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Tecnologia

Dreamlab, l’applicazione gratuita che aiuta la ricerca contro il cancro

Basta tenere il cellulare in carica durante la notte e condividerne la potenza di calcolo in Wi-Fi o su rete mobile

L’auspicio è che, almeno di notte, ne stiamo alla larga. Non solo perché lo smartphone e il sonno non sono buoni amici, ma anche perché da oggi possiamo impiegarlo in altri scopi mentre riposiamo beati tra le braccia di Morfeo. L’applicazione DreamLab, scaricabile gratuitamente nelle versioni per Android e iPhone, trasforma il nostro telefono in uno strumento virtuoso, capace di accelerare la ricerca sul cancro. Senza chiederci di donare un centesimo: basta lasciarlo in carica con la connessione Wi-Fi o 4G attivata e, una volta attivata la app, metteremo a disposizione la sua potenza di calcolo con i ricercatori Airc dell’istituto di oncologia molecolare Ifom.

Capire per combattere

L’idea è venuta ed è stata sviluppata da Fondazione Vodafone, partendo dalla considerazione che il nostro cervellone tascabile, che usiamo per giocare, vedere contenuti in streaming, gestire la posta e il calendario, di notte rimane inattivo. Giacché la pigrizia per i dispositivi è un requisito inutile, tanto vale approfittarne: usare i suoi neuroni per uno scopo virtuoso. Quando lo smartphone è inutilizzato e collegato alla rete elettrica, l’app scarica piccoli pacchetti di dati, li elabora e li invia ai ricercatori. Così, contribuisce a indagare in modo analitico la struttura tridimensionale del Dna nel nucleo cellulare. Tali risultati possono aiutare a comprendere quali mutazioni genetiche si verificano nei pazienti colpiti da tumore. Ciascun tipo di tumore. Per definire meglio la prognosi e identificare terapie personalizzate.

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Il calcolo distribuito

L’idea alla base è semplice: far fare a tanti piccoli computer connessi contemporaneamente alla rete, il lavoro di un supercomputer. Velocizzando e molto le operazioni. Quello che una macchina con processore a otto core attiva 24 ore su 24 può fare in 600 giorni, mille smartphone attivi per sei ore a notte lo fanno in circa 20. Trenta volte in meno. «Dopo il successo del lancio in Australia, Nuova Zelanda e Regno Unito, DreamLab arriva anche in Italia, testimoniando ancora una volta l’impegno della nostra Fondazione nel favorire l’uso delle nuove tecnologie come strumento di innovazione sociale e di miglioramento della vita delle persone» spiega Maria Cristina Ferradini, consigliere delegato di Fondazione Vodafone Italia. «Lo smartphone, oggetto quotidiano di comunicazione» aggiunge «diventa uno strumento fondamentale per venire incontro ai bisogni sociali e, con DreamLab, anche un aiuto prezioso per accelerare la ricerca sul cancro». Infine, una nota: i clienti Vodafone che useranno la app tramite la rete mobile, non vedranno decurtati i dati previsti dal loro piano. Gli altri, possono usare il Wi-Fi domestico per dare il loro contributo. «DreamLab» conclude Ferradini «è un importante esempio della potenza trasformativa della connettività e della tecnologia: possiamo fare la differenza, persino dormendo».

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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