Darwin, Lincoln e la capacità di scrivere secondo Adam Gopnik
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Darwin, Lincoln e la capacità di scrivere secondo Adam Gopnik

Guanda pubblica il ritratto di due giganti del 19° secolo uniti soprattutto dalla capacità di esprimere le idee con lo stile di persuasione del liberalismo

Adam Gopnik, penna di lusso del New Yorker, scrisse in occasione del bicentenario dalla nascita (2009) di Charles Darwin e Abraham Lincoln, i saggi contenuti in questo Il Sogno di una vita. Lincoln e Darwin che ora Guanda ha stampato per l'Italia (traduzione di Isabella C. Blum, il titolo originale era Angels and Ages).

A partire dal fatto casuale che Abraham Lincoln e Charles Darwin nacquero nello stesso giorno, mese e anno, Gopnik è assai abile nel tessere un lavoro che regge il peso e l'importanza cruciale di questi due uomini, fra i protagonisti decisivi del IXX secolo.

L'argomentazione del liberalismo

L'autore narra in parallelo momenti e idee cruciali delle vite dei suoi due protagonisti, ma lo fa attorno a un asse di interpretazione coraggioso e originale: la capacità dei due di scrivere, di comunicare: Charles Darwin e Abraham Lincoln "contribuirono a inventare un nuovo stile di persuasione e di ragionamento che appartiene al liberalismo". E ancora: "I saggi qui raccolti sono stati scritti senza un progetto, ma questo libro non è senza una tesi. La tesi è che l'espressione letteraria è essenziale per la civiltà liberale".

Il discorso di Lincoln

Certo, non sorprende poi tanto leggere da Gopnik che Darwin non sarebbe mai entrato come protagonista della Storia e della coscienza collettiva se non avesse scritto L'Origine delle Specie - Darwin fu infatti scrittore fra gli scienzati e scienziato fra gli scrittori, scelse di scrivere della sua avventura intellettuale e umana rivolgendosi a un lettore non specialista: con uno "sforzo di persuasione divulgativa".

Un po' invece sorprende quando Gopnik dice che gli atti più memorabili di Lincoln furono i discorsi, considerato che abbiamo a che fare con un uomo che fu presidente degli Stati Uniti nel momento più tragico della storia del paese, un uomo che abolì la schiavitù e rischiò di vedere la fine dell'Unione. Ma per Gopnik è evidente che il linguaggio è atto: con le parole si fanno cose decisive, perché "nuovi modi di pensare richiedono nuovi tipi di espressione efficace".
Insomma: Evoluzione e Emancipazione. Anche se la storia ha forzato Darwin e Lincoln in questi motti da medaglia commemorativa, distorcendo un po' il loro significato, i due "scoprirono come dar vita a quelle parole".

Così sintetizza Gopnik il meccanismo intellettuale del suo libro:

Scrivere bene non è solo questione di esprimersi in modo piacevole; implica anche che uno abbia trovato qualcosa di importante e di vero da dire, e le parole giuste per dirlo; che uno abbia percepito qualcosa di grande e trovato le parole giuste per comprimerlo, rendendolo abbastanza piccolo da riuscire a farlo entrare nelle singole menti, così che le idee potenti espresse dalle parole suonino come semplice buon senso. la buona scrittura è anche, principalmente, capire bene e pensare bene. Comporta che si abbia una concezione della vita, e che la si sappia far sembrare così plausibile da portare il lettore ad abbracciarla come una cosa ovvia, prima ancora che si renda conto di quant'è radicale (pagine 26 e 27).

I dettagli

Il libro di Gopnik è figlio anche dell'abitudine dell'autore di scrivere per il New Yorker: quello stile di saggistica narrativa allo stesso tempo brillante e rigoroso, che sempre più spesso supera la fiction nella capacità di ritrarre momenti della storia, i personaggi o gli eventi e che oggi viene spesso indicato come la vera frontiera della scrittura.
Il Sogno di una vita si articola in sei capitoli nei quali le esistenze di Darwin e Lincoln si esprimono attraverso gli eventi - la guerra, l'omicidio, i viaggi, i libri , i discorsi - che sono però eventi di "uomini di parole".
E sappiamo che lo stile fece la differenza.

Lo stile che Lincoln e Darwin misero a punto per farsi sentire era uno stile nuovo, che entrambi fecero proprio. Erano al tempo stesso lungimiranti e attenti al dettaglio in primo piano. Sapevano ispirare gli altri; ma prima ancora sapevano discutere. In qualsiasi cosa, scendevano nei dettagli, ed proprio dai dettagli che si erge la loro visione generale: le loro grandi idee traspaiono dai piccoli scorci. Le clausole, i ripensamenti e i modi da uomo di legge di Lincoln sono impressionanti come le sue profezie, mentre la grande idea di Darwin prese vita proprio dall'ossessione per l'osservazione. (pag. 28)

Infine, una nota sul titolo originale, Angels and Ages: si riferisce alle parole pronunciate da Edwin Stanton, ministro della guerra del governo di Lincoln, al momento della morte del presidente, dopo l'attentato al Ford's Theatre di Washington DC. Secondo buona parte delle fonti, Stanton disse: "Now he belongs to the ages", celebrando così l'eroe laico dell'America liberale; una seconda versione sostiene invece che Stanton disse: "Now he belongs to the angels", idea preferita dalla destra, perché esprimerebbe la "cristiana nobiltà" di Lincoln.
Ovviamente il dibattito, oltre che ideologico per l'eredità ideale del presidente, è causa di scontro fra gli storici. E Gopnik sostiene, per dar forza all'idea sulla quale si regge il libro, che tutte le "accese controversie riguardanti Lincoln finiscono per diventare controversie sulle sue parole". Appunto. In questo quadro non sorprende nemmeno sapere quanta importanza avesse Shakespeare per il presidente e come alla fine della guerra si trovasse "in condizioni di spirito molto simili a quelle di un eroe tragico shakespeariano: rassegnato a un destino mortale che non voleva ma che non avrebbe evitato" (pag. 175).

Adam Gopnik, Il Sogno di una vita. Lincoln e Darwin,
Guanda 2013

@Gruppodilettura

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Luigi Gavazzi