Design, Sironi e Fioravanti: abbasso gli imbalsamatori della creatività
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Design, Sironi e Fioravanti: abbasso gli imbalsamatori della creatività

Rinnovamento e semplicità sono i nuovi pilastri delle promesse under 40

I giovani leoni del design italiano hanno il piglio dei rottamatori gentili e lo sguardo puntato fisso, come un riflettore, sul futuribile. Nella terra di Giò Ponti e Renzo Piano è difficile gridare che un nuovo design è possibile; ma Brian Sironi e Odoardo Fioravanti, 36 anni il primo, 39 il secondo, entrambi già vincitori di un Compasso d’oro, usano talento e coraggio e non si fanno intimidire dalla storia. "Viviamo in un Paese" spiega Fioravanti "in cui è sempre stato cruciale conservare il passato, soprattutto per motivi legati alle bellezze artistiche e architettoniche ereditate. Non bisogna nascondere, però, che questo ci ha portato anche a essere un popolo di imbalsamatori".

Loro due, invece, lungi dal voler imbalsamare i maestri e gli oggetti del passato, hanno chiara la strada del rinnovamento, che passa dalla sostenibilità, dalla semplicità, e dal design fatto servizio. "Il mainstream legato alla sostenibilità" afferma Sironi "è così importante da essere il presupposto di ogni progetto, una conditio sine qua non per cui il prodotto che non è sostenibile è obsoleto. Allo stesso modo, è molto positivo che in questo momento storico stiano nascendo vari progetti di sistemi prodotto-servizio pronti a diventare 'soluzioni per la vita quotidiana', risposte reali a problemi di varia scala. Del resto, il passaggio dal possesso di prodotti all’accesso ai servizi è ormai in corso, basti pensare al passaggio dall’automobile al car sharing. Era inevitabile che il design se ne accorgesse".

E se nel mondo del design a cinque stelle persino il grande Olafur Eliasson realizza la lampada a led Little sun da vendere nei paesi ricchi per illuminare quelli poveri, c’è anche un intero fenomeno di design che viene "dal basso" e produce senza tanti mezzi. Quello dei maker, per esempio. "Io guardo con molta attenzione il fenomeno dei maker e della fabbricazione digitale" spiega Sironi. "Mi piace che sia un movimento nato dal basso, mi piace il suo carattere democratico e, forse, mi piace più questo dei reali risultati che si stanno raggiungendo in termini di qualità dei prodotti. Ma c’è un ampio margine di miglioramento". Democraticità, sostenibilità, servizi, open source: il mondo del design non si ferma. Usa sensori e attuatori, led e microchip, ma la tradizione che ruolo ricopre? "È importantissima" rispondono all’unisono.

Il primo ha come maestri Renzo Piano, "il progettista perfetto", e Vico Magistretti, «perché ha saputo usare la geometria come pochi» e nella vita avrebbe voluto aver disegnato il computer portatile da 100 dollari per bambini One laptop per child. Fioravanti invece predilige "Ettore Sottsass jr per la versatilità del suo agire progettuale e Richard Sapper per la semplice severità delle sue creazioni"; e l’oggetto per cui prova una sana invidia creativa è la nuova collezione di lampade di Issey Miyake per Artemide ispirate ai suoi abiti a loro volta ispirati all’arte dell’origami.

Su un’altra cosa i due designer sono d’accordo: bando a mobili e complementi d’arredo, le icone del design di questo inizio del Terzo millennio sono gli smartphone e le interfacce di iPhone e iPad, "per la loro intuitiva semplicità e per l’effetto complessivo sul mondo che queste interfacce hanno avuto, imponendo uno standard di chiarezza e onestà che si riflette in tutto il mondo della produzione".

L’Italia, ancora percepita come la culla del design, il luogo dove ogni progettista vorrebbe studiare e vivere, forse in futuro, secondo Sironi, lascerà il suo primato al Brasile, dove un bando nazionale sull’innovazione ha fatto emergere decine di aziende già quotatissime, e alla Francia, dove, racconta Fioravanti, "la fiera Maison et objet è diventata molto importante e dove il governo attraverso il Via (valorisation de l’innovation dans l’ameublement) ha promosso una generazione di giovani designer, portandoli alla ribalta mondiale".

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Maddalena Bonaccorso