Il trasporto aereo soffre ancora per il Covid e ora arriva il caro petrolio
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Economia

Il trasporto aereo soffre ancora per il Covid e ora arriva il caro petrolio

Viaggi e turismo dovranno fare i conti con la ripresa dell'inflazione provocata dai tagli alla produzione decisa da Opec+

Saliranno inflazione e prezzo del petrolio

Sarà davvero un’estate record per il turismo e per le compagnie aeree? Ad annebbiare le prospettive, fin qui abbastanza positive, è stato l’improvviso annuncio che l’Opec+ taglierà la produzione di greggio di 1,6 milioni di barili al giorno per sostenere i prezzi. Una comunicazione che nessuno si attendeva e dall’impatto molto preoccupante. Già Goldman Sachs vede il barile a 95 e poi a 100 dollari. Salirà l’inflazione e questo probabilmente costringerà le banche centrali a stringere ancora di più il credito. Anche a costo di provocare la recessione.

I livelli pre-Covid ancora lontani

Una pessima notizia per tutto il sistema che gira attorno ai voli. Il traffico aereo è principalmente dipendente dalla crescita economica. Ma subisce anche l’impatto di una serie di fattori che hanno un’alta correlazione l’uno con l’altro. A cominciare proprio dalla dinamica dei tassi d’interesse e dalle tensioni internazionali che la scelta dei Paesi produttori contribuirà ad accentuare.

Gli analisti di Deutsche Bank si dichiarano ancora ottimisti anche se riconoscono che il primo semestre dovrebbe chiudere ancora in negativo. D’altronde i livelli pre-covid non sono stati ancora raggiunti. Dalle statistiche di Enac risulta che, a gennaio il numero dei passeggeri trasportati sui cieli italiani per quanto quasi raddoppiati sul 2022, sono ancora del 7,6% sotto gennaio 2019. I movimenti complessivi accusano un ritardo dell’11,88% e il cargo del 2,6%. Ecco perché gli analisti sono ancora molto prudenti con le società di gestione aeroportuali quotati e con Enav che gestisce i servizi di volo.



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Redazione Verità&Affari