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Il "Roma": storia di un dirigibile italiano nei cieli d'America

95 anni fa Il dirigibile semi-rigido T-34 fu costruito a Milano e acquistato dall'Aviazione degli USA. Volò pochi mesi prima di schiantarsi per un guasto

Dalla Bovisa ai cieli della Virginia. La storia del dirigibile "Roma" inizia in un capannone della periferia industriale di Milano. Qui il genio romantico di Celestino Usuelli, pioniere del volo e rampollo della famiglia proprietaria della maison Borsalino aveva fondato la sua officina per la costruzione di dirigibili, la ditta "Aria". Negli anni precedenti alle Grande Guerra, Usuelli aveva progettato e realizzato una serie di aeronavi semi-rigide sperimentali, grazie alla sua esperienza come pilota di palloni aerostatici con i quali era riuscito a salire ad oltre 5.000 metri di quota e a valicare le Alpi. Lo sviluppo bellico del dirigibile e dei motori aeronautici spinse il "milanese volante" a svilupparne la tecnica costruttiva, la resistenza e l'affidabilità. 

Alla fine degli anni '10 vi fu il decisivo incontro con il generale Umberto Nobile, dal quale nacque il primo progetto del "Roma". La grande differenza con i dirigibili prebellici del tipo semi-rigido era la struttura portante a tralicci, che sul nuovo dirigibile assumevano una forma triangolare e servivano anche da supporto alle gondole dei motori, che in tale modo non dovevano più essere fissati alla navicella e potevano aumentare di numero e potenza. I timoni furono ripresi dagli Zeppelin tedeschi e assunsero la forma a croce in poppa, che garantiva maggiore governabilità. 

Il "Roma" fu assemblato tra il 1919 e il 1920 allo Stabilimento Costruzioni Aeronautiche (SCA) e volò per la prima volta sopra la città di Roma il 19 marzo 1920. Il dirigibile, spinto dai 6 motori Ansaldo, era per la prima volta dotato di una capiente cabina passeggeri dove durante uno dei viaggi tra Roma-Napoli e Palermo fu ospitato il re Vittorio Emanuele III. 

La velocità di crociera di circa 90km/h e la quota operativa di oltre 5.000 metri destarono l'interesse dell'Esercito degli Stati Uniti, che lo acquistarono poco dopo per oltre 165mila dollari. Il "Roma" fu smontato e trasportato via nave verso New York. Il primo volo con la nuova livrea con la stella dell'Usaf fu sopra la base militare di Langley in Virginia quando i 125 metri di lunghezza del dirigibile italiano uscirono dall'hangar dopo che la chiglia fu gonfiata con più di 33mila metri cubi di idrogeno. Gli Americani, pur soddisfatti dell'aeronave, ritennero i motori italiani poco potenti. Fu così che i tecnici li sostituirono con i più performanti Liberty L-12 da 400hp ciascuno. Il "Roma", con i nuovi propulsori, fu in grado di raggiungere la velocità di punta di 128 km/h.

La scelta dei nuovi proprietari si rivelerà un errore fatale. Il 21 febbraio 1922 il "Roma" si levò dalla base di Langley per un volo dimostrativo con a bordo 45 passeggeri. Poco dopo le 14:00, mentre volava alla velocità di crociera di circa 90km/h, la prua del dirigibile fu soggetta ad un improvviso cedimento dovuto allo stress strutturale causato dai motori troppo potenti. Il "Roma", ormai ingovernabile, perse rapidamente di quota fino ad urtare i cavi di una linea ad alta tensione. Riempito di idrogeno altamente infiammabile il dirigibile esplose schiantandosi a terra. Dal rogo si salveranno soltanto 11 passeggeri, di cui la maggior parte gravemente ustionati. 

La tragedia del dirigibile progettato dal generale Nobile e dal milanese volante Usuelli farà abbandonare l'uso dell'idrogeno, sostituito dall'elio inerte. Del "Roma" rimarrà solo l'hangar allestito per lui nel Texas, a San Antonio, la destinazione finale del dirigibile nato in Italia. La struttura sarà demolita alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, quando l'era dei dirigibili era da tempo tramontata.

National Museum of the USAF
Il "Roma" gonfiato con oltre 33mila metri cubi di idrogeno all'interno dell'hangar della base di Langley, Virginia

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Edoardo Frittoli