Dove c'è pizza c'è la piacentina Steriltom, anche in Thailandia
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Dove c'è pizza c'è la piacentina Steriltom, anche in Thailandia

L'azienda è diventata leader mondiale nella produzione di polpa di pomodoro per i ristoranti. Grazie alla forza di un distretto che contende il primato a Foggia

Dove c’è pizza c’è Steriltom, molto più di uno slogan. Che si mangi pizza in Italia, Thailandia, Australia o Giappone c’è sempre un filo “rosso” che ti porta a Piacenza, negli stabilimenti produttivi della Steriltom, azienda fondata nel 1934 oggi leader mondiale nella produzione di polpa di pomodoro “estrusa” (che vuol dire prodotta secondo il procedimento eseguito dalle massaie) nel segmento ristoranti e "horeca" (hotellerie-restaurant-café). “Abbiamo abbandonato vent’anni fa la grande distribuzione, convinti che fosse meglio non disperdere energie e concentrarsi su un segmento” spiega Dario Squeri, amministratore delegato (in piedi a destra nella foto) e rappresentante, insieme con il fratello Alberto (al suo fianco) della terza generazione proprietaria. La filosofia è stata quella di fare una cosa e farla bene, riuscendo a innovare persino in un settore maturo come quello della polpa di pomodoro.

Un esempio? Steriltom è stata la prima azienda a tracciare la filiera sulle confezioni e a passare ai sacchetti contenitori in alluminato plastico “che garantiscono la massima conservazione in ambiente sterile con poco tempo di bollitura”. Insomma, se un tempo una “grossa latta” da 5 chili veniva cotta e sterilizzata in un’ora e dieci minuti, adesso di minuti ne bastano sei. “Con grande risparmio di costi, energia ma anche con la garanzia di dare al prodotto un sapore più fresco e integro. In poche parole, migliore che in passato”.

Steriltom fattura oggi 56 milioni con previsioni di aumento del 5-10 per cento nel 2016, grazie al crescente interesse riscontrato in Paesi fino a poco tempo fa poco vicini alla pizza nelle sue più varie espressioni. “Cresciamo in Brasile, Thailandia, Nuova Zelanda e Australia. Persino in Messico e in India. Questo avviene sia per la diffusione di pasta e pizza ma anche perché la nostra polpa di pomodoro si sposa bene anche con i piatti della cucina locale” continua Squeri.

I prodotti Steriltom raggiungono ormai 78 Paesi, garantendo una polpa al 100 per cento made in Piacenza e Parma. “Non molti lo sanno ma la provincia di Piacenza è la seconda in Italia dopo Foggia per la produzione di pomodoro, tanto che stiamo cercando di organizzarci in distretto industriale” sottolinea Squeri. Il distretto nasce sotto l’insegna del network Pomorete, che già adesso riunisce 16 azienda tra produttori, trasformatori e imprese commerciali e della logistica.

“Mio nonno era un contadino e fondò l’azienda poco dopo la crisi del 1929, quando fallirono molte aziende per la produzione del concentrato” racconta l’amministratore delegato. “Gli agricoltori non riuscivano a vendere tutta la loro produzione, così mio nonno si ingegnò per trovare una soluzione”. Aprì un suo laboratorio per produrre polpa e il resto è ormai storia. “Il prossimo passo? Produrre sughi pronti e polpa già condita in modo ottimale con origano e olio. Il pizzaiolo thailandese non ha certo la mano e l’occhio allenati come i colleghi napoletani. Ecco, le nostre polpe già condite lo aiuteranno”.

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Antonella Bersani

Amo la buona cucina, l’amore, il mirto, la danza, Milan Kundera, Pirandello e Calvino. Attendo un nuovo rinascimento italiano e intanto leggo, viaggio e scrivo: per Panorama, per Style e la Gazzetta dello Sport. Qui ho curato una rubrica dedicata al risparmio. E se si può scrivere sulla "rosea" senza sapere nulla di calcio a zona, tennis o Formula 1, allora – mi dico – tutto si può fare. Non è un caso allora se la mia rubrica su Panorama.it si ispira proprio al "voler fare", convinta che l’agire debba sempre venire prima del dire. Siamo in tanti in Italia a pensarla così: uomini, imprenditori, artisti e lavoratori. Al suo interno parlo di economia e imprese. Di storie pronte a ricordarci che, tra una pizza e un mandolino, un poeta un santo e un navigatore e i soliti luoghi comuni, restiamo comunque il secondo Paese manifatturiero d’Europa (Sì, ovvio, dietro alla Germania). Foto di Paolo Liaci

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