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ANSA/EPA/LAURENT GILLIERON
Economia

Allarme Oxfam, perché in Italia aumenta la diseguaglianza

Nel 2017, secondo gli ultimi dati della Ong britannica, il 20% più ricco degli italiani deteneva oltre il 66% della ricchezza nazionale

L’Oxfam, grande network internazionale di organizzazioni di Paesi diversi, che lavora per ottenere un maggior impatto nella lotta globale contro la povertà e l’ingiustizia, lancia l’allarme sulla diseguaglianza sociale in Italia.

All’interno di un rapporto denominato “Diseguitalia” e pubblicato in occasione del World Economic Forum che prende oggi il via a Davos, la Ong britannica denuncia infatti che a metà 2017 il 20% più ricco degli italiani deteneva oltre il 66% della ricchezza nazionale netta, lasciando al 60% più povero appena il 14,8% della ricchezza nazionale.

Non solo. Il rapporto evidenzia anche che la quota di ricchezza dell'1% più ricco degli italiani superava di 240 volte quella detenuta complessivamente dal 20% più povero della popolazione.

Un trend che peggiora

Il gap economico sopra descritto, che rischia sempre più di creare attriti di carattere sociale, è tra l’altro da considerarsi purtroppo in continuo e costante aumento.

Nel periodo 2006-2016 infatti la quota di reddito nazionale disponibile lordo del 10% più povero degli italiani è diminuita del 28%, mentre oltre il 40% dell'incremento di reddito complessivo registrato nello stesso periodo è fluito verso il 20% dei percettori di reddito più elevato.

Così nel 2016, secondo gli ultimi dati confrontabili disponibili, l'Italia occupava la ventesima posizione su 28 paesi Ue per la disuguaglianza di reddito disponibile.

Un problema non solo italiano

Il deprecabile fenomeno per cui i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri, come facilmente intuibile, non riguarda però solo l’Italia, ma investe un po’ tutti il mondo. E a confermarlo sono ancora una volta i dati Oxfam.

L'1% più ricco della popolazione mondiale infatti continua a possedere quanto il restante 99%. E come se non bastasse, si arricchisce sempre di più: l'82% dell'incremento di ricchezza netta registrato nel mondo tra marzo 2016 e marzo 2017 è andato infatti proprio in tasca a questi Paperoni.

Nemmeno un centesimo, invece, è finito alla metà più povera del pianeta, che conta 3,7 miliardi di persone. Il contrasto tra l’altro è quanto mai evidente visto che, conti alla mano, secondo l’Oxfam ogni due giorni si registra l'arrivo di un nuovo miliardario.

Lavoro: cartina di tornasole

E se c’è un ambito nel quale risultano evidenti queste forti differenze economico-sociali, questo è quello del mondo del lavoro. I salari infatti non hanno mantenuto il passo con la produttività e il lavoro vale sempre meno. A differenza di quanto accade ad azionisti e top manager i cui profitti invece sono in costante incremento.

A titolo di esempio, nel Regno Unito i manager esecutivi delle prime 100 compagnie quotate percepiscono 130 volte lo stipendio di un dipendente. Negli Usa, invece, si calcola che un amministratore delegato possa percepire in poco più di un giorno addirittura una cifra pari al reddito medio che un lavoratore della sua stessa compagnia percepisce in un anno.

E se possibile, denuncia ancora l’Oxfam, c’è chi sta ancora peggio: sono le donne. Queste ultime infatti subiscono in media un ulteriore divario retributivo pari al 23%.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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