Dipendenza da smartphone? Ecco come disintossicarsi
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Dipendenza da smartphone? Ecco come disintossicarsi

Dalle app anti-Facebook ai telefonini “leggeri”: c'è un'industria che lavora per sottrarci all'Internet addiction

Prima o poi smetto. Di fumare? No di restare incollato allo smartphone.

Ci ho provato in tutti i modi. Ho eliminato le notifiche troppo invasive, disinstallato le applicazioni inutili, ho persino rispolverato per qualche giorno il mio vecchio Nokia 3310. Il problema però persiste. Mi accorgo – o mi fanno accorgere – che sono continuamente distratto da tutto ciò che accade sotto il display del mio telefonino.

I sintomi (e le conseguenze) della smartphone-dipendenza
Sono indiscutibilmente uno dei figli della look down generation, la generazione di chi sta perdendo la capacità di comunicare guardandosi negli occhi, un superuser, come li definisce una ricerca effettuata da Flurry Analytics nel 2014, società che per prima ha tracciato la linea di demarcazione fra un uno uso assiduo del telefono (sopra le 60 applicazioni aperte al giorno) e un uso normale (fino a 16 volte).

Non sono il solo, a quanto pare. Secondo un’altra ricerca condotta su un campione di 2500 studenti italiani, ci sono tutti gli estremi per parlare di una diffusa Internet Addiction, una vera e propria dipendenza da Internet, in tutte le sue forme. Il termine può sembrare esagerato ma fino a un certo punto. Sì perché in molti casi l’eccesso di smartphone provoca conseguenze che vanno ben al di là del risentimento della moglie o della fidanzata snobbata per una notifica di Facebook: c’è chi comincia a perdere la cognizione del tempo, chi appare sempre più alienato dalla realtà, chi accusa cali di rendimento nello studio o nel lavoro, chi trascura gli amici e gli affetti familiari, c’è persino chi inizia a soffrire di insonnia.

Così nasce l'indusria del detox tecnologico
A giudicare dai sintomi, ce n'è abbastanza per iniziare a remare contro il progresso tecnologico. E in effetti, basta fare un giro in Rete per scoprire che esistono ormai molte realtà che lavorano per quella che è a tutti gli effetti un'industria della disintossicazione digitale. Ce n'è per tutti i gusti e tutte le esigenze: dal libro che spiega come depurarsi dai pixel in 7 giorni alle applicazioni anti social network, dai wallpaper che ci ricordano che il mondo – quello reale – è al di fuori dello schermo di un cellulare alle vere e proprie cliniche per la cura delle dipendenze più gravi.

Siamo come tanti bambini in un negozio di caramelle, continuiamo a mangiare troppo senza riuscire a fermarci

Un buon metodo per “uscirne”, sostengono in ben informati, è quello che fa leva sui cosiddetti feature phones, telefonini per nulla evoluti che consentono di sbrigare solo le faccende più semplici della nostra vita digitale: effettuare chiamate, mandare messaggi e poco altro. In commercio ce ne sono sempre di meno, ma frugando su eBay e altri mercatini dell’usato la scelta aumenta.

Il telefonino? Meglio se "leggero"
Sul tema c'è chi ha deciso di investire fior di quattrini. È il caso della svizzera Punkt, società che è balzata agli onori delle cronache per la sua personalissima linea di telefonini "defatiganti". "Siamo come tanti bambini in un negozio di caramelle, continuiamo a mangiare troppo senza riuscire a fermarci”, spiega il CEO della società, parlando del suo ultimo prodotto – al secolo Punkt 01un cellulare senza touch screen che funziona solo su rete 2G.

Punkt non è la sola azienda ad aver scommesso sulla rinascita del telefonino 1.0. Joe Hollier and Kai Tang, due imprenditori evidentemente preoccupati per le sorti dell’umanità connessa, stanno cercando fondi per lo “sviluppo” (si fa per dire) di un vero e proprio telefonino leggero. Si chiamerà manco a dirlo Light Phone, e sarà da quel che si legge, un cellulare per fare e ricevere chiamate. Nulla di più.

"Non pensiamo che la gente debba rinunciare completamente allo smartphone", spiegano i due. "Stiamo solo dicendo che in alcuni momenti, ad esempio quando dobbiamo andare a prendere i nostri figli al parco o uscire a cena con la moglie, non abbiamo bisogno di notifiche da Twitter o Facebook, né di qualsiasi altra cosa."

La cura passa anche per il placebo
Ma il tentativo più estremo, per non dire assurdo, di arrivare a una riconciliazione (forzata) con il mondo reale è quello che va sotto il nome di NoPhone, letteralmente “nessun telefono”. Avete capito bene. Per la modica cifra di 12 dollari (che scontati diventano 10), c’è chi offre una sagoma di plastica che ricorda nelle forme – ma solo in quelle – un normale smartphone di ultima generazione. All'interno non troverete null'altro: né un display, né una fotocamera, né tantomeno un telefono. Solo plastica.

"NoPhone ha molti vantaggi. È a prova di urto, imperbeabile, non ha bisogno di essere ricaricato e non vi distrae mentre state chiacchierando con i vostri amici", spiegano fra il serio e il faceto i creatori dell’iniziativa. Arrivato a questo punto mi chiedo se sia peggio l’Internet-dipendenza o i suggerimenti di coloro che iniziano a trattarci un po' da cani: come se bastasse un "osso" di plastica per convincerci del fatto che si può vivere anche senza il nostro trastullo preferito.

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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