Diego Mancino, insieme ad Ambra Angiolini, sul set del video di "Succede d'estate"
Ufficio Stampa/Foto di Viola Damiani
Musica

Diego Mancino: “Spero che le canzoni mi salvino”

Il suo ultimo disco “Un invito a te” è nato con un progetto di crowdfunding. Tra le tracce anche una cover di Tenco - Intervista

Tra le uscite discografiche di questi giorni, c’è un album di cui sarebbe un gran peccato non goderne, canzone dopo canzone. Stiamo parlando di “Un invito a te”, l’ultima fatica di Diego Mancino, cantante e autore di numerosi brani di successo per alcuni colleghi (Renga, Noemi, Emma, Cristiano De Andrè, per dirne solo alcuni).

“Un invito a te” è uscito su etichetta Universal Music, ma il processo che ha dato la vita ai nove brani in tracklist è stato tutt’altro che semplice. “L’ho realizzato grazie a Music Raiser, una piattaforma di crowdfunding musicale”, ci ha raccontato.


Come è stato? 

Il crowdfunding dura due mesi. Chiedi ai tuoi fans di finanziare un progetto che in quel momento non esiste. È una questione di fiducia. Poi ho invitato a casa mia alcuni di loro per fargli sentire un po’ di provini e per fargli scegliere qualche canzone: è stato un modo di farli sentire parte del processo di creazione del disco.

Una scelta non convenzionale e nemmeno semplice, immagino.

Sì, fare una campagna del genere vuol dire imporsi di avere molto coraggio e di avere le idee chiare per capire cosa si vuole fare. Ma questo mi ha anche permesso di essere completamente libero nelle mie scelte creative (vedi, per esempio, arrangiamenti e collaboratori).

Hai scritto per alcuni artisti del nostro Paese. Cosa trattieni di più dal rapporto con loro?

Fare l’autore per altri ti obbliga a mantenerti fresco. Nella musica si rischia spesso di essere autocompiacenti. Scrivere per Emma, o per Renga, o per Cristiano, ti obbliga a confrontarti non solo con la musica di altri, ma anche con la loro voce, con l’animo, con i contesti che ha la musica nazional-popolare.

Un grande allenamento, quindi…

Esatto. La mente è obbligata anche nella scelta dei temi. Scrivere per altri mi ha dato l’opportunità di essere ancora oggi curioso, pronto ad imparare. È un aspetto bellissimo di questo lavoro.

Torniamo al tuo album. Ci hai messo dentro tanta malinconia. Un gusto retrò che ci fa pensare che nel passato ci sia qualcosa di utile per vivere il presente. È così?

Queste canzoni sono fatte per muovere il sentimento dell’ascoltatore. Nasce da qui il gusto retrò che percepisci. Condividere l’emozione è una delle cose più importanti che fa la musica pop. La chiarezza dei sentimenti, il concetto di rivalsa, di amore. Tutto passa attraverso canzoni pop, che hanno questa magia. È una finestra aperta.

È per questo che hai anche inserito una cover di Ragazzo mio di Tenco?

Ho scelto questo brano perché chiude il cerchio con la mia vita passata. Ascoltavo molto quel tipo di musica in passato. Quella canzone dice parole che oggi, nel 2016, sono una bomba atomica. Sono esplosive. Dicono in modo assolutamente moderno delle cose che non dice nessuno, come il fatto che bisogna avere coraggio.

È riuscito a rendere eterna una canzone. Il desiderio recondito di ogni artista, no?

Il mio lavoro funziona così. Quando lo fai con tanto amore, allora è già eterno. Lavorare bene, fare bene il proprio lavoro, è qualcosa che rende molto stabile l’opera che fai. Che sia anche solo costruire una casa, o cucinare un piatto, va fatto tutto con il massimo impegno. Per rendere eterna una canzone ci vuole questo, ma anche la fortuna che la canzone in quel momento dica qualcosa che racconti le persone. Io faccio di tutto perché ciò che scrivo sia il più onesto e il più esposto possibile. Non nascondo ciò che sono. Spero sempre che le canzoni mi salvino. L’hanno fatto tante volte, nella mia vita.

Nel video di Succede d’estate compare anche Ambra Angiolini. Come mai questo video così criptico?

Ambra è un’amica. Per capirci, è lei che ha fatto conoscere i miei dischi a Francesco (Renga, ndr). È una persona con un animo nobile. Questa canzone, così come molte cose del mio disco, racconta del vuoto, dell’assenza. Così ho deciso di fare questo video, in cui io tento di riempire un vuoto emotivo. Abbiamo iniziato ad immaginare un momento in cui non ci sia nulla. La canzone racconta di un uomo che dice di “no” a una donna, ma per concentrarci sul significato che ha quel brano, abbiamo usato il concetto di vuoto, di assenza. Raccontare l’assenza in maniera visual è stato questo. Questo, chiaramente, è perché quel vuoto lo vogliamo riempire. Il vuoto è raccontato non per esaltarlo, ma perché lo si vuole finalmente riempire.

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Giovanni Ferrari