ZeroZeroZero: Saviano, ci sei o ci fiction?
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ZeroZeroZero: Saviano, ci sei o ci fiction?

Le pagine del nuovo libro sono oltre 400, ma le idee documentate sono quattro e quelle nuove anche meno

Il nuovo libro di Roberto Saviano, attesissimo, è appena arrivato in libreria e già ZeroZeroZero(Feltrinelli, 450 pagine, 18 euro) rischia di rimanere negli annali dell’editoria più per la sua disinibita campagna pubblicitaria che per il contenuto. Scrivere di coca è come scrivere di guerra: non si può prescindere da decenni di romanzi, saggi, documentari, film, reportage tv, quasi tutti ormai online. Come quella Wikipedia da cui Saviano è stato accusato di copiare.

Se né a Ovest né a Est si è trovato niente di nuovo, non si possono spremere à la Marco Travaglio le frigide, letterariamente, inchieste giudiziarie né le decine di istituzioni militari e di polizia che compaiono nei chilometrici ringraziamenti che sono valsi all’autore l’altra accusa: quella di scrittura embedded. Non per un testo che poi va nella collana Narratori. Invece qui è vero che le pagine sono oltre 400, ma le idee documentate sono quattro e quelle nuove anche meno. Non siamo i primi a dire che se di inchiesta si tratta, mancano gli elementi di prova: profili, bibliografia, istruzioni di viaggio, coordinate, insomma, che permettano, a chi lo volesse di verificare ed eventualmente, follemente, rifare il suo percorso sulle tracce della coca in Colombia, in Russia, in Africa o anche solo in Francia.

Chi consuma coca ci sta accanto tutti i giorni, come narra il bellissimo incipit. Meglio allora partire da lì, da vicino, al limite da dentro la segregazione forzata cui Saviano è costretto. La vera letteratura fa viaggiare anche se si è costretti alla scorta. E, anche se non lo fa, forse per paura di perdere lo status di docu-tuttologo, si sente a ogni pagina, a ogni riga, che Saviano vorrebbe darci dentro con l’invenzione e i sentimenti e l’ispirazione del momento. E scrivere finalmente il nuovo romanzo, quello davvero ancora Attesissimo, quello per cui di Wikipedia non ci sarà nemmeno bisogno.

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Stefania Vitulli