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Ansa
Calcio

Var e risse, benvenuti nel saloon Serie A

Il campionato si nutre di polemiche e tensioni, rilanciando nel mondo l'immagine di una competizione rissosa. Il derby di Roma da dimenticare in campo e sugli spalti, le polemiche arbitrali e un vizio che non riusciamo a toglierci

Il derby della Capitale si è trasformato in un saloon da tutti contro tutti, con cinque espulsi e nove ammoniti, tensione alle stelle dentro e fuori l'Olimpico e anche lo spettacolo poco consigliabile della lite negli spogliatoi tra il senatore Claudio Lotito, già presidente della Lazio, è il tecnico Jose Mourinho che in quel corridoio non ci poteva nemmeno stare perché squalificato. Per la storia dello scazzo con il quarto ufficiale Serra che ha diviso l'Italia tra innocentisti e colpevolisti (con partecipazione dei complottisti perché spedito in panchina contro la Juventus grazie a sospensione del procedimento) e sulla quale la giustizia sportiva non è ancora riuscita a dire una parola definitiva.

A San Siro si è discusso più di Var e tocchi di braccio che di calcio. Anche perché di spettacolo ce n'è stato poco tra due squadre con le energie al lumicino e diversi problemi da risolvere: meno la Juventus dell'Inter in questo momento e tanto è bastato per fare la differenza. Al netto della chiamata dell'arbitro Chiffi e del Var Mazzoleni - il decano degli assistenti video - che ha incendiato il lunedì dei bar sport di tutto il Paese costringendo il designatore Rocchi a un'uscita semi pubblica per difendere i suoi. Che magari hanno preso una decisione criticabile, ma che sono diventati l'oggetto unico della serata.

E sabato a Udine era stato l'allenatore dei padroni di casa a dare in escandescenze per la ripetizione, corretta da regolamento, del rigore sbagliato da Ibrahimovic. Non è una sorpresa che l'ingresso nella fase decisiva della stagione coincida con quello in cui gli animi si scaldano, superando anche il livello di guardia. Il Napoli ormai certo dello scudetto non modifica il quadro anche perché la lotta vera è alle spalle e la qualificazione alla prossima Champions League pesa su bilanci e futuro di tutte le società. Inutile, quindi, appellarsi a buon senso e fair play.

Più curioso che tutti a modo loro agitino le questioni arbitrali e le tensioni come feticcio dell'inadeguatezza altrui dimenticandosi puntualmente di quando è toccato a loro avere da lamentarsi. Ci è cascato anche Allegri che pure è uno dei meno avvezzi al pianto posteriore, ma che pure ha utilizzato l'arma dei punti negati da uno sfondone epico del Var (quello con la Salernitana) per diverse settimane e che in mente ha tutti gli episodi pro e contro della sua Juventus. Esattamente come Inzaghi, Pioli, Mourinho, Sarri e Gasperini. Un unico destino li accumuna.

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Giovanni Capuano