Come creare un antifurto wi-fi senza spendere follie
Avidsen
Tecnologia

Come creare un antifurto wi-fi senza spendere follie

Bastano poche centinaia di euro e una connessione Internet per realizzare un vero sistema di sicurezza: la prova del kit Thombox di Thomson

Da qualche tempo a questa parte la casa sembra essere diventata l’oggetto dei desideri di tutti i produttori tecnologici. Non passa giorno senza che qualcuno provi a raccontarci come sarà la nostra vita grazie ai progressi della domotica: porte, tapparelle, illuminazione, consumi energetici, elettrodomestici intelligenti, e molto altro ancora. Il futuro delle nostre abitazioni, questa è la promessa comune, sarà un ecosistema fatto di oggetti capaci di dialogare fra di loro grazie a un semplice collegamento Internet; la nostra unica preoccupazione sarà solo quella di controllare da remoto ciò che succede fra le mura domestiche, utilizzando uno smartphone o un qualsiasi altro supporto tecnologico connesso in rete.

Ma quanto tempo ci vorrà affinché tutto questo diventi realtà? In realtà basta fare un giro in rete per scoprire che i primi produttori capaci di offrire soluzioni per la casa intelligente sono già fra noi. È il caso di Avidsen, ad esempio, società licenziataria del marchio Thomson per il segmento sicurezza che ha radunato intorno al brand Thombox tutta una serie di dispositivi e sensori wireless che puntano a trasformare la casa in una vera e propria smart home, il tutto - e qui sta la vera scommessa - in modo semplice ed economico. Panorama.it ha avuto la possibilità di testare in anteprima uno dei primi kit lanciati in Italia dall’azienda francese, e di ricavarne le prime impressioni.


Cos’è
Thombox è sostanzialmente un sistema per la domotica che sfrutta una linea Internet (Adsl o fibra) per gestire la casa da remoto - ovvero da PC, smartphone o tablet - in modo intelligente e centralizzato. Un kit base si compone da una centralina Thombox da attaccare direttamente al router e da tutta una serie di accessori compatibili (sensori di movimento, battenti per porte e persiane, telecamere IP, rilevatori di gas e termperatura, prese elettriche, prese telecomandate per lamopadine smart, e molto altro ancora) che si collegano ad essa attraverso rete wireless. Il risultato è un ecosistema modulare (che può essere cioè allargato a piacere) che permette di gestire buona parte delle attività casalinghe, dall’antifurto all’apertura delle tapparelle, dall’illuminazione all’accensione dello scaldabagno.

Come funziona
Affinché l’orchestra Thombox funzioni correttamente è necessario per prima cosa collegare la centralina a un cavo di Rete e quindi associarla - via PC - a un account utente. Per farlo è sufficiente entrare sul sito Internet della società, registrarsi e inserire il codice seriale riportato sul retro del dispositivo. Una volta attivata la Thombox, sarà possibile associarvi i sensori e gli accessori compatibili (qui il catalogo completo del produttore). L’accoppiamento si effettua attraverso una procedura guidata accessibile da interfaccia Web: si inseriscono le proprie credenziali, si clicca su “aggiungi dispositivo” e si attende che la centralina riconosca il modulo. Completata la configurazione il sistema sarà completamente gestibile anche da remoto, ovvero da smartphone o tablet, attraverso l’apposita applicazione scaricabile su App Store o Google Play Store.

Cosa ci è piaciuto…
Uno degli aspetti più convincenti dell’offerta Thombox sta nella sua modularità. La centralina è la chiave di volta attorno alla quale possono essere aggregati più di cento prodotti Thmoson compatibili, ma lo spettro di combinazioni è pressoché infinito giacché il sistema sfrutta un sistema multiprotocollo ed è dunque compatibile anche con componenti di terze parti. Il concetto di modularità influisce positivamente anche sul costo finale: a conti fatti bastano circa 350 euro per portarsi a casa gli elementi base di un antifurto casalingo: centralina, allarme rilevatore con telecomando, taastiera e combinatore telefonico. Da sottolineare, fra i veri pezzi del puzzle Thomson, la presenza di modulo di estensione della batteria di emergenza, che offre una autonomia fino a 24 ore in caso di interruzione della corrente elettrica, e di un trasmettitore GSM, che interviene in caso di assenza della linea telefonica.

…e cosa no
Nonostante le buone intenzioni e il supporto offerto ai clienti (c'è fra le altre cose un servizio hotline di assistenza), Thombox non è quel che si può definire un sistema pratico e facile da usare. L’accoppiamento sarebbe anche rapido ma ciò che manca è un’armonizzazione delle impostazioni hardware/software: al posto delle varie prassi necessarie per attivare il riconoscimento - dal sollevamento della linguetta della pila alla pressione simultanea di due tasti di un telecomando - avremmo preferito un unico tasto in bella vista su ogni modulo da cliccare al momento del pairing . L’interfaccia utente, poi, non è ciò che si può definire user friendly: navigare fra le funzionalità di Thombox, sia da PC che da smartphone o tablet, è tutto fuorché coinvolgente ed intuitivo. Lo si capisce soprattutto quando si prova ad impostare una qualche regola e si finisce inevitabilmente per perdersi fra le azioni “if then”.

Conclusioni
La strada è quella buona, ma affinché sistemi come quelli proposti da Thomson possano davvero fare breccia nell’utente della strada occorre lavorare ancora un po’ sulle interfacce e sulla semplicità d’uso. Così com’è Thombox può essere una valida opzione per l’utente smanettone o comunque mediamente alfabetizzato, ma non certo per la classica casalinga di Voghera. Ovviamente, passando per un installatore specializzato il discorso cambia. Del resto, considerato il costo decisamente abbordabile della soluzione, un centinaio di euro per un montaggio ad arte e una configurazione ottimale del sistema sono soldi spesi bene. In fin dei conti, non dimentichiamocelo, di mezzo c’è la sicurezza della nostra casa.

Thomson Thombox: le immagini

La centralina Thombox da connettere al router di casa

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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