una altrettanto allettante, ovvero i citati cento milioni di euro di sgravi fiscali e incentivi vari, che potrebbero alla fine far pendere la bilancia dalla parte di Sant’Agata, con ricadute occupazionali ed economiche facilmente immaginabili. I programmi fin qui annunciati, parlano infatti della realizzazione di almeno 3.000 esemplari di Urus all’anno, un quantitativo che dunque raddoppierebbe l’attuale produzione di Lamborghini in terra d’Emilia. Alla fine molto dipenderà anche da scelte di marketing, che potrebbero spingere i vertici Vw a optare per una soluzione che possa garantire, al momento della vendita, la totale italianità del prodotto, ossia quel Made in Italy che sui motori, a livello mondiale, rappresenta ancora e sempre una garanzia assoluta di qualità. E questo è quello che ovviamente sperano il governo e i dipendenti Lamborghini di Sant’Agata.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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