Io c’ero negli anni 80
Magazzini Salani
Lifestyle

Io c’ero negli anni 80

Tutto quello che abbiamo vissuto, amato e imparato dai mitici anni 80

Se durante il trasloco ritrovate in qualche cassetto polveroso una confezione trasparente (presente quelle in cui si compravano, forse ancora in vecchi magazzini oggi le camicie?) con dentro tante, tantissime e ordinatissime scatoline bianche e marroncine con disegnata sopra la ruota di un mulino (quel Mulino!) e aprendone un paio a caso vi meravigliate ancora per quelle sorpresine, non scioglietevi e resistete all’impulso di sospirare mentre dite “aaaaah, quei vecchi tempi…”.
Sappiate che non siete soli.

Sappiate che siamo in tanti ad aver collezionato le sorpresine del Mulino Bianco, le figurine di Fiorucci e quelle di Flashdance (che magari nel frattempo avete venduto su eBay).
Sappiate che non eravamo le sole a scioglierci in brodo di giuggiole per John Taylor o Simon Le Bon. Perché noi che negli anni 80 indossavamo le Burlington sotto ai jeans arrotolati di Armani, che osavamo mostrarci con improbabili fiocchi Naj Oleari in testa (che capelli, ah, che capelli), che collezionavamo tutti i numeri del Paninaro e di Preppy manco fossero delle reliquie, che ci sbrodolavamo il Moncler con il panino del Burghy, ecco, noi ora siamo cresciuti, ma nel cuore conserviamo ricordi indelebili e inossidabili di quei favolosi anni 80.

Questo e molto altro devono aver pensato quelli dei Magazzini Salani quando hanno deciso di pubblicare Io c’ero negli anni ‘80.

Hai giocato all’Allegro Chirurgo? Ti ricordi cos’era la Robapazza che strumpallazza? Andavi matto per le Frizzy Pazzy? La casa nella prateria era la tua serie preferita? E.T. l’extraterrestre? Mondiali di Calcio Spagna 82 o il matrimonio di Carlo e Diana? Conosci tutti gli accessori del perfetto Paninaro? Scambiavi le figurine e te ne mancava sempre una per completare l’album?

Il libro.
Ogni decennio porta con sé un’inestimabile eredità per le generazioni future e gli anni ’80 sono stati un periodo molto fecondo, che resta indelebile nella memoria di chi lo ha vissuto, ma anche di quanti ne hanno subito l’influenza indirettamente.

Erano anni spumeggianti, di forte crescita economica, dove c’era un vero culto dell’immagine e una grande voglia di apparire, a partire dalla moda, con i suoi eccessi nelle acconciature, nel makeup e nei vestiti.

In ambito tecnologico, fu in quel periodo che iniziarono a diffondersi i primi computer, allora voluminosi, e le console, su cui caricavamo i videogame che riproducevano quelli più in voga nelle sale giochi e in compagnia dei quali passavamo molte ore.

I bambini e i ragazzi si divertivano tuttavia anche con molti passatempi manuali, come il Meccano, i mattoncini Lego, il Dolce Forno Harbert, tanti giochi in scatola, come Monopoli, L’Allegro Chirurgo, Indovina Chi?, e attività ludiche all’aria aperta, tra cui gli evergreen Ruba bandiera, Nascondino, Strega comanda colore.

La merenda alle quattro era d’obbligo, mentre in TV andavano in onda i cartoni animati appena sbarcati dal Giappone, che invasero anche le edicole con le loro storie di robot e feuilleton strappalacrime.

Non avevamo gli smartphone e quando eravamo fuori casa, per fare una telefonata, dovevamo cambiare le lire in gettoni e raggiungere una cabina telefonica, che svettava agli angoli delle strade o nelle piazze. I gettoni lasciarono poi il passo alle schede telefoniche; oggi sono entrambi oggetti da collezione.

Immortalavamo i nostri ricordi su pellicola e chi non voleva aspettare settimane per lo sviluppo degli scatti poteva affidarsi alla Polaroid, l’avveniristica fotocamera che in pochi minuti stampava le fotografie. Una volta impressionata, la carta era estratta manualmente dalla macchina e separata dal foglio cosparso di reagente, che permetteva alle immagini di delinearsi a poco a poco, a contatto con l’aria. Sul bordo bianco di queste fotografie piccole e quadrate scrivevamo a penna il luogo e la data, e “taggavamo” fisicamente i presenti, che si passavano curiosi la foto di mano in mano.

Allora il mezzo principe per trasmettere grandi eventi mediatici, tra cui i concerti di star internazionali, era la TV. Il 4 settembre 1987 il concerto a Torino dell’icona pop americana Madonna fu visto su Rai 1 da più di 14 milioni di telespettatori! E furono oltre 800 milioni in mondovisione a seguire le nozze di Carlo e Diana, che il 29 luglio 1981 pronunciarono il fatidico “” nella St. Paul’s Cathedral di Londra.

Riuniti in casa o nei bar davanti alla televisione, assistemmo non soltanto a concerti mozzafiato e matrimoni da favola, ma anche a un evento sportivo che resta vivido nella memoria di molti: la finale dei Mondiali di Calcio in Spagna del 1982, quando l’Italia trionfò sulla Germania Ovest per 3 a 1. L’11 luglio tutti gli italiani sollevarono simbolicamente la coppa insieme al portiere Dino Zoff.

Le informazioni, le curiosità e le immagini contenute nel libro vogliono ricreare l’atmosfera e i sapori degli anni ’80. Ampio spazio è stato riservato alle mode in voga, agli oggetti di culto, ai giochi e al cibo di quegli anni, caratterizzato dal boom delle merendine e dalla nascita dei fast food. Sono state ripercorse molte delle tendenze musicali che hanno preso corpo all’epoca e hanno influenzato tutto il decennio, in ambito nazionale e internazionale.

È stata puntata una lente di ingrandimento sul panorama televisivo (telefilm, cartoni animati, varietà, giochi a premi) e sul suo palinsesto, estremamente variegato anche grazie all’impulso crescente delle reti commerciali, nate a fine anni ’70. Non poteva inoltre mancare uno sguardo alla fitta produzione cinematografica, costellata dalla nascita di saghe indimenticabili come quella di Star Wars ed eroi immortali come Indiana Jones o Rambo, e al mercato editoriale.

Tantissime informazioni, curiosità e immagini che rievocano le atmosfere e i sapori degli anni ’80. Film, attori, musica, cantanti, giochi, cartoni animati, serie TV, fumetti e molto altro ancora rallegreranno chi ha vissuto nel decennio più esagerato del Novecento, ma soddisferanno anche ogni curiosità di chi ne ha solo sentito parlare.

Io c’ero negli anni 80
Magazzini Salani, 2015
(171 pagine)
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Valeria Merlini

Nasco ariete, cresco caparbia maturo risorgendo. “Ho capito che sei una fenice, rinata dalle tue stesse ceneri e per far questo ci vuole una grande forza d'animo, chapeau Vale”. Un’insospettabile (donna) mi ha scritto queste parole. E allora ho capito, una volta di più, che si può mollare tutto e ricominciare. Inizio allora a leggere. Poi a scrivere. Poi ancora a leggere e a scrivere. Via così. Mai fermarsi. Mai accontentarsi. Lamentarsi sempre. Una lettera mirata ha fatto sì che finissi nel posto giusto. Panorama.it. Questo. Una sfumatura (anzi tre, quelle del grigio, del nero e del rosso per la precisione) mi hanno relegata nel mondo del Sexy&Co., fatto di pizzi e mascherine, di frustini e di latex, di sex toys e sexy boys. Libri erotici? Il mio pane (e ho detto pane!) quotidiano.

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