I libri più belli del 2012: 5 fiction di cantanti-scrittori
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I libri più belli del 2012: 5 fiction di cantanti-scrittori

Dallo spartito alla "cartella", dal verso breve alla prosa rotonda: un passaggio affatto scontato eppure un'attrazione sempre più fatale. Abbiamo scelto 5 outsider fra i musicisti italiani che nel 2012 hanno invaso le librerie

Potrebbero piacervi libri di cantanti che non ascoltereste mai? Probabilmente sì, perché va bene il background musicale (jazz, pop, rock, canzone d'autore) ma davanti alla pagina bianca outsider e star si riallineano ai blocchi di partenza. Per questo abbiamo tralasciato la coppia fuori categoria formata da Luciano Ligabue e Francesco Guccini (il quale ha recentemente dichiarato di voler dedicarsi solo alla scrittura dopo il ventiquattresimo album L'ultima Thule) e anche Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, rivelazione dell'anno con Lo spacciatore di carne . Ma attenzione, il 2013 è alle porte e stanno per debuttare, fra gli altri, Roberto Vecchioni direttamente per Einaudi, Giovanni Lindo Ferretti e addirittura Matteo Maffucci degli Zero Assoluto...

Simone Lenzi, La generazione, Dalai Editore
Un portiere di notte. Una vita a rovescio. Notti dietro il bancone di una reception ad aspettare che si consumino i riti quotidiani di ogni grande albergo. Gli occhi pallati a leggere Ippocrate, Spallanzani, Pietro Rossi, gli antesignani nello studio della generazione. Per una coppia che non riesce ad avere un figlio il pharmakon, come nell'etimo greco, è la cura ma anche il veleno. Il cantante dei Virginiana Miller ispira con la sua opera prima Tutti i santi giorni, il film di Virzì. Romanzo "generazionale" mutisignificato, scrittura ipnotica e coinvolgente. Una sorpresa.

Paolo Fresu, In Sardegna - Un viaggio musicale, Feltrinelli
Memoria e incontri, suoni visioni e archetipi, confini che schiudono orizzonti. La pecora, la musica e la lingua. Per i suoi 50 anni nell'estate 2011 il grande trombettista di Berchidda si regala un progetto a metà fra realtà e immaginazione: !50 anni suonati. Cinquanta concerti consecutivi in altrettanti luoghi della sua Sardegna, chiamando a raccolta amici da ogni dove (qualche nome a caso: Uri Caine ed Enrico Rava, Stefano Bollani e Elena Ledda, Ornella Vanoni e Paola Turci, Lella Costa e Ascanio Celestini) e dovunque trovando una affettuosa festa in suo onore. Come un wanderlust romantico fra le pietre parlanti della Sardegna, il diario di Fresu è un'opera senza tempo che fotografa la cultura isolana con la colonna sonora di un assolo di tromba sotto la luna piena.

Enrico Ruggeri, Non si può morire la notte di Natale, Baldini & Castoldi
Il Natale noir di Enrico Ruggeri si annuncia con una pallottola che buca (fisicamente) la copertina del libro. Ma è l'unica concessione allo splatter. Il plot è tutto introspettivo con un attore di successo che la notte di Natale si ritrova con una tempia bucata: sta precipitando da un baratro o risalendo da un tunnel? La verità ci metterà un anno a tornare a galla dopo un colpo di scena cucinato a puntino. Nel frattempo, Giorgio Sala è costretto su una sedia a rotelle a fare i conti con il suo passato e con una famiglia che ne disarciona ogni certezza.

Stefano D'Orazio, Confesso che ho stonato, Kowalski
L'ex batterista e paroliere vuota il sacco sulla sua vita da Pooh e non riesce più a fermarsi (quasi 400 pagine), non solo per l'eloquio generoso ma anche per via di cinquant'anni di vita e musica densi come non mai. Però non c'è ombra di prosopopea nel racconto di colui che, all'ombra dei tamburi, dei Pooh incarnò il lato più manageriale. Con sincerità e ironia, come denuncia il bel titolo, l'autobiografia di D'Orazio non si fa sconti indugiando sulle imperfezioni che "forse sono la parte più emozionante di ogni vita". Una storia che ha un'anima.

Leo Mancuso, L'ultimo dei marziani. David Bowie raccontato dal poprock italiano, Caratterimobili / formiche elettriche
Time takes a sigarette, put it in your mouth... Quanta nostalgia per quel tempo in cui il dissoluto Ziggy barcollava sul palco sul riff agrodolce di Rock'n'roll Suicide. Il più grande mutante della storia del rock era un intellettuale libero da vincoli intellettuali che amava giocare alla metamorfosi. Catturò così tante idee nei suoi dischi da influenzare perfino un bel po' di di musica italiana, eppure resta in qualche modo un artista di culto, semisconosciuto dalle nuove generazioni. Colma il divario questo libro orchestrato da Leo Mancuso, che si legge come un romanzo corale compilato da un prestigioso cast: fra gli altri Manuel Agnelli, Paolo Benvegnù, Giulio Casale, Ivan Cattaneo, Cristiano Godano, Morgan che firma la postfazione, Enrico Ruggeri, Tricarico, Massimo Zamboni. Anche il progetto grafico dell'editore Caratterimobili è perfettamente in tema: colorato, trasversale, glam.

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Michele Lauro