Arte contemporanea: viva Domingo Zapata, così furbo da diventare star
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Arte contemporanea: viva Domingo Zapata, così furbo da diventare star

È apparso dal nulla, ha imposto il suo nome. Tanto da farsi definire il nuovo Warhol

Nelle agende dei baroni dell’arte internazionale, i vari Larry GagosianZach Feuer (della galleria Chelsea, famosa per coltivare i giovani artisti), il suo nome non appare. Eppure Domingo Zapata, spagnolo, 38 anni, annovera tra i suoi collezionisti bei nomi del jet set, da Leonardo DiCaprioGeorge Soros, al giocatore Jeremy Shockey.

Barba folta, stile grunge, braccia copiosamente tatuate e verve da affabulatore, il maiorchino Domingo Zapata è quello che si definirebbe un "self-made artist", un quotato pittore che si è costruito da solo, senza le verbose speculazioni di curatori di fama e senza i giochi di mercato degli scafati art dealer.

In realtà, un agente Zapata ce l’ha, è il londinese Philip Rebeiz della galleria Hus, un buon nome, ma non di quelli presenti nell’élite dell’arte internazionale. Più introdotta è invece la Wilmot Communications, agenzia di pubbliche relazioni specializzata nella moda e capeggiata da Paul Wilmot. Si deve a lui, pare, l’organizzazione del gran party a Miami lo scorso dicembre, durante Art Basel Miami: la più bella festa della stagione, a detta di molti, con ospiti come Lindsay Lohan, Scarlett Johansson, Jill Zarin, oltre a un melting pot di calciatori e star tv americane. Tanti brindisi e anche molti affari per Zapata, che è riuscito a vendere le sue sculture animalier in fibra di vetro a 100 mila dollari l’una.

Certo, la mailing list di Wilmot era impeccabile, ma il resto è tutta opera di Zapata: a lui piace andare in giro con macchie di colore sui vestiti e sulla pelle; ama raccontare dei suoi figli e di come i loro disegni ispirino le sue opere; narra dei suoi soggiorni a Parigi, dove trascorre giornate intere davanti a Mona Lisa; racconta del suo studio a Château Marmont a Los Angeles. Tutte cose che piacciono ai collezionisti neofiti ma con il portafoglio pesante.

Soprattutto, Zapata come Pablo Picasso baratta le sue opere in cambio di pranzi e cene a ristoranti come il Cipriani Downtown di New York. È qui che Zapata ha conosciuto Michael Borrico, noto imprenditore edile nonché proprietario di una squadra di polo, che rapito dalla sua arte ha organizzato una mostra nel suo appartamento newyorkese. Le opere sono state tutte vendute: fra gli acquirenti Soros, appunto, Pat Riley, il manager della National basketball association.

Il nome di Domingo Zapata però non figura nell’elenco, sempre aggiornato, degli artisti pubblicato da Artnews, storico giornale con 111 anni di vita. "Zapata, il nuovo Andy Warhol? Ce ne sono tanti in giro per il mondo, ma solo uno è stato quello vero" ha commentato alla richiesta di giustificazione per tale assenza, la direttrice Barbara MacAdam.

Intanto l’artista spagnolo avrebbe deciso di esporre al Guggenheim e chi lo conosce bene giura che ci riuscirà. Misteri dell’arte. 

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Antonella Matarrese