Draghi Speranza
(Ansa)
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Draghi contro Speranza: «il Piano Pandemico era insufficiente»

Il premier non nomina il ministro ma conferma che l'Italia non era pronta ad affrontare la pandemia anche per l'inefficacia delle misure del Ministro della Salute

«Nonostante il coraggio dei nostri medici ed infermieri i nostri piani pandemici si sono dimostrati insufficienti». Mario Draghi, in conferenza stampa, dice quello che alla fine era sotto gli occhi di tutti da mesi ma che qualcuno (come ad esempio l'ex Presidente del consiglio Giuseppe Conte) ha sempre negato o nascosto: il piano pandemico italiano era insufficiente, sbagliato, inutile per cercare di arginare la pandemia da Covid-19.

Un piano pandemico finito persino nel mirino della magistratura e al centro delle inchieste giornalistiche che hanno coinvolto l'OMS ed il suo rappresentante italiano, Ranieri Guerra. Piano che però, piaccia o non piaccia essendo un documento del Ministero della Salute ha una firma, un padre: il Ministro Roberto Speranza. E qui Draghi fa uso di tutta la sua abilità politica ammettendo l'errore senza però mai nominare il colpevole. Sa benissimo infatti il premier che la terra sotto l'esponente di Leu sta bruciando, da mesi e che un suo attacco diretto (anche solo fare il suo nome) porterebbe alle dimissioni immediate.

Ma anche senza nominarlo Draghi di fatto sbugiarda il suo ministro che si è sempre difeso sulla questione del piano pandemico, in maniera però molto poco convincente, spiegandoci che «le scelte del piano erano tutte dell'Oms e non del Ministro» e che «anche la decisione di ritirarlo è stata dell'Oms».

Intanto è stato preparato e diffuso l'elenco delle vaccinazioni che, stando al piano del Commissario Straordinario, Gen. Figliuolo, ogni regione dovrebbe essere in grado di somministrare questa settimana per raggiungere a breve alla fatidica quota di 500mila.


«Nonostante il coraggio dei nostri medici ed infermieri i nostri piani pandemici si sono dimostrati insufficienti». Mario Draghi, in conferenza stampa, dice quello che alla fine era sotto gli occhi di tutti da mesi ma che qualcuno (come ad esempio l'ex Presidente del consiglio Giuseppe Conte) ha sempre negato o nascosto: il piano pandemico italiano era insufficiente, sbagliato, inutile per cercare di arginare la pandemia da Covid-19.

Un piano pandemico finito persino nel mirino della magistratura e al centro delle inchieste giornalistiche che hanno coinvolto l'OMS ed il suo rappresentante italiano, Ranieri Guerra. Piano che però, piaccia o non piaccia essendo un documento del Ministero della Salute ha una firma, un padre: il Ministro Roberto Speranza. E qui Draghi fa uso di tutta la sua abilità politica ammettendo l'errore senza però mai nominare il colpevole. Sa benissimo infatti il premier che la terra sotto l'esponente di Leu sta bruciando, da mesi e che un suo attacco diretto (anche solo fare il suo nome) porterebbe alle dimissioni immediate.

Ma anche senza nominarlo Draghi di fatto sbugiarda il suo ministro che si è sempre difeso sulla questione del piano pandemico, in maniera però molto poco convincente, spiegandoci che «le scelte del piano erano tutte dell'Oms e non del Ministro» e che «anche la decisione di ritirarlo è stata dell'Oms».

Intanto è stato preparato e diffuso l'elenco delle vaccinazioni che, stando al piano del Commissario Straordinario, Gen. Figliuolo, ogni regione dovrebbe essere in grado di somministrare questa settimana per raggiungere a breve alla fatidica quota di 500mila.

Si va dagli oltre 50 mila della Lombardia, prima nella graduatoria anche dato l'elevato numero di abitanti, ai 620 della Valle d'Aosta.

I numeri comunque confermano la lenta crescita delle dosi giornaliere semper oltre le 320mila anche se non tutto sta funzionando come desiderato.

C'è ancora confusione ad esempio per quanto riguarda la situazione dei «caregiver», familiari e persone (come ad esempio colf e badanti) che si occupano ed assistono gli individui particolarmente fragili. Non è chiaro infatti quale siano i requisiti per rientrare in questa categoria; se basta essere un familiare, un parente di primo grado o più, come non si sa a chi rivolgersi per avere chiarimenti o che documenti portare per rientrare in questa categoria. Al momento quindi si procede senza regole certe, con le regioni costrette al fai-da-te e i numerosi casi di «furbettiı del vaccino.


Si va dagli oltre 50 mila della Lombardia, prima nella graduatoria anche dato l'elevato numero di abitanti, ai 620 della Valle d'Aosta.

I numeri comunque confermano la lenta crescita delle dosi giornaliere semper oltre le 320mila anche se non tutto sta funzionando come desiderato.

C'è ancora confusione ad esempio per quanto riguarda la situazione dei «caregiver», familiari e persone (come ad esempio colf e badanti) che si occupano ed assistono gli individui particolarmente fragili. Non è chiaro infatti quale siano i requisiti per rientrare in questa categoria; se basta essere un familiare, un parente di primo grado o più, come non si sa a chi rivolgersi per avere chiarimenti o che documenti portare per rientrare in questa categoria. Al momento quindi si procede senza regole certe, con le regioni costrette al fai-da-te e i numerosi casi di «furbetti» del vaccino.

Una buona notizia però per il piano vaccinale arriva dall'Ema che si è espressa in maniera favorevole sull'utilizzo del vaccino monodose di Johnson & Johnson. Secondo l'ente europeo del farmaco i rischi di trombosi sono infatti analoghi a quelli di AstraZeneca.

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Andrea Soglio