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Vita nella “Città dei morti”, al Cairo

Vita nella “Città dei morti”, al Cairo

Scene di quotidianità all’interno del più antico cimitero musulmano d’Egitto, dove i vivi abitano accanto ai defunti

Il cimitero musulmano del Cairo (Al-Qarāfa), costruito a partire dalla conquista islamica dell’Egitto nel 642 dC e ancora oggi in uso, è il più antico dell’intero Paese. A partire dalla metà del secolo scorso, con la crescita esponenziale della popolazione della capitale (che conta oggi oltre 9 milioni di abitanti e circa 15 milioni nell’area metropolitana), per via delle difficoltà nel trovare abitazioni a prezzi accessibili, un numero progressivamente più alto di persone ha iniziato a stabilirvisi, abitandone gli spazi, trasformati illegalmente in dimore permanenti o sedi di attività lavorative.

 

Si è così venuta a creare quella che viene chiamata la “Città dei morti”, una vera a propria cittadina dove la vita quotidiana dei viventi si dispiega accanto alle spoglie dei defunti. Numerose famiglie che hanno perso la loro casa a causa del terremoto, nel 1992, si sono trasferite qui, andando ad abitare nella tomba di famiglia. Esteso su una superficie di circa 10 chilometri, è suddiviso in quartieri. Le stime su quante persone abitino oggi al suo interno non sono univoche: si parla di un numero tra il mezzo milione e il milione. Secondo l’organizzazione non governativa di beneficenza “Who Loves Egypt”, in tutto il Paese sono circa sei milioni le persone che vivono all’interno di cimiteri. 

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