Hunger Games spiegato agli adulti
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Hunger Games spiegato agli adulti

Panorama ha chiesto a una sedicenne di guidarci nei segreti di questo mondo

«Il mondo salvato dagli adolescenti, anzi dalle adolescenti. Battagliere e determinate, romantiche e fedeli ai propri principi. Non donne di potere ma di giustizia. È un nuovo ideale femmineo quello che propone la Ragazza di fuoco di Hunger Games»: così Nina Brun, sedicenne milanese, al terzo anno di liceo, spiega la sua passione nei confronti della saga che sta conquistando cuore e stomaco degli adolescenti globali. Certo, per darsi un tono e un pizzico di autorevolezza si parte da ideali profondi e dai sentimenti più puri, ma in realtà Hunger Games, saga cult con incassi da record, piace ai ragazzi soprattutto per la sua carica onirica, per la sferzata di adrenalina da videogioco e per quegli inni alla libertà anche estetica che scuotono gli animi. Difficile per un adulto capirne il fascino e tutti i riferimenti: per questo Panorama ha chiesto a una sedicenne di fare da guida nei segreti di questo mondo.

La storia
«La storia è ambientata nel futuro, in un posto che si chiama Panem, diviso in 13 distretti che fanno capo a Capitol City. I distretti vanno dal più ricco al più povero, per questo il tredicesimo si ribella, ma senza successo. Per ricordare che è sbagliato ribellarsi, vengono istituiti gli Hunger Games, ai quali partecipano solo ragazzi dai 12 ai 18 anni. Sono giochi violenti e di sopravvivenza, chi vince diventa ricco e può vedere Capitol City. In realtà, ai ragazzi piace molto la fase dei giochi, a noi ragazze invece emoziona la storia d’amore della protagonista, Jennifer Lawrence, nel film Katniss, una tipa affascinante e coraggiosa e tutte noi ci identifichiamo in lei» spiega Nina. «La sua storia d’amore non è un elemento centrale del film, mentre lo è del libro, ma ci piace perché non è raccontata in maniera svenevolmente melensa, come le solite storie romantiche, ma è un mix di avventura e stravaganza, elemento che caratterizza Capitol City».

Lo stile
«A Capitol City tutti indossano costumi talmente improbabili, carnevaleschi, che viene voglia di andare a vivere in quel mondo. L’emblema dell’estrosità è Effie Trinket, rappresentante di Capitol City, fissata con le buone maniere e gli abiti di alta moda di Alexander McQueen, mentre le sue scarpe preferite sono della designer olandese Hiris van Herpen, bravissima e veramente visionaria. Indossare una sua creazione è come essere proiettati nello spazio. Poi c’è Cinna, lo stilista di Katniss, interpretato da Lenny Kravitz, perfetto in questo ruolo. Ci piace perché si trucca con eyeliner oro che abbiamo naturalmente comprato tutte. L’abito che ha scelto per Katniss, in questo ultimo film, è del designer indonesiano Tex Saverio: un abito da sposa favoloso in organza fluorescente. E molte di noi passano le ore a ridisegnarlo».

Architetture e design
«Naturalmente a Capitol City tutto è avveniristico, anche i palazzi e l’arredamento interno, ipertecnologico e dalle forme fantastiche. Alcuni grattacieli pare si ispirino a quelli di Abu Dhabi e Dubai, o almeno così dice lo scenografo Philip Messina, un fanatico dell’architetto Frank Gehry. Come si legge nel sito».

Il sito
«Da tenere sempre sotto controllo il sito Capitolcouture.pn. È qui che si scopre che le sciarpone di Katniss si comprano dalla designer Maria Dora di Los Angeles e lo stile etno è di Stella Jean che ha sfilato a Milano, nello spazio Armani, in settembre. Non solo, il sito è fonte di ispirazione per tutto, anche per i nuovi gadget tecnologici o magari per un nuovo taglio di capelli. Insomma una vera bibbia».

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Nina Brun